Istituito un fondo di investimento Russo-Kyrgyzo per favorire l'industrializzazione del Kyrgyzstan (di Giorgio Fiacconi)

Bishkek - L’Eurasian Economic Union (EEU) è un'iniziativa Russa a cui ad oggi aderiscono oltre alla Russia, la Bielorussia, il Kazakhstan, il Kyrgyzstan e l'Armenia. Si tratta di un nuovo soggetto giuridico che attraverso una serie di trattati per la libera circolazione delle merci, capitali e persone, intende riunificare sotto il profilo economico le diverse Repubbliche indipendenti sorte a seguito della caduta dell’ ex impero sovietico. Il mercato ha potenzialmente una clientela di 200 milioni di abitanti ed attraverso la cosiddetta "custom union" (unione doganale) mira ad un incremento delle esportazioni ed importazioni tra i vari paesi membri abolendo tariffe e molte formalità burocratiche.
In Asia centrale i due paesi da tenere in considerazione sono il Kazakhstan ed il Kyrgyzstan dove ad oggi la maggiore parte delle esportazioni è legata a materia prime. Sforzi politici ed economici vengono fatti per la realizzazione di una nuova politica industriale mirante alla diversificazione delle attività produttive con particolare attenzione al settore manifatturiero e della trasformazione dei prodotti locali. In questa ottica si possono ben inserire le esportazione di macchinari ed impianti italiani insieme al trasferimento tecnologico di know how ed assistenza tecnica.
In Kazakstan esistono già facilitazioni bancarie per piccole e medie imprese locali interessate alla creazione di realtà produttive, mirate all'esportazione o alla sostituzione di attuali importazioni. In Kyrgyzstan è da poco divenuto operativo il Fondo di Sviluppo Russo Kyrgyzo con un capitale autorizzato di 500 milioni di dollari ed un capitale già pagato di 250 milioni do dollari. Questa disponibilità finanziaria può essere usata immediatamente come credito alle medie imprese Kyrgyze interessate allo sviluppo di un’industria locale, la cui produzione possa essere indirizzata al mercato locale o destinata all'export con particolare attenzione all'Eurasian Economic Union.
Le facilitazioni finanziarie concesse ad aziende locali, mirano a fornire crediti , a condizioni agevolate, per importi non inferiori a 3 milioni di dollari ed i settori per l'industria Italiana sono numerosi e tutti interessanti. Si passa da impianti per la produzione di materiali per edilizia (ceramica, mattoni, isolanti, sanitari, ecc.) a impianti e cicli integrati nel settore agro alimentare dal semplice imballaggio ed imbottigliamento, alla trasformazione dei prodotti agricoli. Spazio esiste per la meccanizzazione ed aggiornamento delle numerose aziende nel settore della confezione che attualmente hanno un grosso mercato verso la Russia. Oltre alla produzione in loco attraverso collaborazioni tecnologiche con ditte locali, le ditte Italiane possono anche considerare la possibilità di creare delle linee di assemblaggio di varie attrezzature industriali sia per il settore agricolo che per la casa, tutto quanto riguarda l’ agricoltura, il risparmio energetico e l'edilizia ha un mercato che presenta concrete possibilità. Va comunque tenuto presente che se le ditte locali hanno la possibilità di avere accesso a crediti agevolati forniti da banche e fondi di sviluppo, come il Russian Kyrgyz Development Fund, (RKDF) o la Asian Development Bank (ADB), o la Banca Europea di sviluppo (EBRD) in tutti questi casi servono progetti sostenuti da appropriati studi di fattibilità.
Le controparti locali non avendo esperienza industriale spesso non sono in grado di realizzare studi di fattibilità che dimostrino la validità del progetto sia sotto il profilo economico che industriale e quindi ottime opportunità rimangono non sfruttate. In questa fase l'intervento delle ditte Italiane, è da considerarsi indispensabile, sia per la fornitura di tecnologia a supporto della vendita di qualificati impianti ed attrezzature Italiane che per lo start up dell’iniziativa produttiva o la conduzione della futura azienda. Individuare eventuali controparti locali interessate a diversi settori non è difficile, ed anche se occorre un'indagine sul posto si può senz'altro contare sulla collaborazione degli organismi di investimento finanziario, oltre che sulle Camere di commercio ed associazioni diverse. Quello che è importante è che la ditta Italiana interessata alla vendita di impianti abbia provate capacità ed adeguate referenze e quindi si realizzi in Italia un connubio tra il produttore di attrezzature da essere esportate responsabile della fornitura ed installazione e l’utilizzatore Italiano di tali impianti, responsabile per l'addestramento ed il trasferimento di tecnologia.
Giorgio Fiacconi (gfiacconi@gmail.com) è il fondatore ed editore del The Times of Central Asia (www.timesca.com) giornale fondato nel 1999 e specializzato in informazioni politiche ed economiche sull'Asia Centrale. Già console onorario d’ Italia in Kyrgyzstan per oltre un decennio, è di base a Bishkek in Kyrgyzstan.