Il Summit di Tashkent di luglio sulla Regional Connectivity nell’Asia Centrale e Meridionale: un evento di successo per promuovere infrastrutture e legami economici e culturali (di Giorgio Veronesi)

Il 15 e 16 luglio si è tenuto a Tashkent, capitale dell’Uzbekistan, il Summit su “Connessioni in Asia Centrale e Meridionale, sfide ed opportunità”, promosso dal presidente uzbeko Shavkat Mirziyoyev.
L’Uzbekistan, che non ha accesso al mare, se non attraversando due paesi vicini, è particolarmente sensibile ai temi infrastrutturali ed all’integrazione dei singoli piani di sviluppo nazionale nei vari settori ed allo stesso tempo è interessata a promuovere lo sviluppo di iniziative che portino ad un maggiore collegamento tra i paesi di queste regioni, non solo nelle infrastrutture, ma anche nei campi dell’economia, dell’ambiente, della sicurezza, dello sviluppo sociale, della cultura e del turismo. L’Uzbekistan si presenta, nelle parole del Presidente, come “un partner, affidabile, stabile e prevedibile, interessato ed impegnato a stabilire cooperazioni costruttive, basate su interessi comuni”.
Al summit hanno partecipato il Prmo Ministro del Pakistan, Imran Khan, il Presidente dell’Afghanistan, Ashraf Ghani, i ministri degli esteri e rappresentanti dei paesi dell’Asia Centrale (oltre all’Uzbekistan, Kazakhstan, Kyrgyzstan, Tajikistan e Turkmenistan) e Meridionale e rappresentanti di Russia, Iran, Cina, Stati Uniti ed Unione Europea, di organizzazioni internazionali e regionali, di istituti finanziari e di società di analisi e di ricerca.
In totale erano rappresentati 50 paesi e 30 organizzazioni internazionali.
L’Italia era rappresentata dal Sottosegretario di Stato al Ministero degli Affari Esteri, Manlio di Stefano, che ha dichiarato che la conferenza “è stata un’incredibile piattaforma di dialogo con i Paesi della Regione” e che “Oggigiorno connettività significa sviluppo. Le reti digitali, dei trasporti e dell’energia sono centrali nelle relazioni globali a livello bilaterale e multilaterale. Non c’è futuro, però, senza sostenibilità ambientale e finanziaria di questi progetti e soprattutto senza la stabilità dell’intera Regione, incluso l’Afganistan.”
Nella visione del Presidente uzbeko Shavkat Mirziyoyey, promotore ed ospite dell’evento, lo sviluppo coordinato della regione può essere realizzato attraverso il dialogo politico tra i paesi coinvolti, strutturato in maniera stabile e libero da influenze esterne, implementando un progetto avviato già dal 2018 e portato avanti attraverso consultazioni periodiche, incontri bilaterali e multilaterali, di cui questo summit è ad oggi il più importante. Questo rapporto strutturato tra i paesi della regione è fondato su un antico legame storico e culturale, sviluppato nei secoli attraverso gli scambi commerciali, culturali ed umani lungo i percorsi della Via della Seta, ed è ora esteso ad aspetti quali l’utilizzo razionale ed integrato delle risorse naturali, la tutela dell’ambiente, l’integrazione dei sistemi di trasporto dei vettori energetici (elettricità e gas), l’utilizzo di strumenti scientifici moderni ed innovativi, condivisibili attraverso gli scambi di studio e ricerca ed infine la garanzia di condizioni di stabilità e sicurezza per l’intera regione.
A proposito di quest’ultimo aspetto, risulta pertanto critico il mantenimento della stabilità dell’Afghanistan, che crea notevoli preoccupazioni in relazione al ritiro in corso del contingente americano e le crescenti attività dei talebani. Il Presidente Afghano, che ha partecipato all’evento nonostante le attuali difficoltà nel paese, ha dichiarato “Un accordo politico del conflitto è la nostra priorità nazionale. Un Afghanistan sovrano, unito, democratico, pacifico e connesso è stato riconosciuto a livello internazionale e regionale”.
Un aspetto importante per lo sviluppo economico dell’Afghanistan, perciò strettamente legato alla stabilità del paese, è quello dello sfruttamento delle sue notevoli risorse minerarie, e dello sviluppo delle relative infrastrutture per il trasporto dei prodotti, come la linea ferroviaria Termez (Uzbekistan) – Mazar-i Sharif - Kabul – Peshawar (Pakistan), che da Peshawar permette poi di raggiungere i porti del mare Arabico di Karachi, Gwadar e Bin Qasim.
Questa linea, una volta realizzata ed operativa, permetterebbe di raggiungere dall’Asia Centrale i porti del Pakistan invece di quelli dell’Iran, con una riduzione dei costi di trasporto delle merci stimata in oltre il 30%
Nello statement comune finale predisposto dai ministri degli esteri partecipanti al Summit si è “dichiarata l’importanza del ruolo dell’Afghanistan come “ponte regionale” per la connessione tra Asia Centrale e Meridionale e sollecitato lo sviluppo economico dell’Afghanistan attraverso l’esecuzione di progetti regionali comuni nell’ambito delle relazioni economiche globali”.
Si tratta comunque di un tema molto critico, essendo il finanziamento dei progetti internazionali normalmente vincolato alla stabilità dei paesi dove vengono realizzati, quindi questi progetti infrastrutturali ed industriali, che hanno come obiettivo lo sviluppo economico di un paese e la creazione di una maggiore stabilità sociale, devono essere finanziati in maniera alternativa.
Per una regione in grande fermento, come l’Asia Centrale, dove il PIL, gli investimenti stranieri, l’interscambio regionale e le esportazioni sono tutti in crescita, con effetti contenuti della crisi COVID sul 2020, lo sviluppo delle vie di comunicazione verso il subcontinente indiano, in particolare verso India, Pakistan, Bangladesh, dove vivono complessivamente più di un miliardo e mezzo di persone, rappresenta l’opportunità di accesso ad un enorme mercato in tantissimi settori. Non a caso in occasione del Summit Pakistan ed Uzbekistan hanno firmato accordi del valore di 500 millioni di US $, nei settori del commercio, dei trasporti, dei visti, della sicurezza e degli scambi culturali. Il Primo Ministro Imran Khan ha dichiarato: “Con grandi popolazioni e ricchezza di risorse naturali, l’Asia Centrale e Meridionale possono creare un gigantesco mercato di prodotti e servizi”.
Anche l’industria del turismo è direttamente interessata al miglioramento delle infrastrutture e dei collegamenti veloci a costi sostenibili, per l’impatto potenziale sui flussi turistici dal subcontinente indiano all’Asia Centrale: secondo valutazioni dell’organizzazione mondiale del turismo, nel 2022 il numero di visitatori indiani all’estero supererà i 50 milioni di persone, più del doppio di quanto è stato nel 2019.
La visione sull’importanza della connettività regionale per uno sviluppo economico, sociale e culturale comune è stata condivisa da tutti i partecipanti del Summit, sia i rappresentanti degli stati dell’Asia Centrale e Meridionale che quelli degli altri paesi e gli osservatori esterni. Certamente non mancano le sfide, in particolare in relazione all’aspetto stabilità e sicurezza dell’Afghanistan, ma la volontà comune è quella di lavorare insieme per affrontarle come necessario.
(Giorgio Veronesi, Vice Presidente Esecutivo, Camera di Commercio Italia Uzbekistan (CIUZ)