Il tema della cooperazione regionale in Asia Centrale all'Eurasian Media Forum di Almaty (di Fabio Indeo )

La sedicesima edizione dell'Eurasia Media Forum tenutosi ad Almaty (Kazakhstan) dal 22 al 24 maggio è stato inaugurata da un interessante e dibattuta tavola rotonda incentrata sulla cooperazione regionale in Asia centrale.

Personalità politiche ed accademiche delle cinque repubbliche centroasiatiche hanno discusso con rappresentanti russi, statunitensi e mediorientali sui possibili scenari futuri nella regione, su come promuovere una piattaforma unitaria di intenti e di  interessi che supporti una crescita effettiva e tangibile delle economie nazionali centroasiatiche, chiedendosi se questi stati siano pronti a realizzare una cooperazione a vari livelli nel lungo periodo. L'assenza del rappresentante cinese - il rinomato professor Sun Zhuanghzi, direttore dell'Institute for Russian, Eastern European and Central Asian Studies - ha condizionato il dibattito, privato della posizione e della prospettiva cinese, uno dei più influenti attori esterni nella regione: infatti, l'impatto politico ed economico della Belt and Road Initiative è stato ampiamente trattato, progetto sul quale i cinque rappresentanti dell'Asia centrale hanno espresso posizioni sostanzialmente positive.

Durante la tavola rotonda sono chiaramente emerse le differenti posizioni tra gli attori regionali in tema di cooperazione regionale: le repubbliche centroasiatiche hanno ribadito con forza la volontà di proseguire nel rafforzamento della stessa, con Uzbekistan e Kazakhstan pronte ad assumere la leadership per ampliare la cooperazione in ambito politico ed economico. Viceversa, la rappresentante della Russia - Tatyana Valovaya, membro della Commissione Economica Euroasiatica - sottolineava come un organismo per la cooperazione regionale esista già, l'Unione Economica Euroasiatica (EAEU), prospettando l'adesione futura di Uzbekistan, Turkmenistan e Tagikistan attraverso lo stadio intermedio di osservatore all'interno dell'organizzazione, già concesso nel 2018 alla Moldavia. Secondo l'interpretazione russa, la EAEU rappresenterebbe la piattaforma ideale per le repubbliche centroasiatiche per affrontare e risolvere le principali controversie regionali come la gestione della risorsa idrica, la protezione ambientale, l'incremento dei traffici commerciali transfrontalieri.
Un orientamento che è apparso fortemente condiviso dai rappresentanti centroasiatici verte sul concetto di cooperazione regionale, escludendo nettamente prospettive di integrazione: la cooperazione deve essere declinata come miglioramento delle relazioni bilaterali e multilaterali, come espressione di un impegno e di una volontà condivisa per superare le controversie, creando nuovi equilibri sulla base di rinnovati rapporti di buon vicinato basati sulla fiducia reciproca.

Il diplomatico kazako Kairat Abuseitov ha utilizzato una metafora icastica per descrivere la futura evoluzione della cooperazione in Asia centrale: le cinque repubbliche rappresentate come le dita di una mano, tutte indispensabili nel legittimare la regione come un polo d'attrazione per gli investimenti economici e gli interessi politici delle potenze esterne. Tuttavia, occorre promuovere un "Eurasian continental thinking" per poter agire di concerto nella realizzazione di una visione comune e nel perseguimento di interessi prettamente regionali.
Sempre il diplomatico kazako ha avanzato un idea di cooperazione in un settore particolare, l'agricoltura, con l'obiettivo di creare un sistema regionale integrato (sul modello sovietico) all'interno del quale ogni nazione contribuirà con la propria produzione - grano dal Kazakhstan, cotone dall'Uzbekistan, ecc - caratterizzando l'Asia centrale come polo agro-alimentare connotato da una propria specificità.

Il rappresentante tagiko ha sottolineato l'importanza del Kazakhstan come modello di sviluppo regionale. Per una nazione piccola e priva di riserve, lo sviluppo del potenziale idroelettrico (il 60% del potenziale idroelettrico centroasiatico è detenuto dal Tagikistan) rappresenta un opportunità irrinunciabile in un ottica domestica e interregionale, attraverso una gestione regionale condivisa che consenta al governo di Dushanbe di esportare elettricità in Asia meridionale (progetto CASA 1000).

Destava profonda curiosità conoscere la posizione del Turkmenistan in materia di cooperazione regionale: il vicepresidente della National Information Agency Arslan Ashirov ha ribadito la volontà della nazione di supportare una crescente cooperazione regionale, sottolineando la centralità geografica del Turkmenistan in quella ragnatela di corridoi economico-commerciali che si dipana dalla Cina al Mar Caspio per poi raggiungere l'Europa: attualmente, questa repubblica centroasiatica fa parte della linea ferroviaria Kazakhstan-Turkmenistan-Iran mentre si prospetta e si auspica un coinvolgimento di Ashgabat nel corridoio ferroviario Cina-Uzbekistan-Turkmenistan-Iran-Oman e nel corridoio economico attraverso il Caspio che coinvolge anche Azerbaigian, Georgia, Romania.

L'esponente uzbeko - Murad Uzakov, del think tank Center for International Relations - ha messo in evidenza come le rivalità personali e la competizione tra repubbliche abbia pesantemente rallentato il processo di cooperazione regionale durante il primo ventennio di indipendenza. La profonda trasformazione della politica estera uzbeka intrapresa dal presidente Mirziyoyev negli ultimi due anni ha di fatto creato i presupposti per un rinnovato scenario di cooperazione, all'interno del quale Tashkent lavora per sviluppare proficui rapporti di buon vicinato, come testimoniato dal miglioramento delle relazioni bilaterali con il confinante Tagikistan. 
Uzakov auspica inoltre che possa presto svolgersi il secondo meeting consultivo tra i capi di stato centroasiatici - sulla scia del format lanciato ed ospitato dal Kazakhstan nel 2018 -, inizialmente previsto ad Aprile 2019 ma rinviato per la difficoltà di coordinare le singole agende presidenziali. L'idea fondante è che questi meeting servano per creare una piattaforma condivisa per la risoluzione delle controversie e come un meccanismo di cooperazione.

Da questa tavola rotonda è emersa la volontà delle repubbliche centroasiatiche di proseguire nel processo di implementazione di una cooperazione economica e politica regionale, cercando di superare gli ostacoli che ancora si frappongono ad essa: il rappresentante del Kirghizistan infatti, ha evidenziato come gli scambi commerciali siano in crescita a livello bilaterale, mentre stenta a decollare una cooperazione economica multilaterale capace di  coinvolgere più stati.

Inoltre, l'ambizione di sviluppare una cooperazione prettamente centroasiatica e fondata sulle esigenze delle repubbliche post sovietiche si scontra con la realtà, con uno scenario regionale dove Cina e Russia rappresentano ancora i partner dominanti, grazie ai massicci investimenti di Pechino (essenzialmente per la realizzazione di infrastrutture di trasporto che contribuiscono a rafforzare la cooperazione regionale) e all'influenza di Mosca esercitata sia bilateralmente che attraverso l'EAEU.




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Provvedimento n.229 dell'8 maggio 2014 - pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 126 del 3 giugno 2014.

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