Come verrà finanziato il Southern Gas Corridor (di John Roberts)

Il Corridoio Meridionale del Gas è un progetto eccezionalmente costoso, sebbene i suoi costi si siano ridotti a causa del calo dei prezzi delle materie prime, soprattutto l’acciaio.

Per l’Azerbaijan il corridoio ha un’importanza cruciale poiché costituisce una fonte enorme di potenziali ricavi dall’export di gas sia naturale che condensato, 6 miliardi di metri cubi dei quali andranno ogni anno in Turchia dalla fine del 2018 e 10 miliardi di metri cubi andranno ogni anno in altri paesi dall’inizio del 2020. Altrettanto guadagno sarà generato dal gas condensato prodotto insieme al gas naturale che può essere esportato attraverso l’oleodotto esistente Baku-Tbilisi-Ceyhan. Ma come sarà finanziata la quota dell’Azerbaijan in questo progetto? La risposta più esauriente si trova nella presentazione fatta al Natural Resources Forum a Londra il 28 giugno dall’analista azera dell’energia Gulmira Rzayeva. 

La società statale azera Socar ha la più grande partecipazione in tutti gli elementi del Corridoio Meridionale del Gas che inizialmente è costato circa 45 miliardi di dollari USA, ma secondo il Ministro dell’energia azero Natiq Aliev si prevede oggi che costerà 39,1 miliardi di dollari USA. 

Non è ancora chiaro quanto denaro Socar dovrà raccogliere per finanziare la sua quota. Rzayeva, che attualmente collabora con l'Oxford Institute for Energy Studies per i programmi regionali energetici nelle aree del Caspio e il Mar Nero, ha riferito che la quota totale dell’Azerbaijan nei progetti del Corridoio Meridionale del Gas ammonta a 12,1 miliardi di dollari USA – la cifra che corrisponde ai preventivi originali per tutto il pacchetto di progetti relativi al Corridoio pari a 44-45 miliardi di dollari USA (vedi tabella in calce).

Tuttavia, Rzayeva ha fornito solamente i dati concernenti la somma di circa 11,3 miliardi di dollari del finanziamento passato e futuro, un livello che potrebbe rispecchiare i preventivi ridotti. 

Durante la conferenza Caspian Oil & Gas tenuta il 2 giugno, Aliev ha annunciato: “Nelle attuali condizioni si stima che la spesa per la seconda fase del progetto Shah Deniz (SD2) è pari a 23,8 miliardi di dollari inclusa l’espansione del South Caucasus Pipeline (4,9 miliardi di dollari). Il costo della costruzione del Trans-Anatolian Gas Pipeline (Tanap) è attualmente stimato in 9,3 miliardi di dollari, la costruzione del Trans-Adriatic Pipeline (TAP) in 6 miliardi di dollari.”

Con Socar che tiene la partecipazione del 16,7% nel SD2, del 58% nel Tanap e del 20% nel TAP, tutto questo implica per la società un obbligo complessivo di circa 10,45 miliardi di dollari. Secondo Rzayeva, Socar ha già garantito il finanziamento di circa 4,2 miliardi attraverso vari progetti, con 2,3 miliardi provenienti sotto forma di titoli rilasciati dal Fondo Statale Petrolifero dell’Azerbaijan (Sofaz) che ha accumulato denaro durante gli anni dei boom petroliferi con lo scopo di investire nello sviluppo economico del paese nei tempi in cui i ricavi dagli idrocarburi non sono così alti. Ulteriori 1,7 miliardi di dollari sono stati garantiti sotto forma di fondi azionari del governo.

Rzayeva ha riferito che attualmente Socar è in procinto di contrarre un nuovo debito pari a 7,7 miliardi attraverso i finanziamenti da parte della società costituita per il Corridoio nella quale il governo ha la partecipazione del 51% e Socar del restante 49%. Questo porterà il suo debito totale relativo ai progetti del Corridoio Meridionale del Gas fino a 11,3 miliardi di dollari. Secondo l’analista, Socar ha già speso 2,1 miliardi di dollari per i progetti del Corridoio. La maggior parte di questo denaro quasi certamente sarà destinato allo sviluppo della parte upstream, ovvero la seconda fase del progetto Shah Deniz (SD2) per la quale sono stati stipulati contratti per un valore di 12 miliardi di dollari dal mese di dicembre del 2013 quando era stata presa la decisione del finanziamento finale del progetto.

Rzayeva non si è soffermata in dettaglio sulla partecipazione diretta del Ministero dell’Energia pari a 1,7 miliardi di dollari nella società del Corridoio Meridionale del Gas. Mentre questo diminuisce il fabbisogno di finanziamento, la maggior parte di questo denaro -se non tutto- dovrebbe provenire da Sofaz, quindi, in effetti, questo equivale ad un altro finanziamento del progetto da parte di Sofaz. Però, specifica Rzayeva, le risorse di Sofaz sono abbondanti – il fondo detiene circa 33,4 miliardi di dollari, una somma sufficiente a creare un cuscino che potrebbe essere utile nei tempi dei prezzi instabili dell’energia.

Inoltre, Rzayeva riporta che Baku sta lavorando duramente sia per diversificare l’economia affinchè non dipenda solo dagli idrocarburi sia per tenere la spesa pubblica sotto controllo. Nel 2014 l’economia non relativa agli idrocarburi è cresciuta del 6,9%, giusto una frazione in meno rispetto al 7% programmato. Quest’anno l’obiettivo è di raggiungere il 9% di crescita in questo settore. Il budget nazionale è stato modificato poiché i ricavi dalla vendita del petrolio, la sua voce principale, sono basati sul prezzo di 25 dollari a barile anziché 50 dollari previsti. A meno che il continuo rialzo dei prezzi del petrolio oltre i 25 dollari a barile incrementi le entrate del governo (ed è probabile che accada), tutto questo lascerà il budget in deficit con la spesa totale pari a 18,5 miliardi di AZN (11,97 miliardi di dollari USA) contro le entrate pari a 16,8 miliardi di dollari. 

Inoltre, visto che già ci si aspetta che Sofaz aiuterà a finanziare la spesa di quest’anno con circa 7,6 miliardi di AZN, ogni deficit dovrà essere coperto o dai prestiti statali o da ulteriori prelievi dai fondi gestiti da Sofaz. Tuttavia, Rzayeva ha sottolineato che l’Azerbaijan ha concluso il 2015 con un avanzo delle partite correnti pari al 0,4%, mentre l’inflazione era soltanto pari al 4% annuo. In aggiunta, la crescita annuale del paese è stata mediamente del 3,2% annuo nel corso degli ultimi 5 anni. 

Rzayeva si è dimostrata ottimista in merito alla velocità con cui l’Azerbaijan potrebbe generare un ulteriore guadagno dal Corridoio Meridionale del Gas. Gli iniziali 16 miliardi di m³/anno di gas per la Turchia ed altri paesi europei proverranno da SD2. Però l’analista ritiene che già negli anni 2021-22 potrebbero esserci ulteriori 5 miliardi di m³/anno di gas disponibili per l’inserimento nel sistema del Corridoio Meridionale del Gas dal deposito di Absheron, il cui sviluppo viene discusso con Total, l’operatore del deposito.

Inoltre, Rzayeva ha citato la relazione dell’Oxford Institute for Energy Studies, dove si stima che negli anni 2026-2027 ulteriori 5-7 miliardi di m³/anno potrebbero provenire da Umid, un deposito che viene sviluppato da parte di Socar stesso, e che a partire dagli anni 2027-2028 saranno disponibili altri 4-6 miliardi di m³/anno dalle profondità del giacimento petrolifero Azeri-Chirag-Guneshli. Tuttavia, ha anche sottolineato che uno degli scenari richiede che Umid cominci un’importante produzione orientata all’export già nel 2022. 

Come riferisce l’analista, dagli anni 2030-2035 altri 15 miliardi di m³/anno possono essere inseriti in produzione da vari programmi di espansione dei depositi esistenti e dallo sviluppo di nuovi depositi. In generale, tuttavia, ha avvertito che “l’accelerazione dello sviluppo dipende dalla stipulazione dei contratti di vendita del gas con i mercati adatti, la disponibilità delle trivellatrici e la capacità commerciale dei progetti”.  

Per coincidenza, il 28 giugno Socar stesso ha fornito ulteriori dettagli in merito alle loro spese durante una presentazione a Baku nella quale ha riferito che 12 dei circa 24 miliardi di dollari destinati per il gruppo SD2 - il che comprende le spese sia per l’upstream di SD2 che per l’espansione del South Caucasus Pipeline attraverso l’Azerbaijan e la Georgia – hanno raggiunto 12 miliardi. Socar ha anche comunicato che per quanto riguarda Tanap sono stati già investiti circa 2,09 miliardi dell’investimento totale previsto pari a 9,2 miliardi di dollari. Questa cifra di 9,2 miliardi è leggermente inferiore alla cifra di 9,3 miliardi citata da Aliev durante la Conferenza sul gas e petrolio del Caspio tenuta il 2 giugno, ma questo può essere semplicemente dovuto al tentativo di arrotondare l’ultima stima. 

Invece, quello che potenzialmente ha la maggior importanza è la relazione del 24 giugno da parte dell’agenzia di notizie azera ABC che, comunicando in via ufficiale che l’oleodotto TAP dalla frontiera greco-turca a quella italiana (che costituisce l’ultima tappa del complesso del Corridoio Meridionale del Gas) includerà 2,3 miliardi di euro (2,55 miliardi di dollari) di investimenti per la Grecia, ha quantificato il costo totale della linea TAP in 6,2 miliardi di euro (6,86 miliardi di dollari). Il 2 giugno Aliev aveva riferito un costo pari a 6 miliardi di dollari. TAP stesso non ha mai pubblicato alcun preventivo di costi per la linea. Però tenendo tutte queste cifre a mente, bisogna considerare un fatto. Come ha detto Aliev ai giornalisti a Baku il 2 giugno: “Vengono fatte regolarmente rivalutazioni delle spese previste”.

(Tratto da: http://www.naturalgaseurope.com/financing-the-southern-gas-corridor-30333)




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Provvedimento n.229 dell'8 maggio 2014 - pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 126 del 3 giugno 2014.

Consulta il testo del provvedimento
http://www.eu/ita/archivio/Come-verra-finanziato-il-Southern-Gas-Corridor-di-John-Roberts-265-ITA.asp 2016-07-27 daily 0.5