Il 2021 sarà l'anno dell'integrazione per l'Unione Eurasiatica? (Eurasianet)

La discussione circa la necessità di creare un mercato del gas comune all’interno dell’Unione Economica Eurasiatica perde forza ogni qual volta vengono firmati degli accordi bilaterali. La Gazprom russa ha annunciato il 24 dicembre di aver raggiunto un accordo per continuare a rifornire la Bielorussia con il gas naturale, sviluppo che era ampiamente prevedibile. Il prezzo concordato è di $127 per migliaio di metri cubi, più alto rispetto a ciò che Minsk vorrebbe, ma inferiore rispetto ai $165 pagati dal membro più povero dell’UEE, l’Armenia. Il Kirghizistan compra gas al confine con il Kazakistan per $150 per migliaio di metri cubi, ma sta negoziando delle tariffe inferiori con la Gazprom. Il Primo Ministro ad interim Kirghizo, Artyom Novikov, ha dichiarato che ottenere delle tariffe inferiori permetterebbe di convertire l’alimentazione del principale generatore energia elettrica del paese, a Bishkek, dal carbone, altamente inquinante, al gas. Mikhail Myasnikovich, il presidente della Commissione Economica Eurasiatica (CEE) - agenzia regolatrice dell’UEE - lo scorso mese stimava che un accordo sul mercato comune del gas sarebbe potuto arrivare quest’anno e che potrebbe essere firmato nel 2022. “Abbiamo sperato di poterlo avere entro la fine del 2020, ma probabilmente avremo il documento all’inizio del 2021”. Mikhail ha poi reiterato l'obiettivo di avere tutto pronto per vedere un mercato comune entro il primo gennaio 2025. La Bielorussia, che per ora sta negoziando autonomamente degli accordi, assicura fermamente il suo impegno nel progetto di integrazione dell’UEE. Il 19 Dicembre, quando è stato il turno di Minsk per la presidenza della Comunità degli Stati Indipendenti (CSI), un altro più ampio club post-Sovietico, il Ministro degli Esteri Bielorusso, Vladimir Makei, ha affermato che la priorità nel 2021 sarà quella di migliorare l’integrazione, sia nel CSI che nell’UEE. Il vice Primo Ministro Bielorusso, Igor Petrishenko, è ritornato sul tema il 4 Gennaio. Ha promesso che la Bielorussia si impegnerà al fine di far diventare l’UEE un’unione economica a tutti gli effetti, assicurando la libera circolazione di beni, servizi, capitale e lavoro entro il 2025. Minsk si sente evidentemente in dovere di dare delle rassicurazioni su questo punto. Il Presidente russo Vladimir Putin ha dedicato parte del suo messaggio di auguri di Capodanno indirizzato alla sua controparte bielorussa, Alexander Lukashenko, per sottolineare che questo è stato l’anno dell’accrescimento dell’integrazione non solo all’interno dell’UEE e della CSI, ma anche dell’alleanza militare, l’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva. Colpisce la convergenza delle agende di CSI e UEE, dal momento che la prima ha una composizione leggermente più ampia, che include paesi come l’Azerbaijan, la Moldavia, il Tagikistan e l’Uzbekistan. Il Turkmenistan, invece, si colloca ai margini della CSI, essendone membro associato. L'Uzbekistan, con i suoi 33 milioni di abitanti, è il paese che l’UEE è più impaziente di condurre nel suo ovile. Tashkent ha fatto un primo piccolo passo verso l’adesione lo scorso mese, quando ha acquisito lo stato di osservatore. Il Presidente Uzbeko Shavkat Mirziyoyev ha annunciato che nel 2021 il suo paese si impegnerà a velocizzare gli sforzi per armonizzare le proprie normative tecniche ed i propri standard con quelli dell’UEE. Nello stesso discorso, pronunciato in una seduta congiunta del parlamento il 29 dicembre, Mirziyoyev ha però sottolineato che il 2021 sarà anche l’anno in cui l’Uzbekistan accelererà il lavoro necessario per ottenere l’ammissione nell’Organizzazione Mondiale del Commercio e migliorerà il suo coinvolgimento con l’UE. L’aspirazione dell’UEE è quella di riuscire a negoziare con altri partner sempre più come fronte unito, tenendo l’India come obiettivo primario. Il vice direttore del dipartimento di Politica commerciale della CEE, ha detto che nei sei mesi a venire ci saranno dei negoziati con Nuova Delhi che riguarderanno la creazione di una zona di libero mercato tra l’India e il blocco commerciale. L’import-export tra l’India e l’UEE nei primi tre quarti del 2020 aveva raggiunto i $9 miliardi, ma l’Unione vede il potenziale per aumentarlo. L’UEE è ovviamente anche una struttura difensiva; per cui, vista tutta la retorica anti-occidentale che aleggia in molti paesi post-Sovietici, la Cina rappresenta il maggior problema per le fortune del blocco. I tubi in acciaio inossidabile, usati per la perforazione e il funzionamento di pozzi di petrolio e gas, hanno attirato molta attenzione. La CEE ha annunciato nel mese di dicembre che il suo dipartimento di Protezione del mercato interno continuerà le sue indagini su come strutturare i dazi antidumping fino al 23 febbraio. Lo stesso dipartimento, nel novembre scorso, aveva deciso di imporre dazi quinquennali ai maggiori produttori cinesi: 14.6% alla Foshan Vinmay Stainless Steel e 17.3% alla Guangdong Sumwin New Material Group ed ad altre compagnie. Questo tipo di protezionismo è la prassi a livello internazionale. Le difese dell’UEE sono all’incirca proporzionate con quelle innalzate dagli Stati Uniti e dall’UE per proteggere i propri mercati dell’acciaio dalle modalità anticompetitive della Cina. Logirus, il sito di informazione sulla logistica con sede a Mosca, ha osservato che l’UEE è sempre più disposta ad adottare manovre difensive quando si tratta del settore metallurgico. Il sito web ha rilevato che delle 24 misure protettive adottate dall’UEE tra il 2014 e il 2019, la maggior parte erano al servizio degli interessi delle compagnie produttrici di tubi, laminati in metallo, elettrodi e altre componenti metallici. Ha inoltre evidenziato, comeI beni di consumo in ingresso abbiano vita più semplice. Un elemento fondamentale per l’integrazione è il piano pensionistico entrato in vigore il 12 gennaio in tutto il blocco. Ciò significa che un lavoratore espatriato che ha lavorato e pagato le tasse in un altro paese membro, avrà ora la possibilità di ricevere una pensione regolare dal governo di quel paese, indipendentemente dal fatto che potrebbe successivamente rimpatriare. Dati i volumi delle migrazioni per motivi di lavoro che avvengono all’interno dell’UEE, in particolare verso la Russia, questa sarà una manna per coloro che hanno lavorato per anni in un paese diverso da quello d’origine. (Tratto da: https://eurasianet.org/)