Il Corridoio Meridionale e il Caspio: nuove prospettive per Turkmenistan e Iran (di Marco Caputo)

Dopo 21 mesi di negoziati, il 14 luglio è stato infine firmato a Vienna il negoziato sul nucleare tra l'Iran e le sei potenze mondiali composte dai P5 più la Germania. Quest'evento avrà come conseguenza la sospensione del regime di sanzioni sui beni iraniani e una maggiore cooperazione economica tra Teheran ed i paesi occidentali, Germania e mercato UE in primis. Per il Corridoio Meridionale del gas (SGC) quest'accordo potrebbe risultare in concreti passi avanti nel coinvolgimento di due ulteriori paesi fornitori: il Turkmenistan e l'Iran. Quanto al Turkmenistan, la sua partecipazione al SGC è una priorità per la politica energetica dell'UE per il suo grande potenziale esportativo, come dimostrato dalle numerose visite del commissario Maros Sefcovic ad Ashgabat negli ultimi mesi. Al termine di una di queste, il commissario ha dichiarato che l'Unione Europea sta lavorando affinché le nuove condutture provenienti dal Turkmenistan siano pronte prima del 2020, passino esse attraverso il Mar Caspio o l'Iran. Teheran, dall'altro lato, gioca un ruolo chiave per il SGC non solo come potenziale esportatore di gas, le cui riserve nazionali rappresentano il 18 percento di quelle mondiali, ma anche in relazione al passaggio del gas turkmeno verso l'Europa, poiché l'Iran si è dimostrato ostile alla costruzione del Trans Caspian Gas Pipeline (TCGP) e si è al contempo proposto come paese di transito. L'afflusso verso l'UE di gas turkmeno e iraniano, rispettivamente nel medio e lungo termine, potrebbe incrementare largamente la sicurezza energetica dei paesi membri così come il loro potere negoziale nei confronti di Gazprom, soprattutto se si considerano le incertezze dovute alla scadenza delle forniture russe all'Ucraina nel 2019. Nelle attuali circostanze economiche e politiche, d'altronde, la cooperazione energetica con l'Unione Europea appare particolarmente vantaggiosa anche per Ashgabat e Teheran. 

Nell'ultimo anno il Turkmenistan ha esportato oltre 41 Gmc di gas naturale di cui ben 25,5 verso la Cina, confermando la sua politica di diversificazione delle esportazioni cominciata nel 2009 a seguito del brusco calo della domanda russa. Le importazioni russe di gas turkmeno, infatti, sono passate dai 40 Gmc del 2008 a circa 10 Gmc annui tra il 2009 e il 2014, e ci si aspetta che non superino i 4 Gmc nel 2015. La priorità di Ashgabat è diversificare ulteriormente le sue esportazioni di gas, considerando che l'Iran dopo la firma dell'accordo aumenterà la sua produzione interna e potrebbe arrivare a fare a meno di importare gas turkmeno (circa 6,5 Gmc nel 2014). La cooperazione energetica con l'UE, quindi, rappresenta per il paese una grande opportunità di allargare il proprio mercato, scelta fondamentale poiché negli anni a venire la domanda di gas turkmeno rischia di essere dominata dalla Cina, la quale progetta di portare i volumi importati a 40 Gmc nel 2015 e a 65 Gmc entro il 2020. Quanto alle infrastrutture, il gasdotto East-West che collegherà i giacimenti dell'area orientale del paese con le sponde del Caspio è in costruzione dal 2010. All'epoca concepito per rifornire la Russia attraverso il defunto Caspian Coastal Pipeline (vittima del deteriorarsi delle relazioni tra i due paesi), l'East-West potrebbe essere collegato con il Corridoio Meridionale in modo da portare il gas Turkmeno fino in Europa. Ed è a questo punto che sovviene il principale ostacolo, ovvero la difficoltà di realizzare il TCGP a causa del veto russo ed iraniano. Tuttavia l'accordo sul nucleare firmato il 14 luglio, e la conseguente rimozione delle sanzioni e normalizzazione delle relazioni, potrebbe schiudere nuove prospettive di cooperazione tra Ashgabat, Teheran e Bruxelles. L'Iran potrebbe infatti esportare il suo gas in Europa, rimettendo in movimento la sua economia e settore energetico, atrofizzati da anni di sanzioni.

Guardando in dettaglio le ipotesi di cooperazione attualmente in discussione, in assenza del TCGP il gas turkmeno diretto in Europa potrebbe transitare in territorio iraniano ed arrivare in Turchia e collegarsi con il TANAP presso Erzurum. Il percorso seguirebbe inizialmente l'attuale linea di esportazione che dal Turkmenistan è diretta nel nordest dell'Iran (massima capacità circa 20 Gmc/a, circa 6,5 Gmc nel 2014), per poi raggiungere la Turchia attraverso la linea Tabriz-Ankara (capacità massima 14 Gmc/a, circa 9 Gmc nel 2014). Inoltre, in Iran sono attualmente in progettazione due gasdotti entrambi a partire dal giacimento South Pars, uno diretto nel  nordest del paese per renderlo autosufficiente dal gas turkmeno ("undicesimo gasdotto"), l'altro diretto verso Tabriz per aumentare l'esportazione verso Ankara ("nono gasdotto") .Quindi, l'Iran potrebbe ipoteticamente firmare un accordo di scambio di gas con Turkmenistan e Turchia evitando la costruzione dell' "undicesimo gasdotto" e implementando più rapidamente quella del "nono", che porterebbe la capacità massima della linea Tabriz-Ankara a circa 28 Gmc annui. D'altro canto, invece, la realizzazione della condotta sottomarina TCGP collegherebbe Turkmenbashi con Baku aggiungendo dai 20 ai 30 Gmc annui di gas turkmeno al SGC, senza escludere la possibilità per l'Iran di collegarsi al SGC direttamente ad Erzurum. 
Tuttavia, queste ipotesi di cooperazione fanno i conti senza l'oste, ovvero la Russia, che è contraria a questi progetti e detiene un grande potere negoziale tanto con Iran e Turkmenistan quanto con diversi membri dell'Unione Europea. Il potenziamento del Corridoio Meridionale con il gas turkmeno ed iraniano finirebbe per competere con il progetto del Turkish Stream di Mosca sia nei Balcani che in Turchia, col risultato probabile che il gas russo arrivi a scorrere ben prima di quello del Caspio.




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http://www.eu/ita/archivio/Il-Corridoio-Meridionale-e-il-Caspio-nuove-prospettive-per-Turkmenistan-e-Iran-di-Marco-Caputo-121-ITA.asp 2015-07-28 daily 0.5