Eppur si muove (nonostante tutto): l’Azerbaijan e il Corridoio Meridionale (di Marco Caputo)

Il 2015 è stato apparentemente un anno di stallo per  il Corridoio Meridionale del Gas. Iniziato con l’avvento del concorrente progetto russo Turkish Stream, il Corridoio Sud ha risentito soprattutto della difficoltà europea a coinvolgere i paesi fornitori del Caspio, lasciando finora l’Azerbaijan da solo. Tuttavia, nonostante gli ostacoli di natura politica ed economica che sono sopraggiunti, qualcosa si è mosso negli ultimi mesi.

A partire da inizio anno Baku, grande promotrice del Corridoio Meridionale, si è vista costretta a ridimensionare la propria intraprendenza economica a seguito del perdurare delle basse quotazioni del petrolio, la cui esportazione rappresenta la voce principale dell’economia azerbaigiana. Inoltre, le relazioni dell'Azerbaijan con l’UE si sono recentemente incrinate quando, nel mese di settembre, il Parlamento Europeo ha approvato una risoluzione con la quale accusava le autorità di Baku di corruzione e mancato rispetto dei diritti umani. D'altro canto, gli ultimi mesi hanno visto un riavvicinamento tra Azerbaijan e Russia, segnato dall'intenzione del paese caucasico di impostare la propria politica estera ed energetica in chiave non competitiva rispetto a quella del vicino settentrionale, come dimostrato dalla recente dichiarazione del viceministro dell’energia in merito al fatto che il gas azerbaigiano non sostituirà mai quello russo in Turchia. L'affermazione del viceministro, motivata dal fatto che Baku ha già venduto tutti i volumi esportabili per i prossimi 25 anni, è arrivata in risposta alla dichiarazione turca di rivedere le proprie importazioni di gas russo, come conseguenza del deterioramento dei rapporti tra Ankara e Mosca a causa del conflitto siriano. Inoltre, un altro sintomo della rinnovata cooperazione tra Baku e Mosca è l’accordo (non ancora confermato a livello ufficiale) tra Gazprom e la compagnia azerbaigiana AzMeCo, che riguarda l'importazione da parte della seconda di circa 2 miliardi di metri di cubi (Gmc) di gas annui per 5 anni.

Nonostante le sfavorevoli circostanze economiche, il Corridoio Meridionale continua a muovere i suoi passi, a partire dall'upstream in Azerbaijan. Prosegue, infatti, la cooperazione tra SOCAR e Total SA nello sviluppo del giacimento di Absheron, il secondo del paese per grandezza (350 Gmc stimati), dove la decisione finale d'investimento (FID) è attesa per fine 2017 e l’estrazione dei primi volumi per fine 2021. Quanto al TANAP, ci sono stati sviluppi a metà agosto quando Socar Turchia ha fatto il suo ingresso acquisendo il 7% delle quote da Socar, la cui quota azionaria è passata dal 58% al 51%. La compagnia azerbaigiana, difatti, aveva da tempo dichiarato il suo interesse a vendere parte delle sue azioni in modo da ridurre le proprie spese ed aumentare l’influenza della sua filiale in Turchia, senza comunque scendere al di sotto del 51 per cento. Anche la TAP, ultima gamba del Corridoio Meridionale, sarà interessata da qualche cambiamento. La compagnia norvegese Statoil, impegnata in un importante programma di dismissioni, ha annunciato di voler mettere in vendita il suo 20% di azioni del gasdotto. Segnali di interessamento sono arrivati da diverse compagnie, come ad esempio la malese Petronas, che ha già rilevato la quota dei norvegesi nel consorzio Shah Deniz, le turche Tpao e Botas, e l’italiana Snam. Quest’ultima aveva da tempo mostrato il suo interesse a entrare nel progetto, e proprio a settembre il ceo Malacarne ha firmato un memorandum di intesa con il presidente della Socar concernente lo sviluppo del Corridoio Sud. Rispetto alle altre compagnie interessate alla quota norvegese, la Snam ha buone possibilità in virtù delle relazioni italiane con l’Azerbaijan e della rilevanza del nostro paese in merito alla TAP, come dichiarato da Malacarne. Intanto in Grecia, altro paese di importanza strategica per il gasdotto e per gli interessi azerbaigiani, prosegue il processo di acquisizione del 66% dell’operatore del gas Desfa da parte di Socar e la verifica di conformità da parte della Commissione Europea si concluderà a fine anno. Infine, quanto al principale concorrente degli interessi azerbaigiani nei Balcani, Gazprom, il ceo Miller ha dichiarato a inizio ottobre che il gasdotto Turkish Stream sarà composto da massimo due linee invece delle 4 programmate, per una portata ridimensionata a 32 Gmc annui. 




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Provvedimento n.229 dell'8 maggio 2014 - pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 126 del 3 giugno 2014.

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http://www.eu/ita/archivio/Eppur-si-muove-nonostante-tutto-lAzerbaijan-e-il-Corridoio-Meridionale-di-Marco-Caputo-152-ITA.asp 2015-10-30 daily 0.5