Cento anni di relazioni tra Italia ed Azerbaijian (di Giacomo De Carlo)

La Repubblica Democratica dell’Azerbaijan venne fondata il 28 maggio 1918, all’indomani del crollo dell’Impero Russo e fu il primo stato laico e democratico nell’Oriente musulmano.
La Repubblica durò solo 23 mesi, fino all’occupazione da parte dell’esercito bolscevico, ma furono sufficienti a stabilire traguardi che rendono orgogliosi gli Azerbaijani, come l’ottenimento del suffragio universale. In Azerbaijan infatti, durante le elezioni del 1918 il diritto al voto fu universale e le donne poterono votare prima di molti stati occidentali come l’Italia, dove sarebbe stato concesso solamente 28 anni dopo.
Per quanto nell’arco della storia i rapporti tra Italia ed Azerbaijan siano stati sporadici, il Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella ha voluto comunque sottolinearne l’importanza durante la Visita di Stato a Baku di quest’anno. Ha rammentato infatti come proprio vicino Baku, nel Gobustan, si trovino le iscrizioni romane più orientali pervenute fino ai giorni nostri ed ha parlato dei legami culturali e delle collaborazioni tra i due paesi durante una lezione da lui tenuta presso l’ADA University. Va ricordato inoltre, come l’Italia fu tra i primi paesi ad instaurare rapporti diplomatici con la neonata Repubblica Democratica dell’Azerbaijan tra il 1918 e il 1920, aprendo anche una rappresentanza diplomatica a Baku; un ulteriore legame storico tra i due stati è dato dal fatto che la città di Napoli sia gemellata con quella di Baku, con la controparte Azerbaijana che ama paragonare il proprio golfo con quello partenopeo.
Se i legami storico-culturali tra i due paesi sono stati radi, non è certamente così per quelli economici: l'Italia è infatti il primo importatore di energia dall'Azerbaijan e vuole svolgere un ruolo sempre più importante nello sviluppo del Paese caucasico partecipando al processo di diversificazione economica che sta intraprendendo. Nel mese di luglio si è tenuto a Baku il Business Forum Azerbaijan-Italia che ha visto la partecipazione di imprese italiane appartenenti a diversi settori, con l’auspicio che questo tipo di iniziative porti ad una maggiore presenza delle nostre aziende in Azerbaijan in futuro, diminuendo lo sbilanciamento nel saldo della bilancia commerciale tra i due Paesi. Infatti, nonostante l’interscambio commerciale tra i due paesi si attesti sui 4,7 miliardi di dollari, il saldo pende decisamente in favore del Paese caucasico, la cui quota di export verso l’Italia corrisponde a ben 4,4 miliardi di dollari.
Da un punto di vista prettamente economico quindi si può evincere dai dati come il ruolo da protagonista dell’Italia a livello istituzionale non si rifletta sul ruolo commerciale occupato dalle nostre aziende, soprattutto tenendo in considerazione che da diversi anni l’Italia rappresenta il primo cliente dell’Azerbaijan, ma fino al 2013, l’Italia non rientrava nemmeno tra i primi dieci fornitori del paese caucasico. Il saldo della bilancia commerciale si è quindi mantenuto su livelli non gratificanti per il tessuto industriale ed imprenditoriale del nostro Paese.
Lo spartiacque in questo senso potrebbe essere rappresentato dal progetto TAP, che ha improvvisamente portato il tema “Azerbaijan” sullo scacchiere politico di casa nostra e si colloca in quest’ottica l’ingresso di un maggior numero di imprese italiane sul suolo azero, anche grazie alle numerose visite a livello istituzionale che si sono susseguite negli ultimi anni. Tra le principali cito quella del 2013 del Presidente del Consiglio Enrico Letta, la Visita del 2017 del Sottosegretario allo sviluppo economico Scalfarotto e l’ultima, tenutasi a luglio, del Presidente Mattarella che, assieme al Ministro Moavero si sono soffermati sulla questione TAP con il Presidente Aliyev, assicurando alla controparte azera, preoccupata dagli ondeggiamenti della politica italiana sulla realizzazione della parte finale del progetto, che i lavori verranno completati secondo i tempi previsti.
L’Azerbaijan odierno gode di buone relazioni con diversi paesi europei, tra cui l’Italia, che come detto precedentemente rappresenta per gli azeri il principale partner a livello economico. Questa cooperazione, per quanto ancora fortemente sbilanciata in favore dell’Azerbaijan, fa ben sperare le imprese italiane appartenenti a settori cruciali per lo sviluppo del Paese, quali quello energetico, agricolo ed infrastrutturale per gli anni avvenire.