Kazakistan il perno dell’Asia Centrale (di Eugenio Novario e Fabrizio Vielmini)

Eugenio Novario e Fabrizio Vielmini, membri del Comitato Editoriale della nostra newsletter, hanno pubblicato sul numero 11/19 "Cina -Russia la strana coppia" del 9 dicembre di Limes un articolo di cui qui riproduciamo l'incipit.
Nur-Sultan è centrale per le strategie asiatiche di Russia e Cina, con le quali ha stretto legami profondi, senza rinunciare alla propria autonomia. Le frizioni con Mosca e l’ostilità popolare nei confronti di Pechino. La transizione al dopo-Nazarbaev sarà decisiva.Per la vastità e la centralità geografica del proprio territorio, incardinato fra Federazione; Russa e Repubblica Popolare Cinese, il Kazakistan rappresenta un’articolazione fondamentale nella definizione del rapporto fra Mosca e Pechino. Per entrambe il paese gioca un ruolo geopolitico di primo piano. Per la Russia il territorio kazako costituisce la via d’accesso all’Asia centrale. In seguito al lancio della Belt and Road Initiative; (Bri o nuove vie della seta), anche la Cina attribuisce al Kazakistan un’importanza altrettanto determinante. Specularmente, quest’ancora giovane repubblica centroasiatica definisce la propria visione del mondo anche e soprattutto attraverso il passato, l’attuale e il futuro rapporto con i potenti vicini. Il paese è quindi al centro di un’enorme cintura d’acciaio, cemento e finanza, trampolino principale del consolidamento della nuova via della seta in direzione ovest e sud. Non è un caso che l’immenso progetto sia stato presentato al mondo da Xi Jinping nel 2013 proprio nella capitale kazaka, l’allora Astana.
Il contesto geopolitico.
Al di là della centralità per le connessioni eurasiatiche, l’importanza del Kazakistan è accresciuta da ulteriori elementi di alto profilo strategico: la sua condizione di Stato rivierasco del Mar Caspio, nei cui fondali si trovano immense riserve di idrocarburi (che si aggiungono alle altre significative ricchezze minerarie nel resto dei suoi spazi continentali); la tradizione islamica della sua popolazione, che seppur temperata dall’esperienza ideologica comunista collega culturalmente il Kazakistan alla regione del Xinjiang, dove tra l’altro vive una significativa minoranza kazaka composta secondo gli ultimi dati disponibili da oltre 1,2 milioni di persone; il citato ruolo di articolazione con le altre tre repubbliche turcofone dell’Asia centrale (Uzbekistan, Kirghizistan e Turkmenistan) e quella iranofona del Tagikistan. Il dispiegarsi della Bri amplifica ulteriormente la rilevanza strategica del paese, così come di tutta l’area centroasiatica. Il piano infrastrutturale cinese si sviluppa infatti sullo sfondo della parallela contrapposizione commerciale e geopolitica tra Stati Uniti e Cina, la quale a sua volta si somma al confronto fra gli Stati Uniti e la Russia in Ucraina e Siria. In tal modo, le evoluzioni del quadro geopolitico globale tra Usa, Russia e Cina si ripercuotono sul Kazakistan con intensità variabile. I rapporti con gli Usa sono improntati alla cooperazione diplomatica e industriale, con una considerevole capacità d’influenza a Washington derivante dagli ingenti capitali che il regime ha trasferito nel corso degli anni in Occidente. La strategia di sicurezza nazionale statunitense ha come obiettivo principale che i cinque «-stan» restino resilienti all’egemonia russo-cinese e stabili di fronte a possibili penetrazioni di movimenti jihadisti, sviluppando riforme politico-economiche in senso liberaldemocratico. Il Kazakistan intrattiene inoltre rapporti con la Nato sin dall’accordo sottoscritto nel 1995 nel quadro del programma Partnership for Peace (Pfp), mai messo seriamente in discussione nel dibattitto politico interno nonostante le ripetute proteste da parte russa e le diffidenze cinesi. Inoltre, esiste una complessa rete di relazioni economiche e politiche con l’Unione Europea (in particolare con Francia, Germania e Italia) primo partner commerciale e principale investitore, Turchia, monarchie del Golfo, Corea del Sud, Giappone e Iran. Tale rete dimostra sia l’elevata capacità diplomatica del paese, soprattutto del suo ex presidente Nursultan Nazarbaev, sia la funzione che Nur-Sultan riveste per chiunque voglia avere un ruolo nell’estesa e complessa arena centroasiatica. Come ad esempio l’Italia, che vede nel Kazakistan un paese importante non solo per la diffusa e radicata presenza di imprese nazionali quali Eni, Bonatti, Renco, Kios, Saipem, Tenaris e Valvitalia ma anche per la sua centralità geografica, che ne fa un trampolino di lancio per tutta la filiera delle nostre piccole e medie imprese nel continente eurasiatico. A fronte di un tale complesso gioco diplomatico, Russia e Cina devono dunque seguire con estrema attenzione gli sviluppi in quest’area. Nonostante il Kazakistan venga sovente descritto come oggetto geopolitico, il paese presenta un complesso quadro interno che ne determina l’evoluzione geostrategica. Tra i fattori endogeni si possono annoverare l’evoluzione della situazione politica e l’esito della transizione, i legami storici e le identità culturali, il crescente peso dell’opinione pubblica, l’influenza dei mass media, l’insufficiente grado di autonomia militare, lo sviluppo delle riforme, il peso e le scelte della nomenklatura economica. La rilevanza geopolitica del Kazakistan viene oggi accentuata dalla transizione politica in corso: dopo quasi trent’anni di dominio personale in gran parte incontrastato,;l’Elbasy («padre della Patria») Nazarbaev ha deciso di lasciare (formalmente) le redini della politica nazionale per affidarle a uno dei suoi uomini più fidati, Kasym-Zhomart Tokaev (presidente del Kazakistan dal marzo 2019), delineando una complessa e imprevedibile forma di coabitazione. Fra i motivi principali della scelta del proprio successore, Nazarbaev ha considerato il gradimento di cui Tokaev gode a Mosca e a Pechino, – diplomatico sin dai tempi sovietici, già premier e ministro degli Esteri, profondo conoscitore della lingua e dei meccanismi di potere russi e cinesi – così come in Europa e negli Stati Uniti (è stato anche direttore generale della sede Onu di Ginevra fra 2011 e 2013). Il successore di Nazarbaev può quindi rassicurare tutti i partner che hanno un interesse nella definizione della posizione internazionale del Kazakistan.

Tratto da Limes, numero 11/19 del 9 dicembre 2019




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Provvedimento n.229 dell'8 maggio 2014 - pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 126 del 3 giugno 2014.

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http://www.eu/ita/archivio/Kazakistan-il-perno-dellAsia-Centrale-di-Eugenio-Novario-e-Fabrizio-Vielmini-743-ITA.asp 2020-01-03 daily 0.5