Esportare in Russia e Cina attraverso il Kyrgyzstan (di Giorgio Fiacconi)

Bishkek- Kyrgyzstan. Le recenti sanzioni Europee verso la Russia e le conseguenti contro-sanzioni Russe vero l’Europa hanno pesantemente penalizzato le esportazioni Italiane in diversi settori. Non solo l’impiantistica, macchinari e le grandi attrezzature petrolifere ma anche la moda, i mobili ed in modo molto pesante l’agro alimentare, dal vino alla frutta, ai prodotti freschi in generale. Si calcola che al 31.12.2015 l’Italia abbia perduto circa 5 miliardi di euro di esportazioni. Gli Italiani come altri produttori Europei hanno cercato soluzioni alternative spesso rocambolesche e costose, mentre si potrebbe risolvere la questione in modo lecito sviluppando nuovi metodi di collaborazione con nuove forme di delocalizzazione anche senza intervenire con investimenti finanziari.
Il Ministero dello Sviluppo economico (MISE) in collaborazione con ICE ed altri organismi pubblici Italiani ha avviato una roadshow in cui propone l’idea di considerare di produrre all'estero “con l’Italia”. Si tratta di un sistema che rinnova in una formula diversa il vecchio concetto delle joint Ventures tra aziende Italiane e straniere, anche se questa volta l’iniziativa è determinata dalla necessità di mantenere un mercato ed è quindi principalmente focalizzata sulle esportazione di prodotti Italiani verso la Russia. Il progetto è geniale ed in un paese come l’Italia dove il costo della mano d’opera ha raggiunto livelli molto alti capitalizzare sul trasferimento della tecnologia, mantenendo il controllo commerciale e finanziario dell’operazione e può essere un elemento vincente per permettere a tutte le parti in una nuova collaborazione, anche triangolare, di ottenere concreti vantaggi con risultati in tempi ragionevolmente abbreviati. L’iniziativa ha il plauso delle autorità russe e degli importatori oltre che della grande distribuzione commerciale di quel paese in quanto tutti vedono i vantaggi concreti per ottenere prodotti di qualità e design Italiani con costi ridotti sia per la mancanza o riduzione dei costi di trasporto che dei dazi doganali, ma in molti casi anche per l’abbattimento dei costi di mano d’opera.
Recentemente, su iniziativa dell'Ambasciata D’Italia in Kyrgyztsan in collaborazione con il Consolato Italiano di Bishkek ed alcuni organismi Kyrgyzi per la promozione degli investimenti il progetto "Made with Italy in Kyrgyzstan" è stato presentato al Ministero dell’economia Kyrgyzo, alla Camera di Commercio del Kyrgyzstan ed alle diverse associazioni commerciali ed industriali del paese, nonché un folto numero di imprenditori privati. L'interesse è stato notevole con proposte precise da parte di imprenditori privati che coprono settori diversi dalla carne al latte, dalla frutta al caviale, ai legumi, per passare ai mobili ed ai serramenti, abbigliamento ecc…
Oggi in Kyrgyzstan, opera oltre alla Banca Europea di sviluppo, anche il fondo di Sviluppo Russo Kyrgyzo con un capitale iniziale di un miliardo e mezzo di dollari, costituito per agevolare l’industrializzazione del paese per export verso la Russia. Questo significa che le aziende Italiane che si associano con una ditta Kyrgyza esistente o creandone una nuova possono ottenere finanziamenti locali e quindi ridurre o eliminare i propri apporti finanziari restringendosi all'aspetto tecnologico e commerciale. Infatti va anche precisato che le esportazioni dal Kyrgyzstan verso al Russia – entrambi i paesi membri dell’ Unione euro asiatica ( Eurasian Economic Union – EEU ) sono esenti da qualsiasi dazio in quanto considerate vendite interne del paese, alla stessa stregua delle vendita tra diversi paesi dell’Unione Europea. I russi certamente promuovono anche la costituzione di unità produttive in Russia, ed allora perché preferire il Kyrgyzstan?
Anche se dipende dai settori una collaborazione tra aziende Italiane ed aziende Kyrgyze ha sia nel breve che nel medio e lungo termine sicuramente indiscussi vantaggi. Innanzi a tutto il Kyrgyzstan è una paese ad indiscussa bassa fiscalità con totale liberalità valutaria e quindi trasferimenti liberi di profitti e pagamenti commerciali in qualsiasi valuta. Per la parte fiscale, basta elencare alcune cifre: tasse sul profitto 10%, IVA al 12% (export esente), tasse sociali e previdenziali del 28% divise tra dipendente e datore di lavoro. Il costo della mano d’opera è notevolmente più basso di quello di qualsiasi paese europeo ed a seconda delle zone parte da 200 euro per mai superare i 500 euro al mese calcolati sulla base delle effettive presenze al lavoro e per dodici mensilità. Se a questi indiscussi vantaggi si aggiunge un costo dell’ energia elettrica bassissimo, trasporti giornalieri verso la Russia a prezzi notevolmente inferiori a quelli Europei (benzina e diesel circa 0,50 centesimi di euro), con mercati Russi di notevole interesse certamente più vicini al Kyrgyzstan che a Mosca, ci si rende subito conto che i vantaggi sono numerosi e concreti.
Ora se tutte le aziende possono trarre beneficio da quanto indicato esistono settori come l’agro alimentare dove la materia prima è disponibile localmente in cui i vantaggi sono più evidenti. In pratica si può produrre di tutto, purché il prodotto abbia un mercato di vendita accertato verso la Russia o la Cina. Questa possibilità di vendere in Cina è la grande potenzialità del Kyrgyzstan che mantiene rapporti quotidiani di trasporto e di affari con la Cina con cui confina da sempre. Molti prodotti che hanno un mercato in Cina possono esser fabbricati dal Kyrgyzstan e trasportati con mezzi stradali quotidiani a cosi molto bassi.
Le aziende Italiane che possono avvantaggiarsi della presente situazione sono quelle che hanno già un mercato in Russia, che possono usare materia prime locali, o che possono assemblare i propri prodotti all'estero per esportazione. Il Kyrgyzstan è un paese con una popolazione giovane, ben educata e tradizionalmente molto tollerante in cui però il rapporto personale è di grande importanza. Operare in Kyrgyzstan non è difficile ma, come sempre in tutti i paesi, è sempre bene collaborare con chi il paese lo conosce dal di dentro avvalendosi di consulenze commerciali e legali già collaudate.
(Giorgio Fiacconi, già console onorario d’ Italia in Kyrgyzstan vive e lavora in Kyrgyzstan ed è raggiungibile a gfiacconi@gmail.com)