Il futuribile corso del Rublo tra tensioni geopolitiche e prezzo del petrolio (di Gioia Ghezzo)

La correlazione tra prezzo del petrolio e il rublo russo è sicuramente tra le più evidenti ad intercorrere tra una valuta e il greggio. La Federazione Russa è infatti— insieme a Stati Uniti e Arabia Saudita—uno dei maggiori produttori al mondo di petrolio, rappresentando circa il 63,2%  delle esportazioni russe. 

Nonostante gli sforzi del governo per diversificare l’economia, il bilancio statale russo appare quindi legato a doppio filo con la produzione e la vendita dei barili di petrolio. Pertanto, conoscere l’influenza del prezzo del petrolio sul rublo russo diviene di fondamentale importanza, condizionando altresì i mercati dei Paesi del Caspio e dell’Asia centrale.

A questo proposito, il giorno 14 settembre 2020 si è tenuto sulla piattaforma Zoom lo speciale webinar “Dove va il rublo? Quali saranno le tendenze macroeconomiche della Russia dopo la pandemia?”, alla quale hanno partecipato oltre 40 aziende.

Organizzato su iniziativa dell’Associazione GIM-Unimpresa, il webinar si è focalizzato sull’analisi macroeconomica della Russia in seguito alla pandemia e sulle prospettive future del mercato degli idrocarburi.

Dopo una breve introduzione ad opera di Anita Mengon (Direttore Generale di GIM Unimpresa), Ferdinando Pelazzo (responsabile dell'Ufficio di rappresentanza di UBI Banca a Mosca) e di Vittorio Torrembini (Presidente di GIM Unimpresa), è intervenuto Andrey Klepach, Vicepresidente e Chief Economist della Corporazione Statale “Vnesheconombank”.  

Il Dott. Klepach ha in particolare evidenziato come nel 2020 l’economia mondiale e quella russa siano state colpite da un doppio shock: la pandemia di Covid-19 e il calo dei prezzi del petrolio. Invero, secondo il VEB.RF Institute, la perdita del PIL a livello mondiale sarà pari a -4,4%, con un recupero nel prossimo anno stimato a +4,8%. 

Nel caso in cui dovesse malauguratamente verificarsi una seconda ondata della pandemia, la recessione economica mondiale—concordano gli esperti—potrebbe raggiungere il -7,8% e la ripresa si protrarrebbe per 1,5-2 anni. Nel 2021 si stima che le economie di Cina e India torneranno ai livelli pre-crisi, diversamente da Stati Uniti, Eurozona, Regno Unito e Giappone la cui crescita non basterà a compensare la flessione del 2020. La ripresa delle principali economie mondiali, asserisce il Dott. Klepach, sarà sostenuta dalla fine della pandemia, oltre che dalle misure di rilancio economiche e dall’abbassamento dei prezzi delle materie prime e dell’energia.

Prendendo in analisi l’economia russa è importante segnalare come il trend economico sia prevalentemente influenzato dall’andamento del prezzo del petrolio. A questo proposito, le previsioni del VEB.RF Institute e del Ministero dello Sviluppo Economico suggeriscono un prezzo del petrolio a 41-42 dollari al barile entro la fine del 2020, un prezzo migliore di quanto ipotizzato dagli analisti in precedenza.
 
In Russia, lo sconvolgimento provocato dalla pandemia e dalle misure di autoisolamento ha colpito maggiormente il settore dei servizi rispetto a quello industriale. Tuttavia, si sono rivelate fondamentali le manovre anti-crisi adottate dai governi: secondo le stime del VEB.RF Institute, le misure adottate in Russia—come, ad esempio, la riduzione degli oneri sociali e i sussidi all’occupazione—hanno condotto ad una crescita del PIL pari all’1,8%. Alla fine del 2020, il volume della spesa aggiuntiva per le misure di contrasto alla crisi, secondo gli esperti del VEB.RF Institute, ammonterà a 2,3 trilioni di rubli, facendo salire il totale delle spese di bilancio oltre i 23 trilioni di rubli. 

Per quanto concerne l’andamento del rublo, fortemente influenzato dagli avvenimenti politici interni ma altresì internazionali, gli esperti sono concordi nell’attendere un rafforzamento della valuta: si prevedono, infatti, 71 rubli/$ per la fine del 2020 e un rafforzamento nel 2021 connesso alla risalita del prezzo del petrolio. 

A prevedere una ripresa della valuta è altresì la rivista Bloomberg che, in un articolo del 28 agosto 2020, afferma che vi sarà un apprezzamento della valuta di circa il 6% , nonostante gli attuali avvenimenti geopolitici stiano alimentando i timori degli investitori. Ciò deriverebbe dalla preoccupazione che il presidente Vladimir Putin possa intervenire nella vicina Bielorussia, dove le manifestazioni di massa chiedono a gran voce la fine del governo del presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko. 

A spaventare gli investitori è altresì il recente avvelenamento dell’attivista politico russo Aleksej Navalny, caso che avrebbe contribuito ad aumentare le preoccupazioni per nuove sanzioni contro il Cremlino. 

A ciò si aggiungerebbero le imminenti elezioni americane: secondo l’economista del “Capital Economics” Liam Peach , una vittoria di Joe Biden alle elezioni presidenziali potrebbe condurre al rinnovo delle sanzioni statunitensi contro la Russia, scenario che si ripercuoterebbe inevitabilmente sulla moneta russa.

Abbiamo intervistato il Dott. Silvio Bencini, Managing Partner di European Investment Consulting, una delle società consulenziali in materia di asset allocation strategica, più nota in Italia, il quale a conferma della stretta connessione tra il corso del Rublo e il prezzo del petrolio ha dichiarato:

“Negli ultimi giorni il rublo ha continuato a svalutarsi contro il dollaro USA e sta raggiungendo i minimi di marzo toccati durante l’esplosione della pandemia di Covid 19 ed è prossimo ai minimi storici del gennaio 2016. La svalutazione è forte anche in termini reali: il tasso di cambio effettivo reale calcolato dalla Banca dei Regolamenti Internazionali era a fine agosto inferiore del 15% rispetto a gennaio. Considerando il prezzo del panino McDonald’s “Big Mac” il settimanale “The Economist” con il “Big Mac Index” calcola che il rublo sia sottovalutato rispetto al dollaro del 40%. 
Ovviamente, da questi livelli di svalutazione è possibile un recupero anche significativo. Ma l’economia russa paga l’effetto del crollo dei prezzi del petrolio e del gas naturale, che rappresentano oltre il 50% delle esportazioni. 
Ciò vale anche per la borsa di Mosca, dove il oltre 70% della capitalizzazione è rappresentato da società energetiche, estrattive o di trasformazione dei materiali di base. Al di là degli importanti fattori politici – primo fra tutti le sanzioni americane – difficilmente il rublo recupererà in modo sostanziale se non saliranno i prezzi dei prodotti energetici.”




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Provvedimento n.229 dell'8 maggio 2014 - pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 126 del 3 giugno 2014.

Consulta il testo del provvedimento
http://www.eu/ita/archivio/Il-futuribile-corso-del-Rublo-tra-tensioni-geopolitiche-e-prezzo-del-petrolio-di-Gioia-Ghezzo-846-ITA.asp 2020-09-30 daily 0.5