Badamsha: il parco eolico Kazako che parla italiano (di Sara Maragno)

Da un’economia fortemente dipendente da gas e petrolio ad una “green economy” all’insegna di solare, eolico e biogas. Se pochi anni fa in Kazakhstan lo sviluppo delle energie rinnovabili era solo utopia, oggi il Paese della steppa sta compiendo passi concreti verso un futuro sostenibile.
Dopo la crisi economica del 2016, associata alla fluttuazione del prezzo del petrolio, il governo ha compreso la necessità di diversificare l’approvvigionamento energetico avvalendosi dell’enorme potenziale in campo eolico e solare. E’ così che entro il 2020 il Paese ambisce a rendere operative 106 impianti ad energia rinnovabile per una capacità totale installata di 3054,55 MW. Se al giorno d’oggi meno dell’1% di energia proviene da fonti rinnovabili, il Kazakhstan mira a portare questo dato al 50% entro il 2050. (Per conseguire l’ obiettivo sono stati fissati target intermedi – 3% entro il 2020 e 10% entro il 2030).
Un piano ambizioso che vede protagonista anche l’Italia, come ben dimostra il nuovo progetto di ENI – presente in Kazakhstan dal 1992. La compagnia italiana ha infatti lanciato nel 2018 la costruzione di un parco eolico a Badamsha nella regione di Aktobe. Grazie ai suoi 48MW di produzione totale, l’impianto farà incrementare del 25% l’energia prodotta da fonti eoliche attive nel Paese. La collocazione del sito risulta strategica in quanto Badamsha vanta un fattore di capacità del 45%: doppio rispetto ad un tipico sito on-shore italiano (22/23 %). L’impianto verrà costruito in collaborazione con General Electric (GE) e sarà operativo entro la fine del 2019. I lavori di costruzione sono stati avviati lo scorso 10 dicembre alla presenza del Ministro dell’Energia Kanat Bozumbayev. Nello specifico, il piano prevede l’installazione di 13 turbine on-shore con un’altezza di 85 m e 3,8 MW di potenza e di un rotore di 130 m.
Badamsha rappresenta il primo passo significativo per l’implementazione del Memorandum of Understanding firmato da Eni con General Electric (GE) e il Ministero dell’Energia del Kazakhstan nel giugno 2017 atto a sviluppare progetti rinnovabili nel Paese. La costruzione del sito eolico è anche parte integrante del Piano Strategico di Eni per il 2018-2021, attraverso cui la compagnia si impegna ad investire in soluzioni energetiche a basso impatto ambientale.
Al sito italiano si affiancano altri interessanti progetti sempre in tema di rinnovabili. A Saran, nella regione di Karaganda, è stato realizzato un nuovo impianto solare dalla capacità di 100MW, entrato in operazione il 24 gennaio scorso. A novembre 2018 la Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (BERS) e il Green Climate Fund (GCF) avevano siglato un accordo ad Astana (oggi Nur-sultan) per finanziare l’impianto solare, il più grande mai costruito in Asia Centrale. Il progetto è stato implementato da SES Saran LLP, una compagnia costituita in Kazakhstan e detenuta dal gruppo tedesco Goldbeck Holding Gmbh.
Grazie ad un importante investimento cinese, a novembre 2018 un impianto solare da 1 MW è stato ultimato ad Almaty e un sito eolico da 5 MW nel villaggio di Nurly (distretto di Enbeskshikazakh – regione di Almaty). Ad oggi, anche la compagnia kazaka “Samruk-Energy” JSC ha messo in atto due progetti rinnovabili: un impianto solare da 2 MW a Kazpshagai e un sito eolico da 45 MW ad Ereymentau che, nei primi 10 mesi del 2018, hanno generato elettricità per un totale di 134,4 mln. kWh.
Ad un anno e mezzo dalla fine di EXPO 2017, si possono quindi apprezzare i passi concreti compiuti dal Paese per una reale diversificazione energetica. Oltre ai risvolti ambientali, il cambiamento in atto è foriero di opportunità per investitori kazaki e non. Infatti, come dimostrato dai casi sopracitati, l’intervento di compagnie estere è un fattore ancora importante per lo sviluppo del Paese e in questo frangente l’eccellenza italiana può giocare un ruolo cruciale. Se le Nostre imprese saranno capaci di ritagliarsi una fetta del nuovo comparto energetico kazako, questo si tradurrà sicuramente in nuovi posti di lavoro e importanti commesse. Questo valeva 25 anni fa quando Eni iniziava ad operare sulle coste del Mar Caspio ed è valido oggi più che mai con la messa in funzione dell’impianto eolico di Badamsha.