Il Kazakhstan al centro dell’Eurasia: il meeting dei Capi di Stato della SCO detta l’agenda della politica in Asia Centrale (di Frank Maracchione)

L’inaugurazione dell’Expo 2017 in Kazakhstan avviene in parallelo a quella che il Diplomat ha definito ‘la settimana di Astana’. L’evento cardine di questo round diplomatico, che ha posto la capitale kazaka al centro della politica internazionale della regione, è stato il summit del Consiglio dei Capi di Stato della Shanghai Cooperation Organization. Le più alte cariche degli Stati Membri dell’organizzazione - Cina, Russia, Kazakhstan, Uzbekistan, Kyrgyzstane Tajikistan- degli observer state e dei dialogue partner, si sono riuniti per definire le linee guida delle politiche di cooperazione e sicurezza regionali per i prossimi dodici mesi. 

I capi di Stato, riuniti per allargare la membership dell’organizzazione per la prima volta dalla sua fondazione nel 2001, hanno partecipato a due diversi meeting. Il primo ha riunito in una riunione ristretta i soli ‘soci fondatori’ per dare l’ultimo assenso all’estensione dello status di membri ufficiali a India e Pakistan. L’altro ha messo assieme tutti i membri ed affiliati facendo il punto dell’anno di presidenza kazaka della SCO. 

‘L’espansione della Shanghai Cooperation Organization aiuterà indubbiamente l’organizzazione a diventare più forte e influente nelle sfere politica, economica e umanitaria’ ha affermato Vladimir Putin, Presidente della Federazione Russa, nel suo discorso durante il meeting in cui ha parlato della situazione dei principali conflitti in Medioriente. Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese Xi Jinping si è invece concentrato sul futuro dell’organizzazione proponendo un tipico elenco alla cinese con le direzioni che immagina per la SCO: rafforzare solidarietà e coordinamento, unire le forze per affrontare le sfide comuni, approfondire la cooperazione politica, incrementare i legami tra i popoli e sostenere apertura e inclusività. La seduta è stata presieduta dal Presidente kazako Nursultan Nazarbayev, ospite dell’evento. 

La dichiarazione finale della SCO riassume i risultati del summit nei vari ambiti di cooperazione dell’organizzazione. L’ambito economico si incardina nell’implementazione della Strategia di Sviluppo SCO verso il 2025 approvata nel summit di Tashkent del 2016 che, citando la dichiarazione, mira a creare ‘una piattaforma regionale di partecipazione attiva per creare un modello equo e policentrico di ordine mondiale che incontri gli interessi di tutti gli Stati’. Il primo punto di interesse nella strategia economica della SCO è rappresentato dall’iniziativa cinese One Belt, One Road che, attraverso il forum del 14-15 maggio a Pechino, ha mosso un primo passo verso la creazione di un corpus di progetti internazionali, regionali e nazionali di integrazione economica sostenibile dell’Eurasia. Alla base del progetto si possono trovare quelle che sono le fondamenta politiche della SCO: rispetto reciproco, uguaglianza e profitto comune. Il programma di investimenti della SCO si incentra infine sullo sviluppo dell’Accordo per la Creazione di Condizioni Favorevoli al Trasporto Internazionale su Ruota. L’accordo, sostenuto dal Programma SCO per lo Sviluppo Stradale del novembre 2016, ha ‘lo scopo di coordinare la formazione di un network stradale, di migliorare l’accessibilità al trasporto e di ottimizzare i collegamenti tra le principali zone di produzione e di consumo negli Stati SCO’.

L’ambito politico vede il Medioriente come focus principale con Afghanistan e Siria come punti di interesse. Per quanto riguarda la Siria, la SCO esprime il suo sostegno al cosiddetto ‘Astana Process’, che vede incentrare proprio nella capitale kazaka gli sforzi di parte della comunità internazionale per risolvere la crisi siriana. La questione afghana solleva invece due questioni fondamentali per la SCO. ‘I Capi di Stato esprimono supporto per l’impegno del governo e del popolo della Repubblica Islamica dell’Afghanistan per la creazione di uno Stato pacifico, stabile ed economicamente prospero, libero da terrorismo, estremismo e criminalità, basato sul ruolo di coordinatore centrale dell’ONU nelle materie relative alla stabilizzazione e allo sviluppo dell’Afghanistan’. Da una parte il terrorismo e dall’altra lo stesso ruolo delle Nazioni Unite sono oggetto dell’ultima parte della dichiarazione di Astana.

Il 9 di giugno, gli Stati Membri della SCO, compresi India e Pakistan, hanno firmato la nuova Convenzione SCO sulla Battaglia all’Estremismo, che si unisce ad una lunga serie di dichiarazioni multilaterali nell’ambito della battaglia contro i ‘tre mali’: terrorismo, estremismo religioso e separatismo. La dottrina, sviluppata alla fine degli anni novanta dopo la presa di potere dei Talebani in Afghanistan, è una delle due basi teoriche della SCO assieme al cosiddetto ‘Spirito di Shanghai’ (uguaglianza, mutuo beneficio, non interferenza). Citando dalla Convenzione per la Battaglia Contro i Tre Mali del 2001, ‘in nessuna occasione azioni riferite all’articolo 1 (i tre mali) possono essere tollerate per motivi politici, filosofici, ideologici, razziali, etnici o religiosi’. Convenzioni successive daranno anche delle definizioni di terrorismo e di atto terroristico che, in linea con le legislazioni cinese e russa, considereranno reato di terrorismo non soltanto l’azione concreta, ma anche la cosiddetta ‘advocacy’, il supporto pubblico al terrore. La cooperazione materiale nella battaglia ai ‘tre mali’ riguarda due ambiti principali. Da una parte le intelligence dei paesi membri nella creazione del database e dalla blacklist della SCO RATS (SCO Regional Antiterrorism Structure) e dall’altra gli eserciti nazionali nell’organizzazione delle ‘Peace Mission’, esercizi multilaterali annuali militari e di polizia della SCO. La convenzione firmata ad Astana, oltre a ribadire i concetti già esposti, afferma il sostegno della SCO alla creazione di un codice universale di regole, principi e standard di comportamento responsabile degli Stati all’interno delle Nazioni Unite. 

Non meno importante sul piano della politica internazionale è proprio la posizione della SCO rispetto ad una possibile riforma del Consiglio di Sicurezza dell’ONU. I membri della SCO, tra cui due membri permanenti del Consiglio di Sicurezza, chiedono che le negoziazioni intergovernative per la riforma dell’organo verso una sua maggiore rappresentatività vengano portate avanti nella maniera più ampia possibile. Il fine è quello di ottenere un pacchetto condiviso di riforme per assicurare l’unità dei membri delle Nazioni Unite, senza imporre opzioni non supportate dalla maggioranza degli Stati. 

Parallelamente al meeting, che vede il passaggio di testimone tra Kazakhstan e Cina alla Presidenza della SCO, si sono svolti una serie di incontri bilaterali. Il più rilevante è stato l’incontro tra le due grandi potenze della SCO: Cina e Russia. Il Presidente Xi e il Presidente Putin hanno ribadito il sostegno reciproco tra i due Stati e hanno discusso dell’iniziativa One Belt, One Road e della situazione della sicurezza in Medioriente. Altro atteso evento è stato l’incontro tra i due eterni rivali Cina e India che da ora siederanno assieme al tavolo della SCO. Il dragone e l’elefante hanno scambiato le proprie visioni sullo sviluppo della regione e si sono impegnati a rafforzare la cooperazione bilaterale, superando i conflitti. Rilevanti anche gli incontri bilaterali di India e Pakistan con i membri SCO, a significare la continua integrazione dell’Asia del Sud nella politica regionale della cosiddetta Greater Central Asia, di cui la membership nella SCO è il simbolo più importante. 




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Provvedimento n.229 dell'8 maggio 2014 - pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 126 del 3 giugno 2014.

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