I programmi dell'Unione Europea di azione esterna verso i paesi terzi

Con la nuova programmazione comunitaria dell’assistenza esterna per il periodo 2014 - 2020, la Commissione europea ha previsto, a beneficio dei Paesi terzi, i seguenti programmi:
- Strumento di assistenza alla pre-adesione IPA II (Instrument for Pre-accession Assistance) per i Paesi candidati a divenire membri UE;
- Strumento europeo di vicinato ENI (European Neighbourhood Instrument) per i paesi ai confini orientali e meridionali dell’UE;
- Strumento di cooperazione e sviluppo DCI (Development Cooperation Instrument) soprattutto per i paesi asiatici e latino-americani;
- Fondo Europeo di Sviluppo EDF (European Development Fund) per paesi di Africa, Caraibi e Pacifico (ACP) aderenti all'accordo di Cotonou.

PROGRAMMA IPA II
Lo strumento finanziario comunitario del processo di preadesione è stato rinnovato (dando così vita all’IPA II) con una dotazione complessiva di 11,699 miliardi di euro per il periodo  2014-2020.
L’IPA II è stato concepito per rispondere alle esigenze dei paesi beneficiari in preadesione, in modo da perseguire priorità, quali stato di diritto e diritti fondamentali, governance economica e competitività, sviluppo socio-economico, cooperazione regionale, recepimento dell'acquis comunitario. Esso opererà in base a regole semplificate e l’assistenza sarà realizzata, in modo da essere più flessibile e adattata agli specifici bisogni, come anche orientata ai risultati, da ciò conseguendo: l’attenzione su un numero limitato di aree e settori (che permettano di raggiungere le priorità appena indicate); un più stretto collegamento tra le strategie per l’allargamento e le priorità per l’assistenza; un riferimento più stretto ai bisogni dei paesi beneficiari, in modo da garantire l’accesso all’assistenza senza distinzioni, basate sullo status del paese (candidato o potenziale candidato); il miglioramento  dell’efficacia dell’assistenza, mediante una maggiore flessibilità nell’allocare  i fondi a favore di azioni maggiormente orientate al risultato.
Paesi beneficiari: ex Repubblica Jugoslava di Macedonia, Islanda, Montenegro, Serbia, Turchia (paesi candidati); Albania, Bosnia-Erzegovina, Kosovo (paesi potenziali candidati).

PROGRAMMA  ENI
Con una dotazione complessiva di 15,433 miliardi di euro per il periodo  2014-2020, l’ENI è il nuovo strumento europeo di vicinato, che fornisce assistenza comunitaria finalizzata alla creazione di una zona di prosperità tra l’Unione europea, Paesi e territori limitrofi dell’UE (Paesi partner) non aventi una prospettiva di adesione all’UE, ma con i quali  l’UE ha avviato una politica di vicinato. Ha sostituito  il precedente programma ENPI.
Tale strumento finanziario si focalizzerà soprattutto su: promozione dei diritti umani e dello stato di diritto; sviluppo di una società civile prospera; crescita sostenibile ed inclusiva e sviluppo economico, sociale e territoriale; mobilitazione e contatti interpersonali (inclusi gli scambi di studenti); integrazione regionale (inclusi i programmi  di cooperazione transfrontaliera). Principali elementi del nuovo programma saranno: migliore diversificazione del sostegno dato, adattando l’assistenza alle necessità e ai progressi dei paesi beneficiari; un approccio basato sugli incentivi, in modo da consentire alla UE di aumentare  il suo sostegno ai paesi, che realizzeranno una democrazia sostenibile e le riforme concordate; miglioramento delle disposizione sui programmi di cooperazione transfrontaliera tra gli Stati membri UE e i paesi partner, per facilitare una loro attuazione efficace e veloce; collegamenti più stretti con le politiche e gli strumenti interni della UE, per permettere ai paesi beneficiari ed ai loro cittadini di partecipare ai programmi comunitari in aree, quali ricerca e innovazione, gioventù, sviluppo delle PMI, etc. Riguardo la Russia (beneficiaria del vecchio programma ENPI), essa rimarrà eleggibile per i programmi multibeneficiari del nuovo ENI (tra cui cooperazione regionale e Erasmus +) e per i programmi  di cooperazione transfrontaliera.
Paesi beneficiari: Armenia, Azerbaigian, Bielorussia, Georgia, Moldova, Ucraina (ad est); Algeria, Autorità Palestinese di Cisgiordania e Gaza, Egitto, Giordania, Israele, Libano Libia, Marocco, Siria e Tunisia (a sud).

PROGRAMMA  DCI
Il nuovo  DCI è diretto al sostegno della cooperazione allo sviluppo in diverse aree del mondo e per il periodo  2014-2020 possiede una dotazione complessiva di 19,662 miliardi di euro. Esso ha come obiettivi principali (in linea, tra l’altro con l’ “Agenda for Change” sulla politica UE di sviluppo) la riduzione della povertà ed il raggiungimento  di altre finalità dirette ad accelerare lo sviluppo economico, sociale ed ambientale, come anche la promozione della democrazia e della buona governance. Oltre ai consueti programmi geografici (bilaterali e regionali), il nuovo strumento  finanziario prevede sia due programmi tematici denominati “Global public goods and challenges”, con attenzione ai cambiamenti climatici, all’energia ed allo sviluppo umano, e “Civil society organisations and local authorities”, affinché le stesse giochino un ruolo più ampio nelle strategie per lo sviluppo, sia un nuovo programma pan-africano, per sostenere il partenariato strategico tra UE e Africa. Anche in relazione a tale strumento finanziario, verrà adottato un approccio differenziato per rispondere a bisogni, capacità e risultati dei paesi partner, indirizzando la cooperazione allo sviluppo della UE dove la stessa abbia un impatto maggiore, dando priorità ai paesi meno sviluppati ed a basso reddito.
Regioni beneficiarie: Asia; Asia Centrale; Medio Oriente; America Latina; Sud Africa.

FONDO EUROPEO DI SVILUPPO (EDF)
Il Fondo europeo di sviluppo (FES) rappresenta lo strumento principale degli aiuti comunitari per la cooperazione allo sviluppo con gli Stati ACP, nonché con i paesi e territori d’oltremare  (PTOM). Esso è finanziato dagli Stati membri e dispone di regole finanziarie proprie, rappresentando tuttora la pietra angolare delle relazioni ACP-UE,  ed intervenendo nelle seguenti aree: sviluppo economico; sviluppo sociale ed umano; cooperazione ed integrazione regionale.
Il prossimo 11^ FES (2014-2020) continuerà a sostenere la cooperazione con i paesi ACP, prevedendo un budget complessivo di 30,506 miliardi di euro (al riguardo, si segnala che, poiché lo stesso fondo è ancora oggetto di ratifica da parte degli Stati membri della UE, dall’1 gennaio 2014 sono operative delle misure transitorie nella forma di una “Bridging facility”). Esso differirà poco dal fondo precedente e, analogamente agli altri strumenti finanziari, mirerà ad assicurare più flessibilità e reazione rapida in caso di eventi inattesi, prevedendo, tra l’altro, che il finanziamento  regionale includa allocazioni  a copertura di bisogni imprevisti che abbiano appunto dimensione regionale, nonché la costituzione di uno schema, che aiuti i paesi ACP a mitigare gli effetti a breve termine di shock esogeni, quali crisi economiche o disastri naturali.
Si ritiene che, analogamente al 10^ FES,  tale fondo realizzerà la cooperazione con i paesi ACP attraverso  il finanziamento  di progetti di sviluppo a livello nazionale e regionale con le seguenti priorità: consolidamento istituzionale, sostegno al bilancio, realizzazione di infrastrutture, assistenza tecnica, sostegno al settore dell’educazione, contributo alla diversificazione delle colture agricole, etc.
Regioni (paesi) beneficiari: Africa subsahariana (48 paesi); Caraibi (15 paesi); Pacifico (15 paesi).

STRUMENTO  DI PARTENARIATO PER LA COOPERAZIONE  CON I PAESI TERZI (PI)
Lo strumento di partenariato per la cooperazione con i Paesi Terzi è il principale strumento innovativo nel pacchetto di azione esterna.
Il suo obiettivo generale è quello di far progredire e promuovere gli interessi dell’UE, sostenendo la dimensione esterna delle politiche interne dell’UE (ad esempio competitività, ricerca e innovazione), e affrontare le principali sfide globali (ad esempio la sicurezza energetica, il cambiamento climatico e l’ambiente). La proiezione esterna della strategia “Europa 2020” rappresenta, dunque, un’importante componente strategica di questo strumento.
Lo strumento di partenariato affronterà anche gli aspetti specifici di diplomazia economica dell’UE, al fine di migliorare l’accesso ai mercati dei Paesi terzi, per promuovere  il commercio, gli investimenti e le opportunità di business per le imprese europee. Esso sosterrà la diplomazia pubblica, il networking, la cooperazione accademica e le attività di sensibilizzazione, per promuovere  i valori e gli interessi dell’Unione.
Lo strumento di partenariato offrirà un approccio diverso a modelli consolidati di cooperazione allo sviluppo, per promuovere la politica di cooperazione.
Esso si concentrerà in particolare sui Paesi con i quali  l’UE ha un interesse strategico a rafforzare  i legami.  Questo include  i Paesi che svolgono un ruolo sempre più importante negli affari mondiali, nell’economia e nel commercio, nei forum multilaterali internazionali e nell’affrontare sfide di portata planetaria, o in cui l’Unione abbia interessi rilevanti. Lo strumento di Partenariato consentirà all’UE di sviluppare e impegnarsi in un dialogo politico globale con i principali  Paesi partner strategici. La sua portata globale e la flessibilità sono elementi essenziali per consentire all'Unione di rispondere alla rapida evoluzione dei Paesi partner ed alle principali sfide politiche globali.

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L’iter di definizione delle strategie di intervento e dei relativi Programmi  d’azione, definiti dalla Commissione europea, in stretto contatto con i governi  locali e gli altri attori nazionali e regionali, comprende:
- “Country Strategy Papers” (CSP) e “Regional Strategy Papers” (RSP) definiscono gli obiettivi specifici ed i settori  di intervento dell’assistenza  comunitaria, rispettivamente sui singoli Paesi beneficiari e su aree regionali;
- “Programmi Indicativi  nazionali” (NIP) e “Programmi indicativi  regionali” (RIP) aventi un carattere temporale più limi- tato (3-4 anni) e soggetti a  revisione a medio termine;
- “Piani annuali di azione” (AAP), in linea con i NIP/RIP, individuano in concreto le azioni da realizzare in ogni singolo Paese o regione, nei settori precedentemente identificati negli stessi CSP  e RSP.
Con l’approvazione dei “Piani annuali di azione” da parte del Comitato di gestione che riunisce, per ogni Programma di azione esterna UE, i rappresentanti della Commissione europea e degli Stati membri, l’intero processo decisionale di finanziamento viene formalmente concluso e la gara di appalto  (o call for proposals in caso di sovvenzione) può essere avviata.
A seconda del programma  di azione esterna della UE, la concreta gestione della gara viene trasferita alle Delegazioni dell’UE presenti nei vari Paesi beneficiari (procedura di “deconcentrazione”), oppure alle stesse autorità dei Paesi beneficiari (proce- dura di “decentralizzazione”).
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(tratto da Newsletter Anno 3/n.4 - Aprile 2015, Agenzia ICE Bruxelles)




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Provvedimento n.229 dell'8 maggio 2014 - pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 126 del 3 giugno 2014.

Consulta il testo del provvedimento
http://www.eu/ita/archivio/I-programmi-dell-Unione-Europea-di-azione-esterna-verso-i-paesi-terzi-95-ITA.asp 2015-04-29 daily 0.5