Azerbaijan non solo oil & gas (di Khan G. Nasreddinov)

Il Caucaso si è sempre distinto sulla mappa del mondo. I governi di tutti i paesi potenti sono interessati a questa terra, più precisamente alle sue ricchezze. Ciò spiega tante guerre per il possesso di questo territorio nel passato e la creazione di unioni economiche nel presente. Il Caucaso è ricco e tanti paesi desiderano avere accesso alle sue risorse, soprattutto oggi con l’inizio della ripartizione globale nel mondo.

Ogni cittadino azero afferma fieramente che il sottosuolo del suo paese è ricco di minerali preziosi: petrolio, gas, rame, oro, molibdeno e tanti altri. La repubblica ha a disposizione varie materie prime per l’industria edile, come il marmo, l’argilla, il tufo e la dolomite. Inoltre, il paese ha lo sbocco sul Mar Caspio con le sue ricchezze naturali. Per questa ragione, i settori più sviluppati dell’economia azera sono quelli del petrolio, della pesca, dei trasporti marittimi e della riparazione delle navi. Il paese ha bisogno di tecnologie e di prodotti di alta qualità per dare stabilità al mercato dei beni di consumo e l’economia in generale. Nell’anno 2008 l’import dei prodotti nell’Azerbaijan era pari a 7,2 miliardi di dollari USA, nell’anno 2013 pari a 8,9 miliardi di dollari USA, che corrisponde rispettivamente al 13% ed al 3.8% del fatturato del commercio estero.

Il 20 settembre 1994 ha visto l’inizio dello sviluppo del settore del petrolio e del gas, quando l’Azerbaijan e 13 maggiori paesi del mondo hanno firmato “il contratto del secolo”. Questo accordo ha coperto la proporzionale distribuzione per l’esplorazione e lo sfruttamento del giacimento Azeri-Guneshli-Chirag. Il capitale iniziale era pari a 11,5 miliardi di dollari USA. Secondo il sottoscritto “contratto del secolo”, l’Azerbaijan riceve l’80% del totale dei profitti netti, il resto viene distribuito tra gli investitori stranieri.
L’Azerbaijan ha ottenuto considerevoli preferenze dal contratto firmato, il che ha provocato delle complicazioni nelle relazioni diplomatiche con il confinante Turkmenistan, che aveva tentato negli anni 2008-2009 di contestare la proprietà di alcuni giacimenti di petrolio e gas. Fortunatamente, il conflitto è stato risolto a livello diplomatico.

Oggi questi giacimenti sono molto attraenti per gli investitori stranieri: 
1) "Azeri - Chirag - Guneshli” è il più grande campo petrolifero in Azerbaijan. Qui si produce il marchio speciale di “easy oil”.
2) "Shah - Deniz" è il giacimento di gas, la cui superficie gassifera è pari a 860 кm². Si stima che il totale delle riserve è pari a 1,2 trilioni di м³ e 240 milioni di tonnellate di gas condensato.

Il consorzio è una forma di attività degli investitori stranieri in Azerbaijan. Ciò aiuta ad evitare i conflitti commerciali e le lotte pericolose per i diritti di lavoro nei campi azeri. La competizione è legale e non crudele. 
Il consorzio produce circa 10,4 miliardi di metri cubici di gas per anno. Altri maggiori investitori nei campi petroliferi sono le aziende di cui al grafico in calce.

Sono proprietari del 90% delle azioni nel settore petrolifero. In base a ciò l’Azerbaijan ha attirato 2.2 miliardi di dollari nello sviluppo di questo settore. L'economia in crescita necessita di risorse energetiche. Ma la più consistente parte viene esportata. Il totale del ricavato dalle vendite di gas naturale è di 2.1 miliardi per anno.
L’Azerbaijan ha attivamente venduto petrolio per finanziare le riforme economiche. Il ricavato è stato speso per l'ammodernamento dell'industria. Il settore principale dell'economia è l'industria del petrolio e del gas (58% del Pil). 9 milioni di tonnellate di petrolio (99,2% del livello del 1996) e 6 miliardi di metri cubi di gas naturale (95% del livello del 1996) sono stati prodotti nel 1997. E tutti questi indici sono aumentati rispettivamente del 147% e del 153% nel 2013. La produzione della benzina e del diesel è incrementata del 20% in questo periodo. Quasi tutti i prodotti sono esportati nei paesi della CSI.

Le risorse di petrolio e di gas sono molto attraenti per le aziende petrolifere straniere. L’Azerbaijan è il leader tra i paesi della CSI nella crescita degli investimenti stranieri. Ogni anno il tasso di crescita viene incrementato dal 10 al 50%. Le potenziali vie di trasporto del petrolio azero (attraverso il Caucaso del Nord, il Mar Mero e il Mare Mediterraneo) hanno provocato dispute e conflitti politici a livelli regionali ed internazionali. 
Il finanziamento dell’industria del petrolio ha aumentato considerevolmente la produzione del grezzo e la sua esportazione verso i mercati stranieri. L’Azerbaijan ha esportato prodotti per un valore di 47,7 miliardi di dollari USA nel 2008, e questo indice è aumentato fino al 123% nel 2013. Quindi, gli idrocarburi costituiscono l’88,2 % del totale dell’export dell’Azerbaijan. 

Gli acquirenti stranieri non si preoccupano della consegna dei prodotti petroliferi acquistati. Tutto è in perfetto ordine: l’Azerbaijan possiede 1,130 chilometri di condutture per il trasporto del grezzo, 630 chilometri di oleodotti e 1, 240 chilometri di gasdotti, e tutte queste condutture sono in ottime condizioni. Due condutture seguono parallelamente l’oleodotto di Tbilisi (Georgia), e poi si dirigono a nord, attraverso il Grande Caucaso verso la Russia e l’Europa occidentale. 

La vendita di risorse naturali è il modo più facile per ottenere profitti, ma questa strada è condizionata da seri problemi come la crisi economica globale, il crollo dei prezzi dell’energia e la produzione eccessiva di materie prime. L’economia del paese può essere completamente rovinata. Tuttavia, la vendita di risorse naturali non è l’unica fonte dell’Azerbaijan. Il paese sta attivamente sviluppando l’agricoltura e l’industria, il che riduce i rischi finanziari e commerciali. Quindi, gli investimenti finanziari sono differenziati. 
Il governo coinvolge gli investitori stranieri nel settore agricolo. La carne, il latte, le uova, i bozzoli dei bachi da seta ed, in parte, le patate sono i principali prodotti del settore dell’agricoltura. Ciò ha aiutato ad incrementare il volume della raccolta agricola e fornire cibo alla popolazione. 

Nel 1991 per la promozione delle riforme economiche il governo ha adottato “la legge dell’esenzione dalle tasse per 5 anni dei prodotti agricoli e della vendita dei carburanti a prezzi scontati”. Questa legge provvedeva alla cancellazione dei debiti delle tasse con il budget. Tutto questo ha favorito l’incremento degli investimenti nei settori dell’ingegneria, delle comunicazioni, dell’alimentare e dei servizi. Il totale degli investimenti in questi settori ha superato 2,1 miliardi di dollari USA nel 2013, il 61% dei quali sono stati destinati all'ammodernamento delle attrezzature, alla costruzione di nuovi impianti e unità produttive.
È cominciata la privatizzazione dei grandi stabilimenti industriali e la partecipazione a gare d’appalto da parte di aziende straniere. Naturalmente, l’Azerbaijan non si limita ad attirare gli investitori stranieri soltanto nel settore del petrolio e del gas. È stato creato un clima favorevole per gli investimenti anche in altri settori. Ad esempio, il 17 luglio 2014 le principali aziende azere ed italiane nel settore delle tecnologie hanno sottoscritto il Memorandum d’Intesa, secondo il quale due paesi creeranno nuove tecnologie nell'ambito bancario e finanziario in Azerbaijan. Il prossimo passo includerà la collaborazione nel settore della salute, nel settore aerospaziale e nell'industria della difesa. L’ambasciatore italiano Giampaolo Cutilo ha avuto un ruolo importante nella sottoscrizione del Memorandum.

Un altro settore azero interessante per gli investitori è quello metalmeccanico. I più grandi stabilimenti metallurgici azeri sono "Baku steel company" e "Baku Polad Tocmai" che producono rispettivamente 386,456 e 70,770 tonnellate annue. È importante precisare che tutte queste grandi aziende hanno agevolazioni fiscali e sono aperte agli investitori stranieri.
Come si può vedere, l’economia è in via di rapido sviluppo, ma esistono seri problemi ambientali. I conflitti politici ed economici vengono risolti attraverso trattative dirette ed azioni diplomatiche. Questo permette di ridurre le spese militari ed evitare altre spese eccessive e non necessarie. I dirigenti del paese si rendono conto che la guerra ed i conflitti diplomatici non contribuiscono alla prosperità del paese ed aggravano soltanto la situazione.

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Provvedimento n.229 dell'8 maggio 2014 - pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 126 del 3 giugno 2014.

Consulta il testo del provvedimento
http://www.eu/ita/archivio/Azerbaijan-non-solo-oil---gas-di-Khan-G--Nasreddinov-187-ITA.asp 2015-12-22 daily 0.5