Astana e l’Energia del Futuro: progetti e iniziative in vista di Expo 2017 (di Alessandro Lundini)

A quindici mesi dall’apertura dell’Esposizione Internazionale “Future Energy”   l'atmosfera   ad   Astana è di grande attesa e fermento per un evento di portata internazionale che darà visibilità e prestigio alla città e al Paese intero.

Nell’ambito delle iniziative previste nella fase preparatoria, il 24 e 25 febbraio Astana ha ospitato il secondo Meeting dei partecipanti internazionali. Scopo dell’incontro è stato quello di condividere e affrontare i diversi aspetti organizzativi. A margine della conferenza sono stati conclusi accordi che hanno permesso di estendere il numero dei partecipanti, andando oltre il numero di settanta Paesi e quaranta organizzazioni che già hanno dato la loro adesione.

I temi dell’Esposizione Internazionale
La due giorni di incontri ha rappresentato un’opportunità per parlare anche in maniera più generale dei temi e delle aspettative all’Esposizione. Nel corso degli interventi “istituzionali” è stata infatti sottolineata l’attualità e l’importanza di questo evento rispetto ai cambiamenti in corso su scala globale.

Il tema dell’energia sarà sviluppato seguendo i tre aspetti individuati come le principali “sfide” per la Comunità internazionale: la sfida economica, ossia la promozione di “tecnologie verdi” e l’evoluzione verso un’economia sostenibile; la sfida ambientale, rivolta alla protezione dell’ecosistema e - terza sfida - quella sociale, data dalla necessità di espandere le possibilità di un più equo accesso alle risorse anche alle popolazioni più svantaggiate.

Scopo dell’Esposizione, tuttavia, è anche quello di arrivare a una condivisione delle esperienze, del know-how e delle iniziative. Pertanto queste tracce saranno approfondite non solo dai singoli partecipanti, ma anche nei padiglioni tematici. Sono infatti previsti i padiglioni delle “buone pratiche”, quelli dell’efficientamento energetico, del migliore utilizzo di energia da applicare nei settori dell’edilizia, della pianificazione urbana e dei trasporti, e l’ampliamento dell’accessibilità dell’energia. Uno spazio espositivo, poi, sarà lasciato a disposizione delle imprese che aderiranno ad Expo.

L’area espositiva: innovazione e sostenibilità
L’Esposizione si svilupperà su una superficie “ufficiale” di 25 ettari, anche se con la previsione di altre strutture – dedicate soprattutto alle abitazioni per i lavoratori e agli alloggi per i visitatori – l’area di Astana 2017 ricoprirà 173 ettari circa.

Il “cuore” dell’Esposizione vera e propria consisterà in costruzioni dall’architettura avveniristica, la cui progettazione andrà incontro ai principi di sostenibilità ambientale. Il concetto di sostenibilità ambientale non vive solo nei contenuti, ma anche nella realizzazione stessa di Expo. Nel progetto, curato dalla compagnia americana “Adrian Smith + Gordon Gill”, è prevista infatti l’applicazione concreta dei concetti di sostenibilità ai padiglioni e delle altre strutture che ospiteranno l’Esposizione, con accorgimenti che permetteranno agli edifici stessi di generare energia pulita (attraverso il solare e l’eolico) e ridurre il consumo di acqua, luce e riscaldamento.

Il “dopo Expo”: economia e ambiente
L’Esposizione Internazionale non intende esaurire il suo impatto nei tre mesi di svolgimento dell’evento. Come ricordato dal Segretario Generale del Bureau Internazionale delle Esposizioni, Vicente Gonzalez Loscertales, l’edizione di Astana è infatti pensata per durare nel tempo e non solo per i tre mesi di apertura (10 giugno-10 settembre). Gli organizzatori sono impegnati sin da oggi alla programmazione di quello che sarà il “dopo Expo” - ossia l’eredità sia materiale che immateriale di Astana 2017 - al fine garantire delle ricadute positive sul lungo termine sia per Astana che per l’intero Kazakhstan.

Una prima proposta è la creazione dell’Astana International Financial Center, che dovrebbe divenire operativo a partire dal 1° gennaio 2018 in alcuni dei luoghi utilizzati per l’Esposizione Internazionale. Ciò permetterà il riutilizzo delle strutture, ma il vero scopo del Centro è quello di attrarre flussi di investimenti dall’estero, attraverso la definizione di un regime fiscale e giuridico speciale basato su standard riconosciuti a livello internazionale. In questo modo Astana aspira a divenire non solo il fulcro politico, ma anche il centro finanziario dell’intera regione centroasiatica.

La seconda proposta è invece volta alla valorizzazione dei contenuti dell’Expo con la fondazione di un Istituto di ricerca per lo sviluppo delle “tecnologie verdi” e per il supporto ai progetti d’investimento in tale settore, da realizzare sotto gli auspici ONU. È su questo progetto che il governo kazako conta per dare continuità anche al lavoro svolto negli ultimi anni e per divenire uno dei principali centri internazionali in tema di energie rinnovabili.

Un altro obiettivo delle autorità è quello di sfruttare l’effetto Expo per mettere Astana e il Kazakhstan “sulla mappa” delle mete turistiche internazionali. Gli organizzatori hanno stimato circa 5 milioni di visitatori, di cui almeno il 15% proveniente dall’estero. Per loro è in fase di programmazione una serie di iniziative culturali, artistiche e ricreative sia dentro che fuori l’area espositiva, per arricchire l’offerta turistica della capitale kazaka.

L’Esposizione e le prospettive per Astana e il Kazakhstan

Astana 2017 assume quindi un significato che può essere considerato di grande impatto per diverse ragioni. Innanzitutto la stessa scelta del Kazakhstan, primo Paese centroasiatico ed ex sovietico a organizzare un’Esposizione, conferma la sempre maggiore rilevanza della regione.

Per il Kazakhstan, l’Expo segna il riconoscimento della crescita politica ed economica compiuta a partire dall’indipendenza, ma anche gli sforzi compiuti in questo settore. Conosciuto soprattutto per le enormi riserve petrolifere, il Kazakhstan si è tuttavia distinto anche per iniziative tese allo sviluppo delle risorse rinnovabili – come il Green Bridge – o alla promozione della lotta alla non proliferazione nucleare, come nel caso della Banca del combustibile nucleare istituita nel Paese sotto l’egida dell’ONU. Al tempo stesso, Expo 2017 deve essere interpretato dal governo come uno stimolo a continuare con ancora maggiore forza l’implementazione di queste politiche.

Anche da  un punto di vista geoeconomico e geopolitico, Expo 2017 assume un forte significato. L’attuale fase impone agli Stati una più profonda riflessione circa l’utilizzo di nuove e più sostenibili fonti di energia. Il drastico crollo dei prezzi degli idrocarburi sui mercati internazionali sta incidendo notevolmente - e inciderà anche negli anni a seguire – sia sull’economia dei Paesi produttori che su quelle degli Stati più avanzati. Inoltre non bisogna dimenticare la questione ambientale - ormai emersa in tutta la sua rilevanza nella politica internazionale – nonché quella nucleare.

Si tratta di questioni che stanno spingendo gli Stati a trovare delle risposte in grado di coniugare le diverse esigenze dello sviluppo, della protezione dell’ambiente e della sicurezza legate all’utilizzo dell’energia. Ed Expo 2017 si presenta come una piattaforma globale fondamentale per affrontare queste sfide.




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Provvedimento n.229 dell'8 maggio 2014 - pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 126 del 3 giugno 2014.

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http://www.eu/ita/archivio/Astana-e-lEnergia-del-Futuro-progetti-e-iniziative-in-vista-di-Expo-2017-di-Alessandro-Lundini-215-ITA.asp 2016-03-29 daily 0.5