L'esportazione delle macchine utensili nell'anno della crisi Ucraina (di Eugenio Novario)

La crisi Ucraina, come noto, ha aperto un baratro non solo politico ma anche economico nelle relazioni tra i Paesi dell'Unione Europea e la Federazione Russa.
Qui di seguito si vuole analizzare lo stato dell'esportazione verso la Russia nel campo delle macchine utensili, primario settore industriale nell'economia di 2 tra i più importanti Paesi nel mondo nel campo metalmeccanico come l'Italia e la Germania.
Non è forse inutile ricordare come le prime sanzioni dei confronti della Russia vengono annunciate il 17/03/2014 in seguito all'annessione della Crimea, che faceva parte dell'Ucraina solo dal 1954, anno in cui Chruščёv, decise di scorporarla dalla repubblica Socialista Sovietica Russa memore del periodo in cui egli fu primo segretario del partito comunista di Kiev.
Le prime sanzioni sono di natura esclusivamente finanziaria e di fatto congelano i conti correnti di una piccola schiera di manager e/o dirigenti russi limitando loro anche la possibilità di spostarsi in occidente.
A seguito dell'abbattimento avvenuto il 17/07/2014 dell'aereo della Malaysia Airlines nei pressi della di Donetsk, centro, all'epoca, degli scontri armati, il 31/07 gli Stati Uniti e l'Europa allargano il fronte delle sanzioni impedendo ai propri imprenditori di commerciare con la Russia nei settori energetico, finanziario e della difesa. (1)
A tale embargo partecipano anche Paesi come il Giappone, l'Australia, la Norvegia e il Canada mentre la Svizzera limita l'embargo alla fornitura di armi.
Analisti economici e centri studi si interrogano, ove gli accordi di Minsk non tenessero, su se e quali costi dovranno sostenere il mondo delle imprese occidentali in una eventuale escalation delle sanzioni.
La Russia, infatti, dopo aver vietato il 06/08 l'import di prodotti alimentari, l'11 dello stesso mese allarga l'embargo a prodotti tessili quali l'abbigliamento, le calzature e la pelletteria solo se a comprare sono però società pubbliche.
Inoltre lo scorso 2 febbraio l'Agenzia di Stampa Interfax pubblica la notizia che il Primo Ministro Dmitri Medvedev ha firmato un decreto che mette al bando negli appalti pubblici la partecipazione di produttori occidentali di macchinari nel settore minerario, petrolifero, nella manutenzione urbana e nel settore edilizio. (2)
Il mercato potenziale nel settore delle macchine utensili della Russia è enorme, infatti come dichiarato da Georgy Samodurov, Presidente di Stankoinstrument (Associazione russa costruttori macchine utensili), omologa dell'italiana UCIMU, nell'ambito di "Lamiera 2014" salone biennale dedicato alla tecnologia della deformazione del metallo (3) tenutosi a Bologna nel maggio 2014, il parco macchine utensili in Russia è di 1,3 milioni di unità, ma oltre il 70% è in funzione da più di 15 anni.
Inoltre se nel 2013 l'importazione russa ha raggiunto il contro valore di 1,3 miliardi di euro si prevede al 2017 che la domanda aumenterà da 4 a 5 volte.
Storicamente il mercato della tecnologia e delle macchine utensili ha sempre avuto una sua specificità anche politica, soprattutto durante la Guerra Fredda.
Infatti già nel 1949 a Parigi la NATO costituì il COCOM (Coordinating Committee for Multilateral Export Controls) con lo scopo di stilare regolo ed elenchi per controllare il commercio dei prodotti e delle tecnologie di natura strategica. (4)
L'export di tecnologia a cosiddetto doppio uso, civile e militare, condusse a controversie e scontri economici non trascurabili tra Paesi facenti parte del COCOM, ovvero i Paesi NATO oltre a Giappone e Australia, il cui apice si ebbe con il famoso scandalo Toshiba. Infatti la multinazionale giapponese vendette alla conglomerata sovietica VPK macchine utensili ultra sofisticate che furono utilizzate per il miglioramento della flotta di sommergibili nucleari. (5)
Ancora nel 1989 in piena perestrojka e con in atto il più significativo periodo di distensione tra il mondo occidentale e l'URSS veniva consentito l'export di macchine utensili con una precisione limitata a 10 micron quando i produttori tedeschi, giapponesi, inglesi e italiani erano già in grado di costruire macchine assistite da computer con una precisione di 3 o 4 micron. (6)
Che l'export del macchinario dual use sia un argomento particolarmente sensibile, ancora oggi, basti pensare che già nel 2009, quindi precedentemente alla crisi tra Bruxelles e Mosca, l'Unione Europea con il regolamento n. 428 aveva vietato l'esportazione di alcuni prodotti (indicati nell'allegato I dello stesso regolamento) destinati ad un utilizzo militare o ad un utilizzatore finale militare.
Nel 2014, a seguito della cosiddetta crisi ucraina, con il regolamento n. 833 è fatto divieto alle aziende europee di fornire prodotti a duplice uso ad una serie di enti o aziende (per lo più militari) esplicitate nell'allegato IV dello stesso regolamento.
Tale combinato disposto non è di semplice ed immediata interpretazione per gli operatori economici.
La questione poi si complica ove si pensi che, anche in caso di forniture diverse da quelle indicate nell'allegato I del regolamento 428/2009 o effettuate a soggetti diversi da quelli indicati nell'allegato IV del regolamento 833/2014, sussiste un obbligo di autorizzazione preventiva da richiedere, nel caso italiano al Ministero dello Sviluppo Economico, qualora l'azienda esportatrice sia a conoscenza o sia stata informata, da parte delle autorità competenti in materia di esportazioni, del fatto che i prodotti possano essere destinati ad un uso connesso ad armi nucleari, biologiche e chimiche, a missili o ad un utilizzo anche a scopo militare convenzionale.
Premesso quanto sopra, esaminiamo i dati dell'export delle macchine utensili gentilmente fornitoci dal Centro Studi UCIMU includendo nella disamina anche le 3 ex Repubbliche Sovietiche con il più significativo grado di sviluppo industriale, ovvero Azerbaijan, Kazakhstan e Turkmenistan.

1) Germania
La Germania è uno dei due massimi esportatori mondiali di macchine utensili (con il Giappone). Negli ultimi tre anni le sue vendite all'estero sono state di 6.800 milioni di euro (2011), 8.100 milioni (2012) e 7.800 milioni (2013).
La Russia è uno dei primi clienti dell’industria tedesca di settore, al terzo posto dopo Cina e Stati Uniti d’America. In valore assoluto le vendite sono state pari a 336 milioni (2011), 434 milioni (2012) e 482 milioni (2013).
Nei primi nove mesi del 2014 le esportazioni verso la Russia hanno avuto un incremento del 3,4%.
Le vendite verso i tre paesi dell’Asia centrale sono attestate su valori molto più bassi e non emerge una tendenza all’aumento.

                                       2011               2012             2013             Variazione 2014
Azerbaijan                    15,8                  1,1               12,3                       -53%
Kazakhstan                     7,0                  6,4                5,5                        -18%
Turkmenistan                 1,0                  0,1                0,3                      +273%
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Fonte: elaborazione UCIMU su dati International Trade Center

2) Italia
L’Italia è il terzo esportatore globale di macchine utensili. Negli ultimi tre anni le nostre vendite all’estero sono state pari a 3.700 milioni di euro (2011), 3.440 milioni (2012) e 3.190 milioni (2013).
La Russia è uno dei primi mercati, dopo Cina, USA e Germania. In valore assoluto le vendite sono state pari a 143 milioni (2011), 192 milioni (2012) e 178 milioni (2013).
Nei primi nove mesi del 2014 le esportazioni verso la Russia hanno perso il 16%, contro il 5,5% registrato dalle esportazioni complessive.
Le vendite verso i tre paesi dell’Asia centrale sono attestate su valori meno significativi.

                                        2011              2012            2013              Variazione 2014
Azerbaijan                       4,7                 1,5               2,5                          -10%
Kazakhstan                      4,7                 4,2               4,3                       +125%
Turkmenistan                  0,0                 0,0               0,0                            n.s.*
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Fonte: elaborazione UCIMU su dati ISTAT
* Incremento non calcolabile, già raggiunti gli 1,4 milioni di euro.

In calce viene pubblicato un prospetto da cui si evincono i principali fornitori russi nel mercato delle macchine utensili e relative oscillazioni nei primi 9 mesi del 2014.
Dalla disamina si evince che il calo dell'export di macchine utensili verso la Russia ha colpito più l'Italia e non la Germania in termini percentuali, differentemente per l'export complessivo nel quale la Germania ha subito un calo in valori assoluti più significativo di quello italiano.
Sia pur con numeri più ridotti Turkmenistan e Kazakhstan appaiono per l'Italia Paesi sicuramente più promettenti mentre per la Germania il business non assume grande rilevanza.
I dati rilevati a novembre 2014 denotano che le sanzioni hanno colpito l'Italia, gli Stati Uniti e il Giappone mentre in controtendenza con un aumento dell'export troviamo Francia, Regno Unito e Corea del Sud, anche se solo quest'ultimo paese ha, in termini di valori assoluti, un rilievo significativo.
L'attuale grado di sanzioni reciproche, pur conseguenziando un ecosistema non favorevole alle nostre aziende, non pare che possa comunque causare un futuribile crollo dell'export relativo a questo settore, sempre che un aggravamento della crisi ucraina non provochi nuove e più decisive misure, il cui prezzo sarebbe pagato solo dai produttori europei e non da quelli asiatici o brasiliani così come sottolineato recentemente da Frank Brinken, Presidente del Comitato economico della CECIMO, ovvero l'Associazione Europea dei Produttori di Macchine Utensili che rappresenta  oltre 1.500 aziende del nostro continente.
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NOTE
(*) L'autore di questo articolo vuole ringraziare UCIMU per i dati forniti ed in particolare il Dottor Alfredo Mariotti, Direttore Generale e l'Ingegner Alberto Nicolai, Direttore Marketing.

(1) così l'Espresso a cura della redazione on line del 08/09/2014
(2) M. Ghenghini in Blogonews del 02/02/2015
(3) I. Visentin, "La Russia spalanca le porte alle macchine utensili italiane", in Il Sole 24 Ore del 15/05/2014
(4) (5) (6) L. Cavallo, Il riarmo sovietico ed il COCOM", in Nuova Storia Contemporanea n. 6/2014.
(7) fonte sito CECIMO




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Provvedimento n.229 dell'8 maggio 2014 - pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 126 del 3 giugno 2014.

Consulta il testo del provvedimento
http://www.eu/ita/archivio/L-esportazione-delle-macchine-utensili-nell-anno-della-crisi-Ucraina-di-Eugenio-Novario-77-ITA.asp 2015-03-26 daily 0.5