Déjà vu: petrolio e shale gas verso una nuova deriva ribassista? (di Nick Cunningham)

L’industria di scisto americana rischia di avere un danno dall’aumento della produzione che, invece, sperava di sfruttare.

La produzione di scisto è salita di 700.000 barili al giorno da quando ha toccato il fondo nel mese di settembre del 2016, aumentando costantemente fino a 9,33 milioni di bpd a giugno, secondo le ultime stime settimanali dell'Agenzia internazionale dell'energia (AIE). L’AIE riferisce che la produzione di petrolio in America può concludere l’anno 2017 con un aumento di 920.000 bpd rispetto all’anno precedente. La maggior parte degli esperti prevede che l’aumento della produzione continui anche l’anno prossimo; secondo l’AIE, potrebbe salire di altri 780.00 bpd.

E‘ probabile che queste cifre, se si avverassero, possano riflettersi negativamente sui prezzi del petrolio. Tuttavia, il mercato potrebbe non arrivare a quel punto in quanto una ulteriore flessione del prezzo del petrolio, magari favorita dai paesi produttori, potrebbe potenzialmente bloccare i loro ambiziosi piani di sviluppo. 
“Le prospettive di crescita del mercato auspicate dai tanti protagonisti del settore «Exploration and Production» sembrano inconsistenti nel migliore dei casi e non resistenti al prolungato abbassamento dei prezzi del petrolio”, scrivono nella loro relazione di ricerca Timothy Rezvan e James Lizzul, analisti di Mizuho Securities USA. Tante compagnie di scisto sono già a metà delle loro campagne di trivellazione, con vendite a termine già concluse. Ed in ogni caso potranno sempre sospendere i loro progetti se i prezzi continuassero a calare così come il mercato sembra presagire.

Bloomberg riferisce che la società Bakken vedrà tanti pozzi diventare non redditizi con il WTI a 45 dollari al barile, così come molti giacimenti di Eagle Ford e Niobrara diventeranno meno profittevoli. Il giacimento della SCOOP (South Central Oklahoma Oil Province) in Oklahoma e le parti del bacino Permiano iniziano a risentire di una seria tensione causata dal prezzo di 40 dollari al barile. “Il giacimento Permiano sta ancora andando avanti, non crolla, ma non penso che il prezzo di 40 dollari al barile lo facciano crescere,” ha detto a Bloomberg James Williams, Presidente di WTRG Economics. Gli analisti di UBS AG hanno affermato che i 45 dollari al barile “hanno rallentano lo sviluppo della maggior parte dei giacimenti di scisto degli USA”.

Esistono anche altri problemi per lo shale gas: sebbene i trivellatori di scisto si siano vantati di aver abbassato i prezzi di produzione, la produttività inizia a calare. In realtà, i costi di trivellazione stanno di nuovo aumentando perché il mercato dei servizi per i giacimenti petroliferi (impianti, attrezzature e personale di fracking) è sempre più in difficoltà. Inoltre, le aziende di scisto avevano scommesso sui prezzi alti all'inizio di quest’anno, non assicurandosi per il 2018 allo stesso livello del passato con derivati sugli eventuali cali di prezzo. Questo lascia tante aziende esposte ai prezzi bassi, una situazione che potrebbe alla fine anche costringerle a tornare a trivellare intensivamente correndo il rischio però di generare ulteriori tensioni ribassiste.
Questi problemi si ripercuotono sul mercato che sembra essere di nuovo saturo. Il mercato dei futures si è spostato bruscamente verso una fase di "contango" nelle ultime settimane: una situazione nella quale i contratti a breve termine vengono negoziati a prezzi più bassi di quelli a lungo termine. Tale situazione di prezzo riflette le preoccupazioni sulla sovrapproduzione a breve termine. Quanto sopra desta particolare preoccupazione dato che la migliore speranza dei produttori OPEC era di indurre una fase di backwardation nel mercato dei futures. Backwardation è il contrario di contango, una curva verso il basso con il grezzo a prezzi premium per la vendita con consegna immediata. Questo avrebbe permesso ai produttori di finire le scorte perché per gli acquirenti sarebbe più costoso comprare e contestualmente immagazzinare il greggio.

Il mercato si trova nella situazione di "contango ripidissimo” da novembre. Probabilmente non è una coincidenza che i traders di petrolio si rivolgano di nuovo alle unità galleggianti di stoccaggio. Reuters riferisce che un numero crescente di vecchie petroliere sono state date in appalto per lo stoccaggio di petrolio nell’Asia Sudorientale. Questa fase di mercato permette ai distributori di pagare per lo stoccaggio e vendere poi il petrolio a prezzi più alti. “Troppo petrolio non venduto si dirige verso l’Asia”, ha dichiarato in una intervista a Reuters Oystein Berentsen, l’amministratore delegato dell’azienda di commercio petrolifero Strong Petroleum.
Contango, backwardation, unità galleggianti, questi termini potrebbero sembrare un misterioso gergo industriale, ma il punto principale è che, allo stato attuale, il petrolio viene stoccato sulle petroliere perché ce n’è troppo sul mercato.

“C’erano tante aspettative che le scorte diminuissero e che questo potesse portare ad un mercato più stretto quest’anno e negli anni successivi,” ha detto a Bloomberg Olivier Jakob, direttore della società di consulenza Petromatrix GmbH. “questa previsione non si è avverata e le aspettative di riequilibrare il mercato iniziano a dissiparsi”.

In breve, ci sono segni sempre più evidenti che il mercato petrolifero è ancora “tristemente” saturo. Ciò potrebbe, quindi, deteriorare definitivamente il mercato dello shale gas statunitense. Reuters riferisce che recentemente otto importanti hedge funds hanno tagliato i loro investimenti nelle dieci più grosse aziende di scisto, diminuendo la loro esposizione di 400 milioni di dollari. Sembra che il motivo sia la preoccupazione che i prezzi del petrolio crollino a causa della trivellazione eccessiva. Questa mossa da parte dei fondi speculativi è ancora più illuminante perché essi hanno ridotto considerevolmente le loro posizioni nelle aziende che trivellano nel bacino Permiano, il giacimento di scisto più attraente del paese.

Se i margini del giacimento "best attractive" non sembrano più così interessanti, allora potrebbe essere veramente in crisi, forse irreversibile, il mercato dello shale gas.

(Tratto da www.oilprice.com)




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