L'incremento degli investimenti esteri volàno per lo sviluppo economico del Kazakhstan (di Lorena Di Placido)

Secondo i dati diffusi a fine marzo dalla Banca Nazionale del Kazakhstan, nel 2016 è stato registrato un afflusso lordo di investimenti diretti esteri pari a 20,6 miliardi di dollari, il 40% in più rispetto al 2015 (14,8 miliardi di dollari), che li ha resi la principale voce nella bilancia dei pagamenti.
Nell'anno passato, le imprese con capitale straniero sono aumentate del 2,3%, raggiungendo un cifra di circa 9mila compagnie, pari a una quota del 3,9% sul totale di quelle attive nel Paese e con una netta prevalenza (8691) di imprese di piccole dimensioni.
La presenza degli investitori stranieri è distribuita in modo pressoché uniforme su tutto il territorio kazako, pur con una maggiore concentrazione ad Almaty e una crescente capacità attrattiva esercitata dalla capitale, Astana, e quote relativamente superiori nelle aree prossime al confine con la Russia (Kostanay, Aqtobe, Pavlodar) e, naturalmente, nelle regioni produttrici di gas e petrolio (Mangistau, Atyrau). Infine, la regione di Karaganda, pur essendo interna, riscuote l’interesse delle imprese straniere attive nei settori del carbone e dell’industria metallurgica, che ne costituiscono il potenziale di sviluppo.
L'afflusso degli IDE in Kazakhstan ha avuto una crescita costante a partire dal 2007, per poi declinare del 17% nel 2013; nel 2014, il calo ha subito un rallentamento del 2% e nel 2015 ha raggiunto un record negativo del 38%. Il dato relativo al 2016 acquisisce, pertanto, un significato particolarmente importante e segnala un ritorno di interesse da parte degli investitori stranieri, che aveva risentito nel 2013-15 dei contraccolpi della crisi economica locale.
I settori maggiormente attrattivi per gli IDE sono stati l’industria mineraria, l’esplorazione geologica e il trattamento dei minerali.
Uno degli aspetti sottolineati nella relazione della Banca Nazionale del Kazakhstan è quello relativo ai guadagni reinvestiti dai non residenti, che hanno raggiunto un volume superiore ai 4,9 miliardi di dollari, a segnalare che, con l’aumento delle entrate da parte delle joint ventures, gli investitori stranieri hanno aumentato le quote lasciate nel Paese per finanziare nuove iniziative di produzione. A latere, la Banca Nazionale menziona anche che, nel corso dell’anno, il volume dei debiti delle compagnie kazake con investitori stranieri è stato di 10,6 miliardi di dollari, il 5% in meno rispetto all'anno precedente.
I principali investitori stranieri segnalati dalla Banca Nazionale sono Olanda, Stati Uniti, Svizzera e Francia; tra i quattro, l’Olanda è stato quello che ha registrato l’aumento più significativo negli investimenti, pari a 2 miliardi di dollari (+33%), pur avendo diminuito, allo stesso tempo, dal 39% al 37% la quota degli investimenti nella struttura degli IDE. Dal canto loro, gli investitori svizzeri hanno aumentato di 724 milioni di dollari l’afflusso di fondi nell'economia kazaka (pari a una quota del 13% sul totale degli IDE), mentre gli Stati Uniti hanno aumentato il volume degli investimenti di 652 milioni di dollari, ma con una quota di partecipazione nell'economia diminuita dal 19% al 17%.
L’Italia si colloca al nono posto tra gli investitori stranieri nel Kazakhstan, con un capitale investito nel decennio 2005-15 pari a oltre 6 miliardi di dollari e un centinaio di joint ventures attive, prevalentemente nei settori minerario e delle costruzioni. La Banca Nazionale del Kazakhstan, ha segnalato anche per l’Italia un calo degli investimenti nel 2015, con un totale di 35 milioni di dollari investiti, a fronte dei 470 registrati nel 2014. In attesa dell’elaborazione dei dati ufficiali relativi al 2016, si potrebbe, tuttavia, ipotizzare un ritorno su volumi di investimento più incoraggianti, come ricaduta delle spinte nazionali alla diversificazione produttiva e della possibilità di inserimento delle imprese italiane in una molteplicità di settori di interesse.