Dove va il Kyrgyzstan? Intervista esclusiva all'ex Presidente del Parlamento Tekebayev (di Christian Eccher)

Christian Eccher: Signor Tekebayev, lei è considerato il Padre della Costituzione Democratica Kirghiza, come valuta la difficile situazione politica in cui versa attualmente il Kirghizistan? È davvero difficile capire come sia potuto arrivare al potere uno sconosciuto come Sadyr Zhaparov (l’attuale Presidente della Repubblica Kirghiza, ndr). . .
Omurbek Tekebayev: Il Kirghizistan è un paese dell'Asia centrale, un paese post-sovietico. . . 
In tutti i paesi post-sovietici dell'Asia centrale i primi presidenti erano i vecchi segretari del partito comunista e questo significa che la piramide del potere in quei paesi è rimasta la stessa. . . 

Cambiano le denominazioni delle istituzioni ma la realtà rimane la stessa. I rappresentanti delle élite politiche ed economiche sono diventati proprietari della ricchezza nazionale. Questi “clan” sono stati e sono ancor oggi al potere e determinano il clima politico in questi paesi. Solo in Kirghizistan c'è stata una sorta di rottura di questi schemi. Il primo segretario del partito non ce l'ha fatta a diventare presidente e ha vinto, al secondo turno, Askar Akayev;  fisico, accademico, membro del gruppo interregionale dei deputati dell'URSS di cui facevano parte personaggi del calibro di Andrej Sakharov. 

Questo dimostra che era un dissidente progressista. . . era un uomo fuori dagli schemi. Veniva sì dagli ambienti elitari del paese, ma la sua visione del mondo, il suo carattere erano diversi da quelli degli altri politici. La sua elezione, ovviamente, ha portato a un rinnovamento dell'élite politica. Attirava a sé studenti, dottorandi, tutte persone che facevano parte della sfera scientifica, dall'intellighenzia tecnica. . . E così, gradualmente, si è verificata una ricostruzione del sistema politico. Nei primi anni, sono stati introdotti nel nostro paese su più larga scala le idee e i principi democratici, in modo più evidente e clamoroso che nei paesi vicini. . .
Eravamo più avanti dei nostri vicini di parecchi anni. I nostri vicini non ci hanno ancora raggiunto, il nostro livello in alcuni settori della vita sociale è più alto. Sono passati trent'anni e siamo ancora più avanti dei nostri vicini per quel che riguarda il sistema politico sociale. Akayev aveva convinzioni democratiche e aspirava a piacere sia ai paesi occidentali sia a Mosca. . . Mosca, sì, un po’ per abitudine e un po’ per costrizione; l'Occidente, invece, come punto di riferimento. Naturalmente, qualche anno dopo, anche Akayev ha cominciato a mettere in piedi la propria struttura di potere. . . 

Nel ’98 era già riuscito a stabilire un sistema esclusivamente basato sulla propria persona. Era Il ’98, ricordatevi questa data. Ci furono diverse rivolte e conflitti e dopo le elezioni parlamentari, nel 2005, quando il popolo scese in piazza, Akayev decise di lasciare. Sono arrivate così nuove persone che criticavano il governo basato sulla famiglia e sui clan. Nei paesi dell'Asia centrale, la governance familiare è chiamata governance familiare-clanica.

C: Akayev è del nord, se ricordo bene.
T: Sì, esatto. Il sistema famiglia-clan. . . Kurmanbek Bakyev, che ha preso il posto di Akayev nel 2005, ha promesso riforme democratiche, una profonda trasformazione politica, ma anche lui ha messo in piedi un regime personale, clan-familistico, con in più elementi criminali. Con una fortissima propaganda di regime. . . Noi eravamo all'Opposizione e siamo stati proprio noi ad aggiungere alla definizione clan-familistica l’aggettivo “criminale”. 
Usava metodi criminali per controllare il Mercato e per eliminare i propri avversari politici. Ci sono state molte manifestazioni contro Bakyev, o più esattamente per le riforme politiche, per ottenere una nuova Costituzione. Lo scontro è continuato a lungo. 
Ogni tanto aumentava di intensità, ogni tanto diminuiva. Nel giro di cinque anni, nel 2010, ci fu la rivoluzione. Bakyev ha risposto con arresti di massa e ha incarcerato i leader dell'Opposizione, me compreso. Ci hanno accusato di un tentativo di colpo di Stato, questa era l'accusa più grave. È seguita una sollevazione di  popolo e Bakiyev se n’è dovuto andare. Questa storia Le è nota. Nel 2010, la notte fra il 7 e 10 aprile si formò un governo provvisorio, di cui ero membro.

C: Mi ricordo. . .
T: Sono stato incaricato di realizzare le riforme politiche. Questa era considerata una delle principali missioni del governo provvisorio, perché dovevamo fare ciò che Bakyev non aveva voluto fare. Dovevamo smantellare il sistema clanico-totalitario e fare in modo che non si potesse tornare indietro. Abbiamo approvato una nuova costituzione. . . In tre mesi. Il governo provvisorio durò sei. . . Circa sei mesi. . . 
In questo lasso di tempo, abbiamo approvato una Costituzione, tenuto le elezioni politiche e formato un nuovo governo regolare. Ora voglio dirvi cosa abbiamo fatto. . . Quali riforme abbiamo fatto in 5 anni, perché  le abbiamo fatto e poi vi spiegherò perché abbiamo fallito.

C: Questo è davvero interessante. A proposito, ho scritto diverse volte, sia in Serbia sia in Italia che Lei è il padre della Costituzione.
T: Beh, così dicono. Per lunghi anni, dal 2010, sono stato all'Opposizione; per 20 anni. 
Essere all'Opposizione in un paese dell'Est, in un paese totalitario, è molto difficile. Solo persone con un determinato carattere e una certa mentalità possono dedicare la loro vita a una simile attività. E così, la prima cosa che abbiamo voluto fare era rendere l'Opposizione un'attività libera, sicura e socialmente utile. Perché? Al fine di cambiare la natura del potere stesso, abbiamo scelto proprio i principi tipici dell’Opposizione. Prima, quando il Kirghizistan era un sistema totalitario, una persona decideva tutto; i suoi interessi erano considerati gli interessi dello Stato. Nessuno aveva il diritto di controbattere alle sue idee. 
Noi abbiamo scelto una strada diversa. Per noi, non ci dovevano essere autorità assolute e khan, che governano il paese per decenni. Volevamo smantellare questo sistema politico. Per far ciò, era necessario avere una reale concorrenza politica. Ecco perché abbiamo scelto un sistema multipartitico. Abbiamo stabilito una restrizione anti-monopolio nella Costituzione – nessun partito, non importa quanti voti avesse, poteva ottenere più della metà dei seggi e cinque anni di mandato. 
All'epoca i seggi conquistabili in Parlamento erano 65. Su 120 deputati, nessun partito poteva ottenere più di 65 seggi. Il partito di governo doveva così dividere il potere con altri partiti. Questo è un meccanismo analogo a quello che sta alla base delle leggi antitrust negli Stati Uniti del secolo scorso. Abbiamo trasferito questa regola tipica della sfera economica nel campo della politica. Alla lunga, questo ha portato alla rivoluzione del 2020. Ne parlerò. 

Fra i partiti e anche al loro interno, ci doveva essere una vera competizione affinché i membri non avessero paura di repressioni come negli anni '30; che nessuno li uccidesse e sparasse loro addosso. . . Abbiamo vietato costituzionalmente la pena di morte in Kirghizistan. Questa è stata la prima misura. In secondo luogo, abbiamo semplicemente vietato le sanzioni penali per la diffusione di informazioni anche false. . . di qualsiasi informazione. . . Anche se qualcuno diffonde una bugia deliberata, la persona non dovrebbe essere soggetta a un'indagine penale. Per garantire la libertà di parola, e di conseguenza anche la libera concorrenza in ambito politico. Senza libertà di parola non ci può essere alcuna competizione politica. Sia i politici sia i giornalisti si sono sentiti liberi.

Hanno capito che non c'era pericolo. Ma non era abbastanza. Era necessario stimolare l'Opposizione, sostenere l'Opposizione, far sì che la gente volesse diventare, essere Opposizione. Tutti vogliono essere al potere – per stare intorno ai potenti, diventare loro amici. Nessuno vuole essere all'Opposizione, giusto? E così abbiamo stimolato l'Opposizione. Con forme di governo parlamentari, dove il governo si forma attraverso elezioni parlamentari, attraverso coalizioni, in quanto nessun partito può ottenere la maggioranza assoluta. . . siamo entrati in una cultura politica diversa. Chi vinceva le elezioni doveva negoziare pubblicamente. Una cultura del compromesso, una cultura del consenso. Beh. . . Anche le vecchie signore delle montagne del Kirghizistan oggi sanno cos'è una coalizione. La Costituzione prevedeva lo status e il ruolo dell’Opposizione. C'è l'Opposizione e c'è una coalizione di governo. All’Opposizione abbiamo dato alcune delle funzioni di controllo del governo. Per esempio, un terzo dei membri della Commissione Elettorale Centrale (CIC) era eletta dall'Opposizione parlamentare. 

Così l'Opposizione non è diventata solo un osservatore, ma è stata coinvolta nell'amministrazione. Ci sono stati anni in cui i Presidenti della CIC erano rappresentanti dell'Opposizione. Ci sono stati anni in cui anche le commissioni elettorali locali sono state formate dai rappresentanti dei partiti politici dell’Opposizione; in questo modo, è cambiato non solo il principio di formazione della CIC ma anche il suo modo di lavorare. È diventata più aperta ed era sottoposta al controllo della società. I partiti dell'Opposizione hanno potuto formare un terzo dei membri della Camera dei Revisori dei Conti per controllare realmente le attività finanziarie del governo. 

La Costituzione prevedeva anche che l’Opposizione dirigesse due Commissioni: la Commissione per l'Ordine Pubblico e quella per i Diritti Umani: prima del 2010, tutte le repressioni venivano effettuate da questi organismi e l'Opposizione non era in grado di controllare le loro attività. Dal 2010 ha potuto controllare anche queste Commissioni. E poi c'era il Presidente della Commissione Bilancio e Finanze. I rappresentanti dell'Opposizione in Parlamento e quelli nella Corte dei Conti erano in grado di controllare il Governo a 360 gradi. 

Naturalmente, anche nell’ambito della Presidenza del Parlamento erano previste cariche per l’Opposizione. Abbiamo formato un Consiglio per la selezione dei giudici. Prima questo organo era sotto il controllo esclusivo del Presidente, adesso invece. . . Un terzo era formato da membri nominati dal Presidente, un terzo da quelli eletti dal Governo, l'altro terzo dall'Opposizione parlamentare. . . In altre parole, l’Opposizione parlamentare aveva tutto il diritto di reclutare rappresentanti per la selezione dei giudici.

Essere all'Opposizione è diventata davvero una cosa onorevole, socialmente utile e persino, in un certo senso, redditizia. Il potere ce l’hanno gli altri, ma tu puoi criticare, puoi dire tutto quello che vuoi. Così abbiamo consegnato all'Opposizione non solo la possibilità di criticare ma anche un certo potere e una certa responsabilità: il controllo. . . Se qualcosa veniva nascosto, o non veniva nascosta, era colpa anche dell'Opposizione. Ripeto, l’Opposizione ha ottenuto responsabilità e  questo doveva servire come esempio. . . 
Un fattore per stabilire una nuova tradizione, quella del compromesso. . .  È così che si è lavorato fino a qualche anno dopo, quando Almazbek Atambayev (Presidente della Repubblica dal 2011 al 2917, ndr) ha deciso di darsi da fare per stabilire un suo potere personale e nel 2016 ci è riuscito. Ha iniziato nel 2013 o 2014, la lotta è andata avanti per 2 anni; uno dei risultati di questa lotta è stata la mia carcerazione.

Atambayev ha deciso di appoggiare il suo successore  (Soronbay Zhenbekov, ndr) alla Presidenza per poter diventare primo ministro. Come ha fatto Putin con Medvedev. . . Pensava che tutto il Paese lo avrebbe appoggiato. . . Un po’ come i fratelli Kaczynski, che stavano al potere e basta. . . Senza incarichi particolari, pensava che avrebbe diretto la coalizione di governo. A causa della natura del suo successore (Zhenebkov è diventato Presidente della Repubblica nel 2017, ndr), e a causa della natura di Atambayev stesso, questo non è successo. Fra loro è nato un conflitto. Due fattori erano in gioco: il primo è proprio questo conflitto, il secondo è la restrizione antimonopolio – nessun partito poteva ottenere più di 65% dei voti, perché la Costituzione del 2010 era ancora in carica. Questo ha poi portato alla rivoluzione del 2020. C’erano tre partiti a sostenere Zhenbekov – quello dei fratelli Matraimov, quello del fratello dello stesso Presidente, quello dei politici settentrionali filogovernativi. . . Beh, ce n’erano anche di più piccoli, ma soprattutto questi 3. Hanno condotto le elezioni in modo molto sporco, vale a dire, con una forte pressione amministrativa, con aperta corruzione, che ha portato al malcontento degli altri partiti e alla fine Zhenbekov è stato rovesciato (nella Rivoluzione dell’Ottobre 2020, ndr). Non siamo tornati al potere noi, nonostante proprio in questo ufficio, in questo corridoio del mio partito Ata-Meken, è stata presa la decisione di portare la gente in strada, decisione accolta e seguita da gran parte della popolazione. . .

C: Strano quindi che sia saltato fuori Zhaparov. . . 
T: Sono intervenute altre persone. Atambayev e il suo entourage hanno screditato il parlamentarismo, nonostante continuamente dichiarassero che il Kirghizistan era una Repubblica Parlamentare. In realtà, hanno deciso il contrario. . . A smontare il parlamentarismo non è stato solo Atambayev, ma anche i suoi ex autisti e le sue ex guardie del corpo, che non avevano un'istruzione superiore; erano loro a decidere tutto. E pensavano che questo fosse il parlamentarismo. La Costituzione è stata oggetto di critiche. Il parlamentarismo è stato dichiarato un valore tipicamente occidentale. E il valore occidentale per eccellenza è il matrimonio omosessuale. . . Occidente è sinonimo di matrimonio omosessuale. Gente che va in giro con una bandiera multicolore. . . 

Di conseguenza, non la maggior parte della gente, ma una parte di essa, è diventata nostalgica del passato. Ci sono stati dei momenti, Le dirò. . . I nuovi governanti hanno dato vita a riforme costituzionali affrettate e non del tutto legali e siamo tornati a uno stile di governo basato sul potere del singolo – lo stesso che avevamo nel 1998. Siamo tornati al '98. La nuova Costituzione (varata nel 2021) è stata osteggiata dall'UE, rappresentata da diverse istituzioni, in particolare dalla Commissione di Venezia. 

Si sono espressi negativamente anche l’ONU e il governo degli Stati Uniti con lo scopo di fare pressioni sulle istituzioni kirghise e di rendere possibile la creazione di un altro polo di potere, esterno, per fare riforme democratiche. I politici, gli esperti, gli analisti politici di ogni dove hanno detto che in Kirghizistan si è formato un regime tipico dell'Asia centrale. 

Come Le ho detto, il Kirghizistan aveva un ordinamento costituzionale particolare in Asia Centrale. Ora tutti si chiedono da dove sono venuti fuori questi politici antidemocratici.  Glielo spiego. Nel 2020 siamo scesi in piazza, noi democratici, per difendere la democrazia. Soronbay (Zhenbekov) e Atambayev sono diventati nel frattempo nemici giurati, come ho già detto. Quel giorno, il giorno della rivoluzione del 2020, alcuni dei manifestanti si sono diretti al KGB, hanno liberato Atambayev (che nel frattempo era stato fatto incarcerare dal Presidente Zhenbekov, ndr) e gli altri suoi sostenitori. 

Naturalmente, tutti avevano paura di Zhenbekov e sono cominciate trattative segrete con Kamchybek Tashiev (Presidente del Partito Ata-Zhurt, uno dei principali partiti kirghisi) la notte delle elezioni, e fino alla mattina successiva. Il giorno dopo, quando la gente si è riversata in strada per protestare, sono continuate le trattative con Soronbay (Zhenbekov); il 5, il 6 e il 7 ottobre. . . Bene in questi giorni, Soronbay ha cercato di riunire il parlamento, ha riunito i suoi sostenitori, fra i quali c’era anche suo fratello. Dovevano riunire 60 deputati, ne hanno riuniti in tutto 18 e hanno proclamato Zhaparov primo ministro. . . Ebbene sì, lo hanno potuto proclamare premier perché avevano in mano le dimissioni del primo ministro, avevano in mano le dimissioni del presidente della Camera. . . Soronbay ha organizzato, riunito i suoi e nominato il Primo Ministro. . . Gli ha dato il suo sostegno. . . La mattina del 6 ottobre, mentre tutto stava già finendo. . . sì, la mattina del 6, (Zhenbekov) ha mandato un suo uomo di fiducia a incontrarmi. . . Zhenbekov mi manda a dire che non si fida di Tashiev e di Zhaparov, e che allo stesso non vuole avere a che fare con Atambayev. Si fida di me e vuole parlare con me. Il mio errore è stato quello di rifiutare per orgoglio. Gli ho detto che se mi avesse scritto la sua lettera di dimissioni, avrei accettato la sua proposta di incontrarlo e diventare Primo Ministro. . . Ovviamente Soronbay mi ha poi detto che, avendo io rifiutato, Babanov (ex Primo Ministro e miliardario) è corso da Atambayev (con la speranza di fare una coalizione con lui) e il resto è venuto da sé. Soronbay non avrebbe mai dato l’incarico a una coalizione Atambayev-Babanov. 

Nel frattempo, tutti i ministri del vecchio governo si dimettevano. Zhaparov ha così potuto prendere il controllo di tutte le strutture di potere e delle autorità locali. Tutti i politici hanno detto che lo avrebbero sostenuto. Così una settimana dopo Zhaparov è stato riconosciuto da tutto il parlamento come primo ministro, e il giorno dopo hanno costretto Soronbay a dimettersi e, successivamente, Zhaparov è diventato Presidente della Repubblica.

C. Interessante, interessante. . .
T: Chi abbia spinto Zhaparov fino alla Presidenza, ancora non si sa.

C: Pensavo che a volerlo fossero gli uomini d'affari. Magari a loro faceva comodo che una sola persona avesse in mano tutte le leve del potere. . .
T: C’è stata una restaurazione del vecchio regime, siamo tornati all'inizio del XXI secolo. Ieri il Presidente ha introdotto un progetto di legge secondo il quale a nominare il sindaco di ogni villaggio sarà l'Akim (il capo della regione); i consiglieri delle giunte locali dovrebbero semplicemente dare il consenso. Prima, erano i consiglieri a nominare i sindaci. E ora tutto sarà centralizzato, tutto sarà alimentato dal centro. Così, capite, anche il governo a livello locale è stato smantellato. Noi eravamo per la decentralizzazione, ora è invece in corso una fortissima centralizzazione. Stanno infrangendo le regole stabilite.

C: Anche Bakiyev aveva centralizzato tutto. . . Forse per questo nel 2010 la gente è uscita in strada, perché quando a livello locale non si può decidere nulla. . . In ogni caso, ho notato che, nonostante il Kirghizistan sia tornato indietro, la gente parla senza paura e liberamente, critica, propone. È forse rimasto qualcosa della democrazia? In Uzbekistan e in Kazakhstan nessuno vuole parlare di politica. Qui, la gente dice quello che pensa, e tutti, ma proprio tutti coloro che ho incontrato finora, mi dicono che che Zhaparov non rimarrà a lungo al potere. . .
T: Tutto può succedere, tutto può succedere. . . Nessuno pensava che Rahmon (il Presidente del Tagikistan, ndr) rimanesse al potere per più di sei mesi. Tutti pensavano che fosse temporaneo. Era un semplice presidente della fattoria collettiva (kolkoz). È stato messo in carica temporaneamente, ma governa ancora. Vuole lasciare il Tagikistan a suo figlio. L'Opposizione. . . 

Abbiamo sostenuto l'Opposizione dopo le elezioni del 2010, l'abbiamo aiutata, abbiamo pagato lo stipendio ai suoi rappresentanti, auto personali e uffici, e ora cosa succederà? Abbiamo portato l’Opposizione allo stesso livello di importanza del Governo. L'Opposizione era rispettata, e sapete perché? Perché c'era la possibilità reale di prendere il potere – oggi sei all'Opposizione ma domani puoi non esserlo più. . . Diverse coalizioni si sono sciolte, se ne sono formte di nuove e l'Opposizione è diventata il partito di governo. . . La gente ha visto tutto questo e ha iniziato a rispettare il ruolo dell’Opposizione, perché pensava che fosse seduta in panchina e sarebbe venuto il suo momento. Se qualcosa non va al governo, l’Opposizione può prendere il potere domani, in modo indolore, senza scandali, senza rivoluzioni, chiaro? 

Noi abbiamo realmente cambiato il sistema elettorale. La Commissione Elettorale Centrale era fondata sul principio della ripartizione in base ai partiti eletti, ed era obbligatoria la partecipazione dei partiti di Opposizione, come ho già detto. E poi c'era la rotazione. . . Qualcuno lasciava, il successivo entrava. Tutto ciò ha dato risultati chiari. Nel 2014 anche noi abbiamo sostenuto Atambayev. . . Si votava elettronicamente; il voto veniva subito trasmesso al computer centrale e alla fine della votazione ognuno dei votanti aveva in mano la ricevuta di avvenuto voto. Il risultato delle elezioni era praticamente istantaneo ed era davvero difficile da falsificare. Recentemente alcuni nostri rappresentanti sono stati in Armenia e hanno detto che lì si contano ancora le schede, alla vecchia maniera, ed è molto facile falsificare il risultato finale.  

C: Anche in Italia i voti si contano alla vecchia maniera. . . 
T: No, no, aspetti. . . Il conto automatico dà solo risultati preliminari, poi i voti vengono contati manualmente. Ogni partito, però, sa subito quante persone verranno elette. Se fra il conteggio manuale e quello elettronico c’è un’alta corrispondenza in termini numerici, questo significa che i risultati elettorali difficilmente sono stati falsificati. Se c'è una grande differenza, del 10 ma anche del 5 per cento, l’elezione è considerata non valida e viene annullata. Noi abbiamo davvero riformato il sistema elettorale e io allora l’ho detto chiaramente, che la corruzione era annidata nel sistema elettorale. Questa corruzione noi l’abbiamo letteralmente buttata fuori, in strada, e la decisione finale spettava al popolo.. Volete la corruzione o ce ne liberiamo una volta per tutte? Questa era la vera domanda. . .. Sta al popolo decidere. Al popolo questa situazione è piaciuta e cosa ha fatto la gente? Ha cominciato a vendere il proprio voto. 

C: Davvero?!
T: Sì. . . è cominciata una massiccia compravendita di voti. L'elettore pensa di essere il padrone del proprio voto. Chiaro il concetto?

C: Sì. . . È come in Serbia.
T: (L'elettore) pensa che tutti i partiti siano in debito con lui. Pensa che i partiti abbiano bisogno di voti. . . Alcuni elettori in cambio del proprio voto chiedono di riparare una strada o una scuola, altri prendono solo soldi. Durante le scorse elezioni, in alcune regioni, il prezzo per un voto è salito a 100 dollari.

C: Beh, è molto. . . In Serbia, il voto costa 20 euro. Quindi sono 25 dollari. 
T: Sì. . . 100 dollari in alcuni posti. 20 di media. E la cosa fondamentale: chi compra i voti? Il partito al potere. Il Presidente, per esempio, ha comprato i voti degli elettori. Ciò  dimostra che è impossibile falsificare le elezioni come si faceva nel nostro paese prima del 2010.  Insomma, voglio sottolineare ancora una volta che questo è un indicatore del successo della riforma elettorale, e che quello della gente che vende i propri voti è un problema di altra natura. È un problema di cultura politica. È impossibile cambiare radicalmente la legge elettorale, come accadeva una volta. 

Prima i rappresentanti della Commissione Elettorale davano solo i risultati delle elezioni. E così. . . A causa della corruzione, a causa della pressione amministrativa, Soronbay ha dovuto lasciare. Torniamo alle elezioni che hanno scatenato la rivoluzione del 2020. Zhenbekov voleva aggirare la legge del monopolio in Parlamento. 
Poiché era vietato avere più di 65 seggi in Parlamento, (i sostenitori di Zhenbekov) si sono divisi in tre squadre, in tre partiti per conquistare tutti i seggi. Volevano superare in astuzia il popolo. Beh, insieme il partito ha ottenuto circa 100, anche più di 100 voti su 120, giusto? Hanno realizzato il loro progetto Erano persone astute. . . anche noi siamo stati astuti e abbiamo cercato di creare zizzania fra i partiti al potere, rompere l’unità dei partiti al potere perché creassero diversi partiti concorrenti. Quando sono in competizione, diventano acerrimi nemici. 

Peggio dell'Opposizione, sa? E hanno combattuto molto, hanno combattuto molto e questo ha indebolito il potere. Si sono fatti la guerra e questo li ha indeboliti. La lotta intestina li ha veramente indeboliti. . . La competizione interna alle dirigenze di partito, le loro lotte intestine, i loro metodi di azione hanno fatto arrabbiare la gente e nessuno si è schierato dalla parte delle autorità. Zhaparov ne ha approfittato e così siamo tornati al 1998. Diverse volte all'anno vengono condotti dei sondaggi fra i cittadini kirghisi. Se ne occupa un istituto nazionale. C'è sempre questa domanda: Lei crede di poter influenzare la politica del paese, prendere parte alle decisioni importanti? Più del 60% degli intervistati risponde di sì. Posso influenzare la politica, posso determinare la politica. . . Oltre il 60%. Beh. . . dicono che è un risultato alto, anormale. 
Negli Stati Uniti non si va oltre il 40%. E in Russia e in altri paesi post-sovietici si è sotto il 20%. Tutti i paesi sono sotto il 20%. Noi kirghisi, invece, abbiamo una abnorme fiducia in noi stessi. Questo è forse il risultato delle tre rivoluzioni che abbiamo avuto. . . 

A causa delle rivoluzioni e a causa della cultura del dialogo che abbiamo promosso dal 2010 in poi; a causa del fatto che il Parlamento è diventato il fattore decisivo nella vita politica del Paese. Ecco, abbiamo formato un popolo con un carattere di questo tipo. 
E io, come guardiano di tutte queste riforme, ritengo che, a livello politico, questo sia uno dei più importanti risultati che io abbia ottenuto. Siamo riusciti a formare un carattere diverso, a rendere la società kirghisa diversa da quella di altri paesi. Con Zhaparov, però siamo tornati indietro. . . Questa è la grande domanda. La situazione sociale nel Paese è cambiata drasticamente e internet è presente quasi al 100%. L'ottanta per cento della popolazione si informa solo sui social network. Prima il 90% ascoltava la televisione e la radio di Stato. Ora è il contrario.

C: È così ovunque.
T: Sì. E penso che quest’epoca sia un’epoca un’epoca “giornalistica”, tutta basata sull’informazione di massa. In una simile situazione Zhaparov riuscirà nel suo scopo, quello di stabilire un sistema di governo altamente centralizzato. 

C: Che fare? Cosa vuole e può fare il Suo partito “Ata-Meken” in questa situazione? Ci saranno di nuovo le elezioni, in autunno. . .
T: Ci saranno le elezioni, ma sarà difficile per noi, perché il sistema è cambiato. . . Mentre prima l'intero Parlamento era eletto secondo le linee di partito, ora lo è per meno della metà, solo 55 persone. Sarà molto difficile per noi reclutare una squadra.  I deputati saranno eletti in distretti uninominali. Da lì passeranno gli oligarchi locali, cioè quelli che hanno molti soldi. Tutti loro sono già stati scelti. . . Quindi sarà difficile per i partiti dell'Opposizione. . . Gli uomini d’affari non ci appoggiano più perché hanno paura. Nei 10 anni passati l'hanno fatto, perché tutti sapevano che anche se oggi sei all'Opposizione, domani puoi diventare un oligarca. . .

C: Ora sanno che se sono all'Opposizione, per loro è finita. 
T: Esatto, sanno che rimarranno all’Opposizione fino alla fine dei tempi. Gli uomini d'affari non vogliono problemi. Una volta era un onore essere all'Opposizione, era socialmente utile e veniva considerato addirittura un investimento redditizio. Oggi è di nuovo pericoloso. Oggi si rischia di finire in prigione. . .

C: Vedo però che c’è ancora qualche traccia di Opposizione. . . Ata-Meken c’è. . . 
T: Ci sono anche partiti giovani. . . 

C: Sì, per esempio Riforma, che è un movimento molto attivo. . . Forse succederà ancora qualcosa. . . E  poi c’è ancora è la vecchia generazione, quella che ha fatto la rivoluzione, con a capo Roza Otumbaeva. . .
T: Beh, a poco a poco, in silenzio, noi della vecchia generazione stiamo abbandonando la scena ma penso che possiamo fare qualche “masterclass”. Possiamo essere come un’ultima pattuglia. . .

C: Per esempio, in Serbia, la vecchia guardia, quella che ha fatto la rivoluzione contro Milosević – è stanca. Si sono ritirati tutti i protagonisti di quel tempo. Dicono: "Non ne possiamo più".
T: Sì, sì. . . La situazione è questa. . .

C: Qui però mi sembra tutto diverso. La gente è attiva, il Kirghizistan è vivo.
T: Beh, sì. Perché è questo è l'unico divertimento (risate). . . Probabilmente in Serbia ce ne sono molti altri. C'è il calcio, c’è il tennis, e l'Europa è vicina. In Kirghizistan abbiamo una specie di gioco nazionale: (risate) la Politica. . . (risate)

C: Spero che qualcosa cambi. . . Perché vedo i prezzi salire, c’è una forte inflazione, e a questo si aggiunge anche l'epidemia da Covid-19. . . Mi sembra che il governo non sappia cosa fare.
T: Beh, le autorità non hanno una visione chiara. . . Hanno una visione di come stabilire un potere personale, alla Bakyev. Sanno come fare per raggiungere questo scopo. . . Si sta facendo una controriforma, giusto? E non hanno fatto nulla per l'economia. . . Non sanno neppure cosa sia. . . 

C: Sì. È una situazione pericolosa. Cosa stanno facendo i partiti che sono nati nel 2010? Ata-Zhurt (il partito di Tashiev), per esempio. . . Tashiev ha appoggiato Zhaparov, ma mi sembra che adesso stiano litigando un po', perché Tashiev è più forte e più popolare di Zhaparov.
T: Sì, è vero. C'è questa competizione interna fra i due. Ancora adesso tutti i politici, compreso Tashiev, agiscono secondo la logica del vecchio sistema politico del 2010, per cui se il popolo ti sostiene hai diritto al potere. Il sistema contrattuale, però, adesso è stato abolito e tutto funziona alla vecchia maniera. Devi solo accettare che c’è un Presidente e a lui devi essere fedele. Tashiev ragiona ancora secondo il sistema contrattuale, è alleato di Zhaparov ma è pronto a reclamare il potere.

C: È quello che ha detto anche Rita Karasartova (attivista, Presidentessa del Movimento “Reforma”, ndr), quando ci siamo incontrati pochi giorni fa. Ha aggiunto: Credo che Zhaparov, già in prigione, abbia usato molto bene i social media - Facebook, Instagram per creare il consenso. 
T: . . .. Non lo so, non l’ho notato. Il problema, però, sono Zhaparov e l’alleanza segreta, gli intrighi di palazzo che l’hanno portato al potere. 

C: Quando ero in Serbia e ho letto della rivoluzione, ho pensato che dietro a essa ci fosse Madumarov (un politico influente che si è sempre apertamente schierato contro la democrazia, ndr). Da tempo Madumarov criticava la democrazia e invitava alla rivolta. Poi mi è stato detto - no! Madumarov sì, voleva la rivoluzione, ma Zhparov non la voleva. Forse, non so. . .
T: Da noi tutti volevano il potere. Tutti, compreso Madumarov, hanno lavorato per loro stessi. (risate)

C: Solo Zhaparov ce l’ha fatta, gli altri non sono riusciti a prendere il potere. . .
T: Sì, nessuno ha fatto in tempo. Beh, si sono addormentati. In realtà erano avventurieri disperati, molti avevano paura che se non avessero avuto successo, sarebbero finiti in galera. Questo li ha trattenuti. Zhaparov e i suoi amici, invece, erano appena usciti di prigione e non hanno avuto paura perché sapevano che, nel peggiore dei casi, sarebbero tornati lì dove già si trovavano. Con onore, giusto? Avevano cioè un vantaggio psicologico. Non avevano paura. Hanno corso un rischio. Lo dice anche il proverbio russo: solo chi rischia beve lo champagne.  

C: Beh, forse ora Ata-Meken avrà comunque successo alle elezioni. . .
T: Beh, sarà difficile. . . senza soldi sarà davvero difficile.

C: Ricordo quando sono venuto in Kirghizistan per la prima volta, nel 2011, dopo la rivoluzione; sono entrato nel Suo ufficio, mi ha accolto la giornalista Aynagulj Saparbyek, e ricordo che nella sede del partito c’era molta gente, sembrava di stare in piazza.
T: Fino alla venuta di Zhaparov, questa sede era sempre una piazza. Adesso non c’è più nessuno, vuoto.

C: Lei si è speso moltissimo per riformare la lingua kirghisa. Nel 2011 ho scritto delle sue idee di lasciare il cirillico e passare all’alfabeto latino
T: Sì, all'inizio volevo fare come Ataturk, rifomare la lingua (risate). . . Poi, però, non ho osato. I miei amici dicevano - sei così scandaloso, pensi di essere uno specialista, ci saranno problemi. . . Non avendo pieni potere, si è trattato solo di discussioni. . . Gli abitanti di ogni villaggio del Kirghizistan pensano che il loro dialetto sia il kirghiso standard. Oggi il linguaggio di Twitter, degli sms è breve e compatto. La nostra lingua è lunga. Alcune parole sono lunghe fino a quaranta lettere.

C: Visto, sì. . .
T: Sì. . . Se in russo servono 5 parole per esprimere un concetto, noi utilizziamo 10 parole. Se a ogni parola si aggiunge une lettera, si dà alla stessa parola una sfumatura di significato in più. In Turchia, per esempio, proprio come in inglese, le parole sono brevi. Parole di base. Non ci sono aggiunte del genere. La gente capisce. E questo è il sistema che volevo evidenziare. . . Volevo introdurre un principio di economia linguistica. 

C: A farlo dovrebbero essere i linguisti all'università
T: La gente lo fa, quando parla. Per esempio, in russo si dice “calzolaio”. Come si traduce in kirghiso? “Il luogo dove si attua la riparazione delle scarpe”. È lungo. 

C: È troppo lungo, sì. (risate)
T: Troppo lungo, sì.  Perché usiamo il russo? Perché è breve, è chiaro a tutti. Quando traduciamo qualcosa in kirghiso, e spesso la traduzione è incomprensibile, non ti rimane che indovinare cosa il significato. Dopo ogni rivoluzione, i vincitori portano in Parlamento persone che parlano benissimo il russo e pensano di poter tradurre alla perfezione dal russo al kirghiso. Abbiamo leggi scritte in russo che vengono poi tradotte in kirghiso. Raramente accade il processo inverso.. abbiamo molti giovani traduttori che non hanno una formazione giuridica e traducono a modo loro. Il linguaggio giuridico è diverso, deve essere tradotto come si traduceva 340 anni fa. Oggi traducono in modo creativo. Risultato: alla fine una legge contraddice l'altra. Nel caso in cui una legge presenti discrepanze fra il testo in russo e quello in kirghiso, il testo kirghiso ha il sopravvento. Ci sono spesso molte imprecisioni nella lingua kirghisa, i giudici durante il processo si basano comunque sul testo russo. Gli avvocati se ne approfittano. Vedete. . . La filologia influisce direttamente..

C: . . . sulla politica e sulla società.
T: Ecco perché io volevo arrivare a una semplificazione, a un accorciamento delle parole e a una unificazione della lingua, perché ci siano delle regole generali valide per tutti.

C: Sì. . . Forse un giorno si arriverà a questo. 
T: I filologi, purtroppo, sono persone poco coraggiose.

C: Grazie, signor Tekebayev.
T: è stato un piacere! Torni in Kirghizistan, Christian!







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Provvedimento n.229 dell'8 maggio 2014 - pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 126 del 3 giugno 2014.

Consulta il testo del provvedimento
http://www.eu/ita/archivio/Dove-va-il-Kyrgyzstan--Intervista-esclusiva-all-ex-Presidente-del-Parlamento-Tekebayev--di-Christian-Eccher-1006-ITA.asp 2021-11-16 daily 0.5