L'Uzbekistan prosegue nella politica delle riforme: sbloccati i siti internet vietati (Eurasianet)

Dall'ora di pranzo del 12 febbraio, gli utenti di Internet in Uzbekistan hanno segnalato di poter visitare siti web bloccati da molti anni. Tra i siti Web di notizie, resi disponibili, c'erano quelli della BBC, Voice of America, l'agenzia di stampa Ferghana di Mosca e Eurasianet. Anche i siti Web di Human Rights Watch e Amnesty International sono stati sbloccati.
Il più significante è il sito web gestito dal gruppo di opposizione del Movimento popolare dell'Uzbekistan, uzxalqharakati.com, che può ora essere visto all'interno del paese senza una proxy.
Il divieto di diffusione dei media internazionali fu deciso dopo gli eventi del maggio 2005 ad Andijan, quando una rivolta nella città della Valle di Ferghana fu reprssa dalle truppe governative. L'ascesa al potere del presidente Shavkat Mirziyoyev dopo il settembre 2016 ha determinato l'apertura quindi ai partiti politici di opposizione.
Alcuni punti vendita locali hanno testato l'acqua con una copertura circospetta di problemi locali che una volta potevano essere considerati off-limits, come la carenza di energia elettrica. Le cose potrebbero riprendere ritmo dopo il licenziamento del National Security Service dello scorso mese, o della BNS, capo Rustam Inoyatov.
"È evidente che [la BNS] non ha più il controllo sui siti Web dei media internazionali e dei gruppi per i diritti", ha detto ad Eurasianet Abdurahmon Tashanov, un rappresentante del gruppo per i diritti di Ezgulik. Mirziyoyev ha comunicato l'intenzione di procedere ad un radicale cambio di marcia, il suo intento teorico in un discorso tenutosi il 10 agosto e rivolto ai funzionari della BNS, del Ministero dell'Interno, della Procura generale e del ministero degli Esteri.
Sosteneva che era necessario che il governo cambiasse radicalmente la propria posizione nei confronti di critici, oppositori e persino dei media stranieri. "Il tempo dirà se i giornalisti hanno scritto la verità o no. Ma devo ammettere che i media stranieri e di opposizione spesso scrivono la verità e sollevano l'allarme su problemi reali ", ha detto Mirziyoyev all'epoca.
Ha successivamente invitato la BNS a cessare la sua pratica di redigere una black list di media indesiderati.
Solo il futuro ci potrà dire se la politica delle riforme sarà implementata nel paese e se, ad esempio i giornalisti stranieri, avranno libero accesso ai visti di lavoro.
(Tratto da www.eurasianet.org)