Come gestire la sicurezza del personale e del proprio business all’estero

La SSI S.r.l. ha redatto un interessante manuale su come gestire la sicurezza del personale e del proprio business all’estero; ne pubblichiamo un breve ma esaustivo sunto.

Come gestire la sicurezza del personale e del proprio business all’estero

Quando un’impresa si internazionalizza, deve affrontare i rischi e le incertezze proprie di un ambiente diverso da quello domestico. Tali difficoltà sono eterogenee e vanno dai rischi di carattere socio-politico fino alle carenze macro e microeconomiche del Paese straniero.
L’utilizzo combinato di Analisi Rischio Paese, realizzate da società specializzate, e di servizi di global security pensati per la tutela preventiva, riducono il rischio di esposizione dell’azienda e dei suoi manager, migliorano la salvaguardia del personale in missione all’estero e permettono all’impresa di espandersi a livello globale. Questi strumenti sono il modo migliore per proteggere il personale e mantenere al sicuro l’attività d’impresa.
Le informazioni quindi, rappresentano il punto di partenza imprescindibile nel concetto di security e vanno elaborate con un metodo consolidato e da personale con esperienze specifiche sia sul tipo di attività, sia del contesto geografico e socio-politico. Solo in questo le informazioni raccolte potranno diventare un quadro informativo concreto e affidabile, quindi utile nei modi e nei tempi necessari al Security Manager per poter operare e gestire il quadro operativo nel suo divenire. Per questo è fondamentale avere a disposizione sia informazioni di qualità, sia un processo di analisi di efficacia consolidata sviluppato da personale esperto.
Abbiamo realizzato questa guida sulla base della nostra esperienza decennale, per aiutare le aziende a essere realmente sicure, acquisendo ed elaborando le informazioni necessarie per prendere, con cognizione di causa, le decisioni strategiche inerenti il loro business in teatri diversi da quello domestico.

Operare all’estero
Nel 2015 due tecnici italiani della Bonatti furono uccisi in Libia e tre dirigenti della stessa azienda furono condannati a Tripoli dopo un processo sommario. La morte di Salvatore Failla e Fausto Piano, poteva essere evitata se fossero state adottate da parte dell’azienda misure di sicurezza idonee.
Negli ultimi 5 anni sono stati sequestrati nei paesi nordafricani ben 15 lavoratori italiani; nonostante i numeri, dietro i quali ci sono le persone e le famiglie, il fenomeno non viene preso nella giusta considerazione.
Tutti gli anni i media riportano casi di aziende multinazionali denunciate per aver messo a rischio l’’incolumità del proprio personale o, addirittura per incidenti con esito infausto evitabile, incorso al personale in trasferta.
La legge italiana infatti prevede che l’azienda prenda ogni misura per tutelare il proprio personale mandato all’estero. Se ciò non avviene, l’AD e il Responsabile della Sicurezza incorrono in responsabilità penali dirette. 
Nonostante questo sono poche le aziende che si dotano di protocolli affidabili di intelligence per prevenire il problema.
Le direzioni aziendali spesso credono di fare tutto il possibile per proteggere i propri dipendenti e collaboratori in missione all’estero ma poi, alla prova dei fatti, non è così e si espongono a rischi che non sono nemmeno nella condizione di poter prefigurare. Rischi per il personale, rischi per la propria posizione legale e la reputazione.
Ovviamente il datore di lavoro non può evitare in assoluto questi eventi, ma è suo dovere, legale oltre che morale, attuare tutte le misure di sicurezza volte a prevenire il rischio.
Per questo motivo nei preventivi vanno sempre conteggiati anche i costi di prevenzione del rischio paese, stimabili attraverso un’analisi da richiedere a società specializzate, contestualizzata nel teatro operativo per il momento specifico in cui si intende operare.

Organizzare – Coinvolgere le persone giuste
La prevenzione dei rischi e la protezione dei propri  interessi all’estero impatta sul business, sul personale, sulla reputazione, sugli affari legali e sul rischio legale dei dirigenti. In un programma di prevenzione e gestione  dei rischi sono coinvolte diverse persone, con ruoli differenti sia all’interno, sia all’esterno dell’impresa. Il primo passo di una strategia efficace è coinvolgere le persone giuste e stabilire che si abbia la responsabilità del coordinamento: il Security Manager.
L’assenza di coordinamento tra le persone coinvolte rappresenta il più grande rischio di un programma di Security, sia nella pianificazione, sia nella gestione delle eventuali crisi.
Sono quattro i soggetti interni che devono collaborare:
- Il Top management
- Il Responsabile delle Risorse Umane
- Il responsabile degli Affari Legali
- Il Security Manager
Sono due i soggetti esterni:
- La società che si occupa dell’analisi del rischio paese
- La società che organizza la trasferta in sicurezza

Analizzare – Definire la reale mappa dei rischi
La raccolta dei dati e delle informazioni non è sufficiente senza un’analisi che ne interpreti correttamente il significato. Se le informazioni sono il punto di partenza nel concetto di Security, si rendono poi necessari un metodo consolidato e un bagaglio di esperienza specifici per la costruzione di un quadro informativo affidabile. Per esperienza specifica si intende uno storico di attività di intelligence sviluppate nel contesto specifico. Solo così il quadro informativo generato potrà ritenersi affidabile.
Quando si rende necessario intervenire per riportare a casa il personale in una situazione pericolosa, lo si deve al fatto che il quadro informativo da cui si sono generate le previsioni di rischio non era stato sviluppato da personale esperto, basandosi su informazioni imprecise e non verificate. Questo ha così condotto in modo repentino da un livello di prevenzione a un livello di contenimento del rischio, con aumento sia dei costi, sia dello stress del personale in missione, con l’aumento esponenziale del rischio di conseguenze irreversibili.
Le migliori analisi si basano sul monitoraggio attivo dei diversi aspetti contestuali nei luoghi in cui l’azienda si trova a operare, partendo dagli aspetti generali, fino a toccare scenari specifici che riguardano le attività svolte dall’organizzazione. Tutto deve essere svolto in un’ottica di Security Policy, pensata per la tutela preventiva rispetto a possibili evoluzioni critiche. Tali ananlisi, sono molto efficaci come base per le valutazioni sia verso l’assunzione di incarichi in determinati contesti, sia per le modalità operative da adottare da parte del personale dislocato in loco. Inoltre fornirà dati e parametri per mantenere,laddove richiesto, una capacità di risposta tattica immediata, con uomini e mezzi adatti al tipo di situazione, azzerando dei tempi di reazione che  spesso possono fare la differnza. Il servizio di Analisi Rischio Paese è adeguato quando è costituito da una valutazione preliminare di rischio, cosiddetta Rapporto di Vulnerabilità con cadenza sememstrale, una serie di aggiornamenti con cadenza quindicinale e di Bollettini di Allerta estemporanei inerenti criticità ad alto rischio. 


Fonte: www.sservizi.it




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Provvedimento n.229 dell'8 maggio 2014 - pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 126 del 3 giugno 2014.

Consulta il testo del provvedimento
http://www.eu/ita/archivio/Come-gestire-la-sicurezza-del-personale-e-del-proprio-business-allestero-752-ITA.asp 2020-01-03 daily 0.5