Il Karakalpakstan tra sviluppo economico e fremiti di secessione (di Dario Citati)

Con una popolazione di circa un milione e mezzo di abitanti ed una superficie di 166.000 kmq, la Repubblica del Karakalpakstan è una regione a statuto speciale che fa parte dello Stato dell’Uzbekistan e gode d’una notevole autonomia garantita dall’articolo 73 della stessa Costituzione uzbeka. Delle 14 unità amministrative in cui è suddiviso l’Uzbekistan, infatti, il Karakalpakstan è l’unico soggetto a possedere lo statuto di “Repubblica”, avendo dunque un rapporto con Taškent (capitale e centro politico dell’Uzbekistan)  paragonabile a quello di un’entità federata.
L’onomastica di questa Repubblica autonoma trae origine dai Karakalpaki, l’etnia turcica che abita la maggior parte del suo territorio e che per costumi, lingua e tradizioni differisce sensibilmente dagli Uzbeki e dalle altre popolazioni presenti in Uzbekistan. Nel corso della sua lunga storia, tutta l’Asia centrale è stata attraversata da innumerevoli popoli e si è arricchita nel tempo dell’apporto di tante culture, di matrice prevalentemente turca e persiana. Malgrado i tentativi delle diverse repubbliche ex sovietiche di costruire una propria identità nazionale una volta resesi indipendenti dopo la caduta dell’URSS, il quadro odierno è ancora caratterizzato da una forte frammentazione tribale. Più che le barriere di carattere etnico o linguistico (molto malleabili a causa del suddetto mescolamento fra popolazioni), una delle divisioni identitarie che maggiormente resiste è quella tra oasi e steppa, tra nomadi e sedentari.
Se infatti popoli come gli Uzbeki o i Tagiki rivendicano con orgoglio la propria discendenza dalle culture sedentarie delle oasi (in particolare, l’impero di Tamerlano), altre nazioni come i Kirghisi o i Kazaki sono al contrario fieri della propria appartenenza alla “civiltà della steppa”, cioè alle tradizioni del nomadismo e dell’allevamento estensivo che a tutt’oggi risulta praticato nelle aree rurali e non industrializzate. Proprio qui si situa la problematicità del Karakalpakstan: i Karakalpaki, infatti, sono una popolazione storicamente nomade o semi-nomade, percepita talora dai concittadini uzbeki come più vicina ai Kazaki o ai Kirghisi.
Dopo l’annessione della Crimea alla Federazione Russa nel marzo 2014, in diverse aree dello spazio ex-sovietico è tornato a soffiare il vento dell’indipendenza e della secessione. Nel Karakalpakstan si è fatto avanti, negli ultimi mesi, un piccolo movimento chiamato “Alga, Karakalpakstan” che si pone come fine esplicito il referendum per l’indipendenza. Si tratta di una realtà poco più che embrionale, ma è significativo che diverse fonti locali riportino un monitoraggio crescente da parte delle autorità di Taškent circa la diffusione di iniziative culturali e civili ispirate al secessionismo.
Realisticamente è comunque difficile che, in tempi brevi, la Repubblica del Karapalkstan possa ambire ad un’effettiva indipendenza. Sebbene diversi specialisti ritengano che il sentimento della popolazione locale sia piuttosto orientato a separarsi dall’Uzbekistan, l’ipotesi di una secessione è allo stato attuale assai improbabile per ragioni pratiche. La piccola repubblica non avrebbe la forza di mantenersi indipendente, né da un punto di vista economico né sul piano politico-istituzionale, e l’estrema fragilità del contesto socioeconomico rende parimenti difficile l’eventualità che emergano gruppi locali sufficientemente organizzati per portare avanti un progetto di questo tipo.
L’indipendenza del Karakalpakstan potrebbe tuttavia divenire uno scenario più realistico qualora attori geopolitici esterni e limitrofi ne sostenessero il percorso, puntando chiaramente ad esercitare un’influenza diretta nel futuro della regione. In questo senso il candidato più importante, se non l’unico, è senza dubbio il Kazakhstan, che costituisce non solo il Paese più ricco e potente dell’Asia centrale, ma anche quello che per ragioni strategiche ed etno-linguistiche saprebbe più facilmente inserirsi all’interno della dinamica secessionista del Karakalpakstan.
Dall’indipendenza dell’Uzbekistan a oggi, migliaia di Karakalpaki hanno abbandonato la terra natìa per trasferirsi proprio in Kazakhstan. Per converso la comunità kazaka in Karakalpakstan è la terza più numerosa della Repubblica (dietro a Karakalpaki e Uzbeki) aggirandosi, secondo le stime più diffuse, intorno alle 300mila unità. La vicinanza geografica, culturale e linguistica tra Karakalpaki e Kazaki rende insomma presumibile che un eventuale distacco dall’Uzbekistan comporterebbe un inevitabile ingresso del Karakalpakstan nell’orbita di Astana.
La Repubblica del Karakalpakstan dispone peraltro di discrete risorse naturali, in particolar modo di tipo minerario: rame, argento, ma soprattutto oro e uranio, localizzati prevalentemente nella zona desertica del Kizilkum, che si estende anche nei vicini Kazakhstan e Turkmenistan. Negli anni Novanta sono stati inoltre scoperti giacimenti di gas (Urga, Berdaq), che coprono principalmente il fabbisogno locale ma che non sono ancora stati completamente esplorati. Sotto un profilo economico, la principale difficoltà di questa regione è costituita dalla relativa assenza di infrastrutture, che comporta talora notevoli difficoltà logistiche. Inoltre, come altre zone dell’Asia centrale, anche il Karakalpakstan subisce gli effetti eco-ambientali derivanti dal prosciugamento del lago d’Aral.
Secondo i dati ufficiali forniti dalle autorità karakalpake, nella Repubblica sono a tutt’oggi presenti 40 joint venture, attive in particolar modo nei settori tessile (soprattutto cotone), delle costruzioni e dell’assemblaggio materiali. Investitori e capitali stranieri che provengono dalla Gran Bretagna, dalla Svizzera, dal Vietnam e ovviamente dalla Russia. In linea di principio sussiste anche un potenziale turistico inespresso: la capitale Nukus vanta un museo d’arte che conserva numerosi reperti archeologici e opere moderne, mentre gli sconfinati paesaggi naturali potrebbero essere meta esotica di itinerari qualora opportunamente supportati da progetti infrastrutturali.
Dario Citati




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