Centr 2019 tra nuovi alleati ed antichi timori (di Frank Maracchione)

Dal 16 al 21 settembre la Federazione Russa ha riunito i vicini paesi dell'Asia centrale e meridionale ad Adanak, Totsky, Donguz, Chebarkul, Aleyskiy, Yurga, Ashuluk, Safakulevo e nel Mar Caspio per la parte finale dell'annuale esercitazione militare. A quest'ultima hanno partecipato le truppe del Distretto Militare Centrale (da cui il nome Centr), la Flotta del Caspio del Distretto Militare del Sud e gli aerei a lungo raggio e di trasporto militare dell'Aeronautica, assieme a truppe provenienti da Cina, Pakistan, Kirghizistan, India, Kazakistan, Tagikistan e Uzbekistan.
Lo scopo dell'esercizio era quello di testare la prontezza di reazione dei diversi distretti dell'esercito russo. Gli obiettivi dell'esercitazione, come dichiarato dal Ministero della Difesa russo, erano essenzialmente di peacekeeping e di difesa degli interessi delle repubbliche dell'Asia centrale. La partecipazione delle forze armate dei paesi asiatici vicini era quindi fondamentale per assicurare un'azione coordinata nel garantire la sicurezza regionale. Il focus, come spesso accade in questo genere di esercizi congiunti, è stato la lotta al terrorismo internazionale nell'ambito di un eventuale attacco terroristico su larga scala.
La precedente esercitazione annuale russa, la cosiddetta Vostok 2018, aveva attirato su di sé numerose critiche da parte dell'Alleanza Atlantica. Quella che è stata descritta dalla Russia come la maggiore esercitazione militare dai tempi dell'Unione Sovietica, aveva visto la partecipazione da parte russa di 300.000 soldati, 36.000 veicoli e 1000 aerei, unite a truppe della Repubblica Popolare Cinese e della Repubblica Mongola. La NATO ha condannato duramente l'evento affermando che la portata delle operazioni sembrasse suggerire la preparazione ad un'operazione militare su larga scala, a dimostrazione dell'assertività militare russa.
Quest'anno la dimensione dell’esercitazione militare è stata ridotta rispetto a Vostok 2018, ma resta comunque maggiore dei precedenti esercizi Centr 2005 e 2011, con una partecipazione di 128.000 soldati, 20.000 mezzi di terra, 600 tra aerei ed elicotteri e 15 mezzi navali.
Quest'anno la dimensione dell’esercitazione militare è stata ridotta rispetto a Vostok 2018, ma resta comunque maggiore dei precedenti esercizi Centr 2005 e 2011, con una partecipazione di 128.000 soldati, 20.000 mezzi di terra, 600 tra aerei ed elicotteri e 15 mezzi navali.
Vista la descrizione dell'evento fornita dal Ministero della Difesa russo, focalizzata sull'Asia centrale e sulle truppe russe presenti in questa regione, appare molto interessante la scelta di affiancare agli eventi principali della manovra anche un test della capacità di difesa degli interessi artici della Russia. La scelta, come sottolinea un articolo di “Foreign Policy”, dimostra una volontà russa di affermare attivamente la sua presenza e capacità di azione militare nell'Artico, diventato sempre più teatro di scontro geopolitico. Inoltre, secondo un'analisi condotta dal Warsaw Institute, la Russia non è nuova all'utilizzo di esercizi su larga scala per testare in contemporanea settori dell'esercito posti in luoghi strategici distanti l’uno dall’altro. Oltre a Centr, infatti, si è tenuta quest’anno a manovra militare congiunto Union Shield 2019 tra Russia e Bielorussia. Nonostante anche in questo caso il centro delle operazioni fosse lontano dai tesi confini con l'Unione Europea, alcuni check-up della prontezza di reazione dell'esercito sono stati effettuati, senza essere stati annunciati precedentemente, nei distretti militari ovest e sud, vale a dire al confine con l'Ucraina.
Il fulcro delle operazioni di Centr si colloca all'interno di un decennale sforzo russo nella cooperazione militare con i paesi della Shanghai Cooperation Organisation. Il più evidente risultato di tale collaborazione sono le cosiddette Peace Mission, regolari esercitazioni dei membri SCO che si svolgono a rotazione sin dal 2005.
Anche i training militari bilaterali non sono certo una novità nella regione. La Cina, ad esempio, ha organizzato quasi venti manovre militari congiunte a partire dalla nscita dell'organizzazione. La partecipazione dei paesi dell'Asia Centrale e della RPC a Centr 2019 non deve quindi sorprendere dal punto di vista della collaborazione militare e non rappresenta una novità nel panorama geopolitico regionale. Se invece l'esercitazione viene inserita in un contesto più ampio, è chiaro che queste azioni russe - parallele a quelle multilaterali - dimostrano una chiara volontà di proiettare un'immagine di forza militare alternativa a quella dell’Alleanza Atlantica attorno ai luoghi di frizione con l'Occidente. In questa prospettiva la cooperazione militare Sino-Russa e Centro-Sudasiatica diventano un nuovo ed importante scenario della crescente competizione tra l'universalismo occidentale e la sua sempre più forte alternativa eurasiatica.
Anche i training militari bilaterali non sono certo una novità nella regione. La Cina, ad esempio, ha organizzato quasi venti manovre militari congiunte a partire dalla nscita dell'organizzazione. La partecipazione dei paesi dell'Asia Centrale e della RPC a Centr 2019 non deve quindi sorprendere dal punto di vista della collaborazione militare e non rappresenta una novità nel panorama geopolitico regionale. Se invece l'esercitazione viene inserita in un contesto più ampio, è chiaro che queste azioni russe - parallele a quelle multilaterali - dimostrano una chiara volontà di proiettare un'immagine di forza militare alternativa a quella dell’Alleanza Atlantica attorno ai luoghi di frizione con l'Occidente. In questa prospettiva la cooperazione militare Sino-Russa e Centro-Sudasiatica diventano un nuovo ed importante scenario della crescente competizione tra l'universalismo occidentale e la sua sempre più forte alternativa eurasiatica.