Il processo di costituzione identitaria in Kazakhstan (di Lucia Bortolotti)

Il concetto di identità nazionale, contestualmente allo sviluppo di processi quali la slowbalization e la disgregazione delle maggiori alleanze politiche ed economiche internazionali, sta tornando ad essere una definizione centrale all’interno delle strategie di nation building di molti stati. Infatti, a differenza dell’etnia o della discendenza familiare, che sono caratteri innati ed esclusivi dell’individuo, l’appartenenza ad una determinata nazione non viene definita in maniera naturale al momento della nascita, ma è bensì un costrutto identitario artificioso che vede la sua origine contestualmente alla nascita dello stato moderno. Ciò che affermò Massimo d’Azeglio dopo la costituzione dello stato italiano: “Ora bisogna fare gli italiani”, può essere applicato in maniera analoga oggi anche a tutti gli stati che, in seguito alla caduta dell’Unione Sovietica all’inizio degli anni Novanta, hanno dovuto dare inizio ad una serie di attività finalizzate alla creazione di un’identità per la propria nazione diversa da quella “sovietica”, unificante ed annichilente nei confronti delle peculiarità nazionali, che aveva dominato in termini di propaganda durante il secolo scorso.

In particolare, lo stato di sviluppo dell’identità nazionale in Kazakhstan risulta essere, ancora oggi, una questione piuttosto complessa. L’aggettivo “multiculturale” ben si addice alla popolazione che vive nel paese, un vero e proprio melting pot di gruppi etnici composto da quasi 140 nazionalità diverse che convivono in un’atmosfera di relativa tolleranza. Originariamente, la popolazione kazaka è nata dall’incrocio di almeno tre etnie nomadi che popolavano le grandi steppe dell’Asia Centrale e condividevano parte del patrimonio culturale islamico e turco, anche a livello linguistico. Inoltre, l’esperienza di dominazione da parte dell’Unione Sovietica ha profondamente contribuito alla dispersione della popolazione etnicamente kazaka, a causa dei numerosi spostamenti ed esodi di massa, che hanno caratterizzato sia la seconda parte del Novecento che il primo periodo di indipendenza post-sovietica. Di conseguenza, negli anni Novanta i kazaki rappresentavano solo una piccola minoranza etnica nel paese.

Contestualmente a questa condizione, il processo di sviluppo dell’identità nazionale si è strutturato attraverso l’opposizione di due concetti: il “kazakh”, ossia l’individuo di etnia kazaka, e il “kazakhstanez”, cioè una persona di cittadinanza kazaka. Il governo di Nazarbaev, sin dall’inizio, ha portato avanti numerose attività affini alle pratiche attuate dal regime sovietico in ambito di identità civile, istituzionalizzando l’unità simbolica del popolo, il territorio e la lingua kazaka, privando il concetto di qualsiasi connotazione etnica con il fine di stimolare l’orgoglio di tutte le popolazioni del paese.
Con l’obiettivo di indagare in maniera più approfondita la questione dell’identità nazionale kazaka, è stato sviluppato un questionario atto a comprendere la percezione popolare in Kazakhstan rispetto alla propria identità nazionale e quali elementi maggiormente la rappresentino. 

Dopo una serie di domande a carattere generale, i 100 partecipanti all’intervista sono stati interrogati in merito a quale significato attribuissero al fatto di “essere kazako” (il 67% dei partecipanti al questionario era di etnia kazaka) o “kazakhstanez” (il requisito necessario per partecipare al sondaggio era infatti quello di avere la cittadinanza kazaka). La maggioranza delle risposte raccolte è a stampo patriottico (come, ad esempio, “Essere orgoglioso della propria patria” o “Amare il proprio popolo e paese”), indicando dunque che il significato stesso dell’essere cittadino del Kazakhstan sia una questione di rispetto e di orgoglio nei confronti del paese e della società civile. Analogamente, molti hanno fornito risposte anche in merito all’importanza delle tradizioni e della conoscenza della cultura e della lingua nazionale, elementi coerenti con il concetto di patriottismo e motivo di orgoglio delle proprie origini. Sempre secondo questa linea di pensiero, alcuni hanno indicato anche dei caratteri comportamentali e modi di essere tipici della popolazione, come la cordialità, generosità ed ospitalità.

Risulta inoltre molto interessante notare come alcuni rispondenti abbiano messo in evidenza la differenza tra il termine “kazakh” e “kazakhstanez”, senza però indicare una gerarchia tra le due definizioni.
Anche l’ultima domanda del medesimo questionario risulta essere di discreto interesse in merito allo sviluppo della questione identitaria. Infatti, viene chiesto agli intervistati quale sia l’identità nella quale si rispecchino maggiormente tra europea, asiatica o eurasiatica. Le risposte, in questo caso, sono molto poco omogenee: infatti, il 20,4% ha dichiarato di identificarsi maggiormente con la prima, mentre si dividono la maggioranza equamente l’identità asiatica (31,2%) e quella eurasiatica (31,2%). L’identità europea, essendo un concetto legato a fattori quali la musica o la cucina, risulta semplice da comprendere alla luce del fatto che molti di questi elementi sono diffusi a livello globale, soprattutto tra i giovani e nelle grandi città (quasi il 50% dei rispondenti proviene da Almaty ed ha meno di 20 anni).

Allo stesso modo, anche l’assetto identitario asiatico può essere letto in termini di “soft-power” culturale, irrobustito dalla vicinanza geografica e quindi da una predominanza nel mercato dei prodotti finali che vengono quotidianamente acquistati dalla popolazione kazaka. L’aspetto più interessante risulta essere quello riguardante l’identità eurasiatica, soprattutto alla luce delle teorie eurasiste attivamente promosse dal presidente del paese Nazarbaev e in relazione alla posizione geografica strategica in cui si trova il Kazakhstan, che gli permette di rivestire il ruolo di “ponte” tra Asia ed Europa. Il popolo del Kazakhstan è molto fiero dei propri valori e delle proprie tradizioni, che trovano nella dottrina eurasiatica un terreno fertile di sviluppo, combinando la cultura asiatica a quella europea in un modello di crescita pacifica, stabile e multietnica. 

L’attuale frammentazione interna della popolazione rispetto all’identificazione in una categoria identitaria di appartenenza può essere interpretato come un segnale della debolezza strutturale della strategia domestica di nation building, le cui fondamenta ancora poco stabili possono potenzialmente condurre ad un fallimento anche delle manovre atte a porre il Kazakhstan in competizione nel mercato internazionale, mancando una concreta corrispondenza tra l’immagine omogenea proiettata dal governo verso il resto del mondo e la realtà.

Il Kazakhstan si sta sforzando di incrementare la propria competitività nell’arena internazionale, rafforzando la reputazione statale e promuovendo i propri interessi economici e politici attraverso una serie di attività di diversa natura (cultura, sport, politica), lasciando però in secondo piano la sfera domestica, specialmente per ciò che riguarda la questione della costituzione identitaria. Essendo però questo un aspetto fondamentale al fine di rendere efficaci gli sforzi attuati in ambito di nation branding, risulta necessario nel prossimo futuro per il Kazakhstan istaurare un dialogo diretto con la cittadinanza, sviluppando strategie più adeguate e sostenendo una politica di implementazione della national identity più strutturata e comprensibile per i cittadini, anche a livello di decreti linguistici e propaganda. 




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Provvedimento n.229 dell'8 maggio 2014 - pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 126 del 3 giugno 2014.

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