Cooperazione economica e dialogo politico tra Italia ed Asia Centrale: il successo del format 1+5 (di Fabio Indeo)

L’organizzazione del secondo meeting Italia-Asia Centrale - ospitato nella capitale uzbeka  Tashkent l’otto Dicembre 2021 - conferma l’indirizzo strategico intrapreso dal governo  italiano, volto a rafforzare il proprio peso politico e diplomatico nella regione attraverso il coinvolgimento di tutte le nazioni centroasiatiche nel forum di dialogo 1+5, piattaforma privilegiata per intavolare una cooperazione inclusiva, nel rispetto delle peculiarità, degli interessi nazionali e dei problemi specifici delle cinque repubbliche post sovietiche.

All’incontro di Tashkent hanno partecipato il Ministro degli Esteri italiano Di Maio e il Sottosegretario Di Stefano, oltre ai ministri degli esteri di Uzbekistan, Kazakhstan, Kirghizistan e Tagikistan, il Rappresentante Speciale della UE per l’Asia Centrale Ambasciatrice Hakala, mentre il Turkmenistan ha inviato un video messaggio in quanto il ministro degli esteri turkmeno non ha potuto recarsi in Uzbekistan a causa della restrizioni sui viaggi legati alla pandemia. È importante sottolineare la partecipazione turkmena, in quanto testimonia una sorta di nuovo corso nella politica estera nazionale (tradizionalmente improntata sulla neutralità positiva declinata nel rifiuto di aderire alle varie organizzazioni regionali di cooperazione multilaterale, vedi Organizzazione della Cooperazione di Shanghai, Unione Economica Euroasiatica), che trova espressione nella presenza di Ashgabat nei diversi meeting svoltisi secondo il format 1+5, non solo con il nostro paese ma anche con Stati Uniti, Cina e recentemente Russia.

La situazione in Afghanistan è stato uno degli argomenti principali discussi in questo meeting:per quanto un eventuale riconoscimento e legittimazione del governo Taliban sia  un’opzione momentaneamente congelata, si rende chiaramente necessaria l’elaborazione e l’adozione di un approccio politico-diplomatico con la nuova leadership al potere a Kabul, 
trovando un modus vivendi che permetta di  gestire ed affrontare le diverse problematiche esistenti, dalla cooperazione umanitaria al mantenimento di uno scenario di sicurezza nazionale (e di riflesso regionale), diritti delle donne e delle minoranze etniche.

Parallelamente, il governo italiano tiene consapevolmente in considerazione le legittime preoccupazioni - in termini di sicurezza e stabilità - espresse non soltanto dalle tre nazioni confinanti con l’Afghanistan (Uzbekistan, Tagikistan e Turkmenistan), in quanto tutte le repubbliche centroasiatiche percepiscono la loro pericolosa esposizione ad una condizione di vulnerabilità, legata alle minacce di destabilizzazione che provengono dall‘Afghanistan, ovvero dover fronteggiare potenziali incursioni o attacchi terroristici all‘interno dei propri confini nazionali o gestire un’emergenza migratoria in termini di logistica, assistenza economica ed accoglienza, e di eventuale rimpatrio nel loro paese d’origine.

Nel corso del meeting un attenzione particolare è stata dedicata alla cooperazione in ambito sanitario e culturale, oltre all’impegno dei rappresentanti politici coinvolti di approfondire ulteriormente la proficua partnership economico-commerciale tra le parti. Indubbiamente, la volontà di rafforzare la cooperazione in ambito sanitario, supportando gli sforzi delle autorità sanitarie nazionali per fronteggiare l’emergenza pandemica covid  rafforza notevolmente l’immagine e il ruolo dell’Italia come partner affidabile e rilevante per queste nazioni. A conferma dello sforzo diplomatico intrapreso dal nostro governo, si rilevi la composizione di elevato profilo della delegazione inviata alla conferenza, che includeva - oltre ai rappresentanti politico-governativi - il Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Silvio Brusaferro, il Presidente di ICE-Agenzia Carlo Maria Ferro, l’Amministratore Delegato di SIMEST Mauro Alfonso, nonché alti funzionari di SACE, Confindustria e The European House Ambrosetti.

Anche la collaborazione in ambito scientifico ed accademico costituisce un interessante aspetto della partnership tra l’Italia e le repubbliche centroasiatiche: infatti, una parte del summit è stata dedicata alla cooperazione scientifica ed accademica con una tavola rotonda inaugurata dal Sottosegretario Di Stefano ed organizzata dal Centro di Ricerca Marco Polo – Center for Global Europe-Asia Connections dell’Università Cà Foscari di Venezia e l’International Institute Center for Global Europe-Asia Connections di Tashkent., che ha visto la partecipazione (sia in presenza che da remoto) di accademici e ricercatori - alcuni dei quali afferenti anche all’Osservatorio Asia Centrale Caspio - espressione di università italiane e centroasiatiche.

Negli ultimi due anni il nostro paese ha dimostrato una crescente attenzione verso la regione: nel 2019, il Sottosegretario Di Stefano visitò tutte e cinque le repubbliche centroasiatiche, con l’intento di promuovere con queste nazioni relazioni politiche e diplomatiche su basi solide e di lunga durata, mentre il 13 dicembre 2019 venne organizzata a Roma la conferenza ““Italia e Asia Centrale: Rafforzare la conoscenza reciproca, la cooperazione e il partenariato”, che di fatto inaugurava il format di cooperazione 1+5. 

L’Italia è stata la prima nazione europea ad adottare questa piattaforma inclusiva di cooperazione e dialogo, che ha consentito di delineare una strategia finalizzata alla promozione, perseguimento e protezione degli interessi italiani nella regione.

I riflessi positivi di questa rinnovata partnership appaiono evidenti in ambito politico-diplomatico, con la visita in Italia del presidente turkmeno Berdymuhammeddow nel novembre 2019, le visite di vari ministri italiani nelle repubbliche centroasiatiche e la recente inaugurazione (novembre 2021) dell’ambasciata del Kirghizistan in Italia, mentre potrebbe essere aperta nei prossimi mesi un’ambasciata italiana a Bishkek (sino ad oggi l’ambasciata italiana a Nur Sultan ha competenza per Kazakhstan e Kirghizistan).

L’Italia vanta comunque una rete consolidata di relazioni commerciali con le repubbliche centroasiatiche, in modo particolare con il Kazakhstan (dal 2018 l’Italia è la prima destinazione dell’export kazako ed è al terzo posto nella classifica sull’interscambio commerciale, dopo Russia e Cina, oltre alla cooperazione in ambito energetico) e l’Uzbekistan (cooperazione economica in crescita grazie anche alla politica di apertura intrapresa dal presidente Mirziyoyev, con focus particolare nel settore tessile ed agroalimentare), ovvero le due principali economie della regione e le nazioni maggiormente impegnate nella promozione di una cooperazione regionale endogena, ovvero esclusivamente centroasiatica. 

Il nostro paese può sfruttare alcuni asset attrattivi e di sicuro impatto, come la promozione dei prodotti “Made in Italy” nel settore dell’abbigliamento, calzature, arredamento (con grandi prospettive nei maggiori mercati regionali come Kazakhstan ed Uzbekistan), nella tecnologia industriale avanzata e facendosi promotore di investimenti orientati in settori strategici chiave, come lo sviluppo nella produzione di energie rinnovabili (vedi realizzazione parco eolico e centrale solare in Kazakhstan) e più in generale nella produzione di energia non fossile (vedi investimenti Salini-Impregilo nella centrale idroelettrica di Roghun in Tagikistan).

Il format 1+5 costituisce oggi la principale piattaforma di collaborazione adottata anche dalle tre nazioni con la maggiore influenza geopolitica nella regione, ovvero Cina, Russia e Stati Uniti (in realtà, la prima nazione ad aver adottato questo format è stato il Giappone nel 2004, seguito da Corea del Sud nel 2007 ed UE nel 2008). Gli Stati Uniti hanno inaugurato il format 1+5 con le repubbliche centroasiatiche nel 2015, e al momento si configura come la piattaforma di cooperazione più completa ed esaustiva in quanto include tutti gli ambiti di potenziale collaborazione (politica, economica, energetica, securitaria, infrastrutturale).

Rispetto ai format 1+5 promossi da Cina e Russia nel 2020, nella strategia statunitense la dimensione securitaria riveste un peso rilevante, ovvero la cooperazione in materia di antiterrorismo, cosi come l’auspicata adozione di riforme, esigenza che non si riscontra nell’approccio di Mosca e Pechino maggiormente focalizzato sulla cooperazione economico-commerciale.

L’approccio inclusivo promosso dall’Italia mira ovviamente a rafforzare e consolidare la posizione politica ed economica del nostro paese in Asia Centrale, ritagliandosi uno spazio potenzialmente influente in un quadro geopolitico dove Cina e Russia interpretano il ruolo di partner indiscussi in ambito economico e securitario, oltre che in termini di investimenti e prestiti. Indubbiamente, non traspare nella strategia italiana alcuna ambizione finalizzata ad erodere l’influenza sino-russa: allo stesso tempo però, il nostro paese ha la possibilità concreta di legittimarsi ulteriormente come partner privilegiato, beneficiando della crescente esigenza degli stati centroasiatici di ampliare le relazioni economico-commerciali e diplomatiche, in un’ottica di diversificazione in politica estera.


Fabio Indeo

Fabio Indeo, PhD in Geopolitica, analista per NATO Defense College Foundation (Central Asia)  e membro del comitato esecutivo dell'Osservatorio Asia Centrale Caspio. Dal 2014 Indeo è analista per Eurasian Business Dispatch.

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Provvedimento n.229 dell'8 maggio 2014 - pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 126 del 3 giugno 2014.

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http://www.eu/ita/archivio/Cooperazione-economica-e-dialogo-politico-tra-Italia-ed-Asia-Centrale-il-successo-del-format-15--di-Fabio-Indeo-1123-ITA.asp 2022-03-21 daily 0.5