Dall'Italia in Asia Centrale e Cina attraverso la zona franca del Kyrgyzstan (di Giorgio Fiacconi)

Bishkek (Kyrgyzstan) -  Il  Kyrgyzstan è poco conosciuto in Italia, eppure è un paese che basa gran parte della sua economia sulle operazioni commerciali con importazioni e riesportazioni di una certa consistenza in diversi settori. Quello che poi non è sempre conosciuto è il fatto che il Kyrgyzstan che ha una lunga frontiera con la Cina , ha un intenso traffico commerciale con la Cina occidentale , dove la città di Urumqi capital dello Xinjiang ( la provincia cinese più occidentale ) funge da hub per la esportazione di qualsiasi prodotto fabbricato in Cina , da macchine agricole, ed automezzi, a materiali per la costruzione, mobili, tessuti ed abbigliamento ma anche prodotti alimentari.

Il giro d'affari è di diversi miliardi di dollari all'anno ed il traffico quasi esclusivamente su gomma, è consistente e giornaliero attraverso due passi principali quello di Torugart e quello di Irkestan. I camion ritornano molto speso vuoti o quasi vuoti, quindi il costo di trasporto dal Kyrgyzstan alla Cina si riduce in modo considerevole. La stessa cosa avviene anche per il trasporto di merci Kyrgyze verso il Kazakhstan e la Russia, specialmente i paesi della Siberia dove i commercianti Kyrgyzi mantengono una propria base logistica che assicura le vendite ed i pagamenti.  Il Kyrgyzstan è l’unico paese dell’ Asia Centrae ad avere una politica valutaria molto liberale, per cui pagamenti e rimesse possono essere fatti in tempi reali senza gli ostacoli burocratici e particolari formalità ma semplicemente fornendo al fattura e le coordinate bancarie del beneficiario.

Ora in Kyrgyzstan esiste da tempo una zona franca, chiamata FEZ Bishkek, (www.fez.kg  )in cui tutte le merci di provenienza estera e locale possono entrare ed uscire, subendo o meno manipolazioni e trasformazioni, senza il pagamento di dazi doganali ( circa 10% + tasse amministrative )  e IVA  ( 12%) o tasse sul profitto (10%), ma semplicemente assoggettando la transazione ad una ridotta tassa amministrativa a copertura dei costi della zona franca. Sempre nella zona franca è possibile costruire magazzini ed uffici o affittare degli spazi riducendo in modo notevole qualsiasi investimento. Infine va rilevato che  le merci rimangono di  proprietà del fornitore che in pratica spedisce le stesse a se stesso attraverso una sua società o un agente locale.  Dalla FEZ  le merci vengono dirottate verso i diversi mercati dell’ Asia Centrale in esenzione doganale, anche se esiste la possibilità di vendere sul mercato Kyrgyzo ma in questo caso assoggettando la transazione a tutte le tasse dovute , come se si trattasse di un importazione direttamente dall'estero- Le società nella zona franca sono soggette ad uno speciale regime autonomo coordinato dal Direttore generale della FEZ e possono essere possedute al 100% da cittadini stranieri, le operazioni bancarie possono essere condotte tramite qualsiasi banca presente nel paese anche se nella zona franca esiste una banca specifica ( Asia Bank ) che può gestire qualsiasi operazione finanziaria in entrata ed uscita. I vantaggi per gli operatori Italiani interessati ai  mercati dell’ Asia centrale, Russia meridionale , Siberia e Cina dell’ Ovest sono notevoli e non sono solo di carattere finanziario, ma e soprattutto di carattere commerciale. Gli operatori Cinesi , Russi e dell’ Asia centrale , non sempre riescono ad ottenere visti Shengen per visitare l’ Italia in tempi brevi e questo scoraggia le transazioni, inoltre trattandosi di nuovi prodotti e nuovi fornitori la fiducia ha limiti e può essere solo superata attraverso l’ esposizione permanente dei prodotti che si vuole vendere ed un incontro diretto. Nel giro di 24 ore un Cinese o un Russo o un Kazako,  ( ma anche un Tagiko o un Uzbeko ) in macchina o in aereo possono visitare il Kyrgyzstan, prendere visione delle merci e definire gli accordi di acquisto e spedizione verso la destinazione finale. In un mercato che opera soprattutto con operazioni e pagamenti in contanti la celerità di acquisto e di vendita è di estrema importanza ed è questo che fanno le aziende Turche che forse possono definirsi come i potenziali concorrenti più agguerriti di noi Italiani . Il mercato è alla ricerca di prodotti di qualità e le merci Italiane godono di grande attenzione ma purtroppo non esiste offerta e quindi la creazione in zona franca di un magazzino che agisca da show-room e deposito potrebbe essere la risposta adeguata per incrementare le nostre esportazioni. Una simile zona franca è stata recentemente realizzata anche in Kazakhstan al confine con la Cina, ma la FEZ di Bishkek ha logisticamente maggiori vantaggi per la facilità di comunicazioni e trasporti. Con il Kyrgyzstan nuovo membro dell’ Unione doganale Russa e dell EEU  ( Eurasian Economic Union ) che garantisce la libera circolazione in esenzione doganale di tutte le merci dei paesi aderenti all'Unione una show-room in Kyrgyzstan e l’ esportazione verso i paesi dell’ Unione doganale apre un mercato di 200 milioni di abitanti senza contare la potenzialità delle provincie della Cina dell’ Ovest. Va infine aggiunto che per il Kyrgyzstan esistono voli giornalieri dall'Italia Via Istanbul, Baku e Mosca e che i cittadini Italiani non hanno bisogno di alcun visto o formalità di ingresso ma solo di un passaporto valido.

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Giorgio Fiacconi (gfiacconi@gmail.com)  è il fondatore ed editore del The Times of Central Asia (www.timesca.com)  che dal 1999  pubblica informazioni politiche ed economiche sull'Asia Centrale. Già console onorario d’ Italia in Kyrgyzstan per oltre un decennio, è di base a Bishkek in Kyrgyzstan. 




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