L'Uzbekistan di nuovo alle urne: il 29.03 si voterà per il nuovo Presidente della Repubblica (di Riccardo Mario Cucciolla)

Il 29 marzo 2015 si terranno le elezioni del Presidente della Repubblica di Uzbekistan. Questo atteso appuntamento si svolgerà in un nuovo assetto ordinamentale, modificato da una serie di emendamenti della Costituzione, dalla legge sull'elezione del Presidente, dalla legge sul suffragio e da una serie di regolamenti e leggi che definiscono la vita politica uzbeka. Il Presidente - che ha un mandato di 5 anni (ridotto rispetto ai 7 precedenti) - è capo dello stato e capo del governo e viene eletto direttamente dal popolo in una tornata elettorale che deve essere indetta entro 90 giorni dalle elezioni parlamentari (le ultime svoltesi in due turni il 23 dicembre 2014 e il 4 gennaio 2015). Il sistema elettorale prevede, inoltre, un secondo turno qualora nessun candidato raggiungesse il 50%+1 dei consensi - o una soglia di partecipazione del 33% - durante il primo turno.
Le presidenziali sono state organizzate dalla Commissione Elettorale Centrale (CEC) che, a sua volta, ha ripartito gli incarichi su scala territoriale a 14 commissioni distrettuali e 9058 commissioni di circoscrizione, includendo personalità pubbliche che in passato avevano avuto già esperienza nell'organizzazione e nel monitoraggio elettorale. La procedura di registrazione delle candidature comporta degli oneri sostanziali in quanto ciascuna istanza deve essere sostenuta da un partito politico riconosciuto - dal 2008 è infatti esclusa la possibilità di candidature indipendenti - con le firme di almeno il 5% dell’elettorato nazionale (quindi circa un milione di firme su 20.798.052 uzbeki aventi diritto di voto) raccolte in almeno 8 unità amministrative -territoriali in modo da garantire un’effettiva rappresentatività a livello nazionale. Per queste elezioni, la CEC ha così registrato quattro candidature in riferimento ai quattro partiti riconosciuti e presenti nel parlamento uzbeko:
1. Islom Karimov, Presidente uscente e candidato favorito alla corsa presidenziale. Malgrado l’età avanzata (77) e il limite costituzionale di due mandati presidenziali consecutivi, il Presidente Karimov - salito al potere nel 1989 in qualità di Primo Segretario del Partito Comunista dell’Uzbekistan (OKP) ed eletto Presidente nel 1990 - è rimasto costantemente al vertice del paese, rimandando una sua possibile successione e ricandidandosi ora per un ulteriore mandato presidenziale. A febbraio Karimov è stato riconfermato come il candidato di UzLiDep, partito liberaldemocratico fondato nel 2003 che attualmente conta più di 243 mila membri e che si fa promotore degli imprenditori e uomini di affari dell’Uzbekistan. Il programma del presidente uscente - che ha riproposto Shavkat Mirziyoyev nel ruolo di Primo Ministro - prevede un’agenda di riforme socio-economiche finalizzata a creare nuove opportunità di impresa e di investimento, il rafforzamento di un regime di libero mercato, programmi di sviluppo e di educazione e promozione dell’interesse nazionale.
2. Khatamjan Ketmanov, originario della regione di Andijan, è un insegnante di lingua e letteratura russe, deputato e presidente del consiglio centrale del OXDP, partito democratico popolare di stampo socialista fondato nel novembre 1991 dalle ceneri del OKP e che conta circa 392 mila iscritti. Ketmonov promuove un’agenda politica incentrata sulla protezione sociale delle fasce più deboli, sulla promozione delle pari opportunità e sul rilancio della società civile.
3. Nariman Umarov, dottore in scienze geologiche, è dal 2009 il presidente del comitato pubblico della Repubblica dell’Uzbekistan per la tutela ambientale. La sua candidatura viene sostenuta da Adolat -partito social-democratico fondato nel 1995 che conta attualmente 102 mila membri - con lo scopo di promuovere una serie di riforme del sistema sociale e giudiziario, proponendo sul piano internazionale una linea pacifista e anti-isolazionista per rilanciare la cooperazione regionale.
4. Akmal Saidov è un docente e giurista specializzato nel diritto comparato e direttore del centro nazionale per i diritti umani, candidato dal partito democratico di rinascita nazionale Milly Tiklanish, una formazione liberal-conservatrice di impronta nazionalista che conta 176 mila iscritti e creata nel 2008 dalla fusione del Partito democratico e del Partito nazionale democratico Fidokorlar. Saidov aveva già partecipato alle elezioni del 2007 e ripropone ora un programma nazionalista per lo sviluppo dell’identità e degli interessi degli uzbeki.
Va osservato che in queste ultime settimane è stato grandioso lo sforzo delle istituzioni uzbeke nel promuovere l’evento in patria e all'estero. Inoltre, con grande fanfara, è stato annunciato che queste elezioni si svolgeranno in modo libero e democratico, invitando la popolazione a partecipare attivamente all'avvenimento e accreditando centinaia di osservatori nazionali e internazionali a monitorarne il regolare svolgimento. A tal fine, l'OSCE, attraverso il suo ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti umani (ODIHR), ha già iniziato a svolgere una limitata missione di osservazione elettorale (LEOM) e non sembra risparmiare critiche al governo di Tashkent, concludendo sulle ultime elezioni parlamentari che, per quanto ci fosse stata una competente organizzazione dell'evento, "mancasse una vera concorrenza elettorale e il dibattito". Oltre alla missione OSCE, sono attesi anche osservatori di CSI, SCO, OIC, A-WEB e da parte di alcune missioni diplomatiche presenti in Uzbekistan.
Non è difficile sostenere che un pronostico su queste elezioni sia del tutto scontato: in un sistema autoritario dove non si è affermata una transizione democratica e dove la società civile è, di fatto, inesistente, il Presidente Karimov - al potere da oltre un quarto di secolo - non sembra avere uno sfidante credibile e continua a godere di ampia legittimazione popolare per il suo ruolo di “pacificatore” in uno scenario potenzialmente critico. Allora, il dato rilevante di queste elezioni non sarà attinente al candidato vincitore, ma dovrà essere considerato in termini di effettiva (e annunciata) apertura del regime e di partecipazione popolare all'evento vedendo come questa occasione porterà gli uzbeki a confermare o astenersi dal processo politico, legittimando (o meno) il sistema di potere di Karimov e la stessa esistenza della Repubblica di Uzbekistan.




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Provvedimento n.229 dell'8 maggio 2014 - pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 126 del 3 giugno 2014.

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