L'Uzbekistan privatizza le imprese estrattivo-minerarie (di Kanat Shaku)

L'Uzbekistan dovrebbe iniziare un processo di privatizzazione della società mineraria Navoi Mining and Metallurgical Company (NMMC) entro la fine dell'anno.
Con un decreto firmato da Shavkat Mirziyoyev, il presidente riformista del paese, che ha trascorso i suoi primi due anni in carica incoraggiando gli imprenditori uzbeki all’estero ad investire in Uzbekistan, la società NMMC a partecipazione statale dovrà essere privatizzata entro il 1 ° dicembre 2019.
Inoltre la gestione della società sarà affidata a soggetti privati individuati con una gara competitiva.
Oltre l'80% dell'oro Uzbeco, principale materia prima esportata dal paese, è prodotto da NMMC e da Almalyk Mining and Metallurgical Company (AMMC). Il decreto presidenziale afferma inoltre che un'IPO dovrebbe essere lanciata nel 2022 per la società metallurgica (Uzmetkombinat) e nel 2023 e 2024 rispettivamente per le società AMMC e NMMC.
L'Uzbekistan è il settimo produttore d'oro al mondo. Il giacimento d'oro di Muruntau, situato nel deserto di Kyzyl Kum, dove al tempo della Via della Seta si estraeva il turchese, viene considerata la più grande miniera d'oro a cielo aperto del mondo.
Il provvedimento legislativo contraddice le precedenti dichiarazioni sul punto del governo uzbeko, ma forse non è sorprendente dato che i funzionari governativi, impegnati la scorsa settimana a promuovere le prospettive di investimento alla UzRoadshow di Berlino, avevano anticipato tale nuova politica. Nel 2018, il governo, sebbene avesse già programmato di privatizzare alcune delle sue compagnie statali, dichiarò che intendeva mantenere il pieno controllo delle sue miniere d'oro oltreché della compagnia petrolifera pubblica.
Le maggiori imprese del paese nel settore minerario e metallurgico saranno inoltre tenute a redigere bilanci finanziari sulla base di standard internazionali e di utilizzare audit esterni indipendenti da parte di società di revisione internazionali a partire dal 2019.
Le società minerarie uzbeke dovranno inoltre comunicare le informazioni aziendali in conformità ai requisiti degli International Accounting Standards entro il 2020. Infine, le imprese faranno affidamento sugli standard del Global Reporting Initiative (GRI) per pubblicare rapporti sugli impatti economici indiretti e su questioni sociali e ambientali.
Il decreto è stato firmato da Mirziyoyev il 17 gennaio. Per effetto di esso l'Uzbekistan dovrà abbassare il livello di segretezza sin qui tenuto sulle statistiche del commercio e della produzione di oro.
Secondo alcune stime indipendenti, l'oro dovrebbe rappresentare circa il 20% del valore di tutte le esportazioni della nazione centro asiatica. Tuttavia, secondo i dati del The Observatory of Economic Complexity (OEC), l’export ha rappresentato il 40% delle esportazioni dell'Uzbekistan nel 2016 in termini finanziari e il suo valore ammontava a $ 2,86 miliardi.
Le nuove cifre ufficiali sulla produzione e sulle vendite dell'oro dovrebbero essere disponibili per la prima volta il prossimo febbraio.
Secondo l'Engineering & Mining Journal, la produzione aurifera annuale dell'Uzbekistan che si attestava a circa 90 tonnellate nel 2013, è destinata a salire gradualmente sino a 120 tonnellate/anno entro il 2020.
NMMC controlla anche tutte le attività estrattive dell'uranio nell'ex stato sovietico. Come conseguenza del decreto, anche gli investitori stranieri interessati alla produzione di uranio del NMMC potranno implementare le loro relazioni d’affari con la società.
La produzione di uranio dell'Uzbekistan è stata di circa 2.400 tonnellate nel 2017 e di 2.405 tonnellate nel 2016, rispetto alle 2.385 tonnellate prodotte nel 2015. Le riserve di uranio stimate del paese ammontano a 190.000 tonnellate, incluse 140.000 tonnellate dai depositi di arenaria e 47.000 tonnellate dai giacimenti di scisto nero sempre secondo le fonti ufficiali di Tashkent.
Nel 2017, l'Uzbekistan ha firmato un contratto di sette anni del valore di oltre 300 milioni di dollari per la fornitura di uranio negli Stati Uniti. Altri significativi paesi importatori sono India e Giappone.
(Tratto da www.intellinews.com)