Italia, Kazakistan e Futuro 4.0: anche Cassa Depositi e Prestiti punta sul Private Equity per lo sviluppo dell’Italia (di Enrico Molinari)
Il ruolo dei capitali per lo sviluppo economico del nostro Paese e per la crescita delle aziende italiane in termini di internazionalizzazione dei modelli di governance e di pensiero strategico d’impresa - ridefiniti anche in base ai nuovi paradigmi di Impresa 4.0 - è uno dei pilastri su cui l’Italia deve disegnare la propria presenza. Infatti, se oggi consideriamo il mercato sempre più aperto, entro il 2025, saranno connessi in rete, secondo McKinsey, 28 miliardi di oggetti nel paradigma di Internet of Thinks (IoT).
Il tema è il futuro. O meglio il Futuro 4.0, un orizzonte di cui attualmente si percepisce il valore aggiunto in termini economici e di aumento dell’occupazione, solo nelle aziende italiane più strutturate.
Questo è quanto emerso durante un convegno organizzato nella prestigiosa sede dell’ Università delle Camere di Commercio Universitas Mercatorum a Roma e organizzato da CONFASSOCIAZIONI Giovani e Startup, la branch di CONFASSOCIAZIONI che - sotto la guida del Presidente Angelo Deiana e in qualità della più grande Confederazione di associazioni professionali - interpreta il linguaggio delle professioni grazie all’esperienza delle sue 335 Associazioni, dei 570.000 professionisti e di più di 126.000 imprese, rappresentate nel sistema costituzionale, legislativo, economico e sociale italiano e nei corrispondenti ambiti europei ed internazionali. Un ecosistema e una parte fondamentale del sistema nervoso dell’economia italiana appartenente al mondo bancario e finanziario, al management, alla comunicazione, al real estate, alla cultura, al digitale e ai servizi per l’impresa che genera il 9% del PIL del Paese ovvero il 21% se si considerano le aziende collegate.
L’Italia è uno dei più importanti paesi al mondo per concentrazione di capitali non utilizzati per investimenti produttivi, cioè non destinati a generare un meccanismo virtuoso di crescita e di sviluppo dell’economia reale. Un enorme forziere in cui sono custodite risorse che possono accelerare la competitività europea, non solo nel settore delle nanotecnologie, della robotica e dell’aerospaziale, ma soprattutto in settori non ancora sviluppati, come previsto anche dalla Strategia “Europa 2020” di Commissione europea per il periodo 2014-2020.
Proprio in questa direzione, Cassa Depositi e Prestiti ha firmato un accordo strategico con il Kazakistan - come annunciato dall’AD Fabio Gallia durante un suo intervento all’Infrastructure Day organizzato da Borsa Italiana a Milano - che prevede investimenti di lungo periodo e uno stimolo all’utilizzo del Private Equity e all’attrazione di capitali privati in settori decisivi per il paese, come la creazione di reti nel settore dei trasporti di terra e di mare, delle telecomunicazioni e dell’energia e l’integrazione delle infrastrutture dedicate all’economia delle risorse idriche.
In questo percorso, oltre alla valorizzazione delle partecipazioni in ENI, Snam e Terna e Italgas, farà la differenza l’accordo sottoscritto da CdP Equity con il Fondo Samruk-Kazyna e KazAgro National Management Holding per la creazione di nuovi impianti produttivi dotati delle più avanzate tecnologie abilitanti in Agricoltura 4.0 e nella filiera della distribuzione energetica e agrifood.
Un futuro che, senza dubbio, utilizzerà i capitali per permettere, ad esempio, alle sveglie di suonare prima in caso di intenso traffico, alle T-shirt di trasmettere informazioni sanitarie oppure alle linee industriali di incrementare il volume di produzione per soddisfare i picchi di richiesta del Kazakistan, oggi la più importante economia di sistema presente in Asia Centrale e uno tra i dieci Stati più stabili al mondo e a più alto valore aggiunto finanziario per nuovi investimenti esteri.
Un Private Equity, quindi focalizzato allo sviluppo economico dell'Italia e del Kazakistan, orientato a far collaborare le imprese e le istituzioni dei due Paesi, oltre che a consolidare le loro relazioni internazionali, aprendole al contributo di manager e di professionisti, non solo appartenenti al settore finanziario.
In due parole: capitali per crescere.
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