Il Forum Economico di Astana e le prospettive di diversificazione produttiva del Kazkahstan (di Lorena Di Placido)

Tra le iniziative internazionali che nel mese di giugno hanno avuto per protagonista il Kazakhstan (tra tutte, il vertice dei capi di Stato e di governo della SCO e l’apertura dell’EXPO 2017), la decima edizione del Forum Economico di Astana (Astana Economic Forum - AEF) ha rappresentato un’occasione speciale per sottolineare la proiezione della politica economica e di integrazione globale promossa fin dall’indipendenza. 

Il Forum – che ha avuto luogo il 15 e 16 giugno al Palazzo dell’Indipendenza di Astana - costituisce dal 2008 un appuntamento annuale di riflessione e confronto ad alto livello tra politici, economisti, esponenti del mondo degli affari e delle organizzazioni internazionali, scienziati e vincitori di premi Nobel su tematiche cruciali per le prospettive di crescita a livello globale, con la partecipazione di diverse migliaia di delegati provenienti da oltre cento Paesi. Le raccomandazioni che emergono dall’AEF vengono presentate ogni anno ai vertici del G-20. 

Il Forum Economico di Astana nasce come piattaforma di dialogo creata dal Governo del Kazakhstan insieme al Club Economico Eurasiatico dell’Associazione degli Scienziati, istituito il 27 giugno 2008 allo scopo di promuovere l’integrazione nella comunità eurasiatica e di sviluppare la cooperazione economica internazionale. Oltre che dagli enti istituzionali del Kazakhstan (13 ministeri, la Banca Nazionale, il Fondo Nazionale Samruk Kazyna…), il Forum Economico beneficia del supporto di organizzazioni internazionali, come le Nazioni Unite, l’Organizzazione Mondiale per la Proprietà Intellettuale, la Banca Mondiale, il Fondo Monetario Internazionale, UN ESCAP, UNIDO, UNECE-aid, che hanno il ruolo promuovere i panel di discussione. 

I lavori del Forum si concentrano annualmente su tematiche di particolare attualità, che vanno dalle sfide della globalizzazione e dello sviluppo economico alla competitività; dall’integrazione nello spazio euroasiatico alla sicurezza e ai rischi globali; dallo sviluppo economico mondiale (che ha come direttrici: economia e finanza; business e investimenti; economia e sviluppo sociale stabile) all’economia verde e all’ambiente; dalla sicurezza alimentare a quella monetaria; dallo sviluppo infrastrutturale a quello economico, anche con focus specifici su aree geografiche cruciali (in primo luogo, l’Africa).

L’edizione da poco conclusa del Forum ha avuto per cornice il tema “New Energy, New Economy”, e si è articolata in 40 sessioni parallele incentrate su crescita economica sostenibile, commercio internazionale e infrastrutture, innovazione e green economy. Dimostrando una immediata affinità ideale con il focus dell’EXPO 2017 (che ha per tema l’“Energia del futuro”), alcuni spazi di particolare interesse dell’AEF hanno riguardato le prospettive di sviluppo economico del Kazakhstan, affinché superino la dipendenza dagli idrocarburi (tanto più nell’attuale congiuntura negativa di mercato) e conseguano una differenziazione delle attività produttive che sia efficace, lungimirante e attenta alle questioni ambientali.

Nelle sessioni dedicate alla Nuova Via della Seta, sono stati ampiamente presentati i progetti di sviluppo infrastrutturale che, partendo dalla Cina, valorizzano il Kazakhstan in quanto centro delle rotte di transito commerciale est-ovest, aprendo, parallelamente, a nuove opportunità commerciali verso oriente. Grazie alle medesime direttrici, infatti, si vengono a creare anche le condizioni per un accesso al mare aperto delle merci kazake destinate all’esportazione dal terminal logistico di Lianyungang (sul Mar Giallo), al quale giungono attraverso lo snodo strategico di Khorgos (Zona Economica Speciale – ZES, al confine tra Cina e Kazakhstan) e il supporto di COSCO Shipping, compagnia di stato cinese per il trasporto e la logistica. 

La capitalizzazione del vantaggio logistico fornito dalla collocazione geografica del Kazakhstan costituisce un elemento fondamentale per realizzare la crescita annua del 5,5% di cui il Paese ha bisogno per raggiungere l’obiettivo dell’ingresso tra i Paesi più sviluppati entro il 2050. E come è stato sottolineato nell’intervento del vice presidente della Banca Mondiale, Cyril Muller, un simile tasso ha bisogno di essere sostenuto da driver di crescita diversi dagli investimenti pubblici.

Tale raccomandazione si innesta in un percorso già intrapreso dal Kazakhstan. Tra le priorità di sviluppo enunciate dal presidente Nazarbaev alla sessione plenaria, che ha concluso il Forum, si trovano, infatti: modernizzazione tecnologica dell’economia, digitalizzazione, miglioramento ed espansione del contesto per gli affari, sviluppo del capitale umano. Rispetto al tema della preservazione dell’ambiente e dell’incentivo allo sviluppo di fonti rinnovabili di energia per uscire dalla monocoltura degli idrocarburi, il presidente ha ricordato l’impegno del suo Paese che, negli ultimi 10 anni, ha portato all’adozione di misure di tutela dell’ambiente che hanno ridotto del 13% le emissioni di sostanze inquinanti nell’atmosfera. Un altro settore ritenuto strategico per l’avvio di una nuova fase economica del Paese è quello dell’agricoltura, carico di un potenziale non ancora pienamente valorizzato (il 15% delle terre statali non viene utilizzato). 

Sembrerebbero essere emersi dal Forum gli elementi per una lenta e costante ripresa della crescita economica del Kazakhstan, che, secondo uno studio pubblicato a maggio dalla Banca Mondiale, nel periodo 2017-19 dovrebbe attestarsi sul 3% medio annuo, dopo l’1,2% registrato nel 2015 e l’1% del 2016. Iniziative quali politiche di sostegno alla domanda interna (tramite salari pubblici più elevati) e alle imprese (anche piccole e medie), insieme alla ricapitalizzazione delle banche e alla prospettiva di un graduale aumento del prezzo del petrolio possono condurre a una sempre più solida ripresa. Un certo miglioramento del contesto degli affari si è, tuttavia, già registrato, come mostra la collocazione del Kazakhstan al 35esimo posto nell’indice Doing Business 2017 stilato dalla Banca Mondiale, salendo di 16 posizioni rispetto all’anno precedente 
Sintetizzato nella formula “New Energy, New Economy”, l’Economic Forum di Astana ha costituito, pertanto, una sintesi ideale delle direttrici di sviluppo che il Kazakhstan sta affinando per svincolare la propria economia dal driver esclusivo di crescita determinato dalla produzione di idrocarburi, capitalizzando sulla propria collocazione nel contesto eurasiatico.




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Provvedimento n.229 dell'8 maggio 2014 - pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 126 del 3 giugno 2014.

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http://www.eu/ita/archivio/Il-Forum-Economico-di-Astana-e-le-prospettive-di-diversificazione-produttiva-del-Kazkahstan-di-Lorena-Di-Placido-393-ITA.asp 2017-06-27 daily 0.5