L’India appoggia Pechino nella questione uigura (di Francesco Giommoni)

“Il tuo visto per l’India è stato rifiutato” queste sono le parole che Dolkun Isa si è sentito dire poco prima della sua partenza per una conferenza a Dhamasala, in India. Dolkun era riuscito ad ottenere regolarmente il suo visto  per l’India attraverso una richiesta online, tuttavia, a seguito di alcune provocazioni tra il governo di Pechino e Nuova Delhi, quest’ultimo ha deciso di revocare il visto concessogli.

Chi è Dolkun Isa?
La motivazione del rifiuto del visto da parte delle autorità indiane risiede sicuramente nella nazionalità di Dolkun e nella sua battaglia contro il governo centrale di Pechino: Dolkun è un cittadino tedesco di etnia uigura, impegnato nella lotta per i diritti umani del suo popolo. Dolkun Isa è il presidente del World Uyghur Congress (WUC), un’organizzazione per la difesa degli uiguri con sede in Germania. E’ proprio la Germania ad avergli dato la cittadinanza nel 2006 dopo essere scappato dalla Cina e aver fatto richiesta di asilo nel 1997. 
Al momento della sua fuga, a seguito della richiesta cinese, l’Interpol ha subito inviato un allarme rosso che sembra non essere stato preso in considerazione dai governi occidentali in cui Dolkun girava liberamente.
La motivazione per cui Dolkun si stava recando in India era una conferenza dove sarebbero dovuti essere presenti i rappresentanti uiguri, tibetani e taiwanesi, con lo scopo di discutere circa i diritti civili delle minoranze all’interno della RPC. 
La notizia è diventata virale in India ed è stata riportata su tutti i giornali dal momento che l’India si autoproclama “paladina” delle minoranze e delle battaglie dei popoli soggiogati a governi centrali che non li tutelano. E’ infatti noto il contributo dell’India al Dalai Lama e all’indipendenza, o almeno al riconoscimento, del Tibet. 
La storia di Dolkun non è la prima di questo genere, infatti anche nel 2009  l’India rifiutò di lasciare un visto all’attivista uigura Rebiya Kadeer, nota per le sue continue manifestazioni per il riconoscimento di diritti ai cittadini cinesi di etnia uigura.
Dolkun non è estraneo a vicende simili e più volte gli è stato rifiutato l’ingresso in un paese, e un episodio simbolico, fu durante il suo ingresso nel 2009 in Corea del Sud, paese che non solo gli ha vietato l’ingresso ma che ha pure proceduto all’arresto. Marino Busdachin, segretario della Unrepresented Nations and Peoples Organization (UNPO), di cui la WCU fa parte, espresse subito il suo sdegno ricordando che Dolkun era un cittadino tedesco e gli dovevano essere garantiti gli stessi diritti riservati ai suoi connazionali.


I rapporti tra India e Cina
I rapporti tra Pechino e Nuova Delhi in materia di terrorismo sono iniziati quest’anno con forti tensioni. A febbraio è stata la Cina, durante un assemblea ONU, a rifiutare di segnare Masoo Azhar, capo del gruppo Jaish-e Mohammed (JeM), all’interno della lista dei terroristi.
In molti hanno visto la decisione dell’India di rilasciare un visto a Dolkun come una sfida alla Cina. Pechino ha subito risposto all’affronto e la portavoce del Ministero degli Esteri, Hua Chunying, ha pubblicamente dichiarato: “Quello che vorrei sottolineare è che Dolkun è un terrorista con codice rosso dell’Interpol e la polizia cinese contro di lui. Consegnarlo alla giustizia è un obbligo dei principali paesi”.
Il ritiro del visto da parte di Delhi è avvenuto il giorno dopo l’intervento della Cina e ciò ha subito dimostrato la grande influenza che la Cina riveste nelle relazioni tra i due giganti asiatici. 
Subito dopo il rifiuto da parte delle autorità indiane e le proteste da parte di molti intellettuali uiguri e indiani, Dolkun ha rilasciato un’intervista in cui afferma il suo disappunto per essere stato paragonato a Masoo Azhar.

Chi sono gli uiguri?
E’ già stato detto che Dolkun Isa è il segretario del World Uyghur Congress, associazione  a difesa dei diritti umani della popolazione uigura. Ma chi sono esattamente gli uiguri? 
Gli uiguri, una popolazione turca affine agli uzbechi, vivono predominantemente nella regione più occidentale, e più grande per superficie, della Cina: la regione autonoma uigura dello Xinjiang. 
Gli uiguri vantano una storia millenaria e furono proprio la prima popolazione turca a stabilizzarsi e perdere la tradizione nomadica precedente e già a metà del 700 fondarono il Khaganato Uiguro e inventarono un sistema di scrittura che fu in seguito adottato da altre popolazioni, tra cui i mongoli. 
Dopo la conquista mongola e la morte di Gengis Khan, le popolazioni turche dell’attuale Xinjiang furono accorpate nel khanato Chagatay che includeva i territori dell’attuale Xinjiang e Uzbekistan, oltra a porzioni del Kyrgyzstan, Tajikistan e Kazakhstan orientale.
Furono i Qing a conquistare il bacino del Tarim e la Zungaria (parte nord) e la rinominarono Xinjiang (新疆, “nuova frontiera”). La lotta per l’indipendenza portò i suoi frutti nel 1933 e nel 1944 quando i turchi che abitavano lo Xinjiang dichiararono la Prima e Seconda repubblica del Turkestan Orientale. Sono molti gli uiguri e  i kazaki che vivono nello Xinjiang a chiamare il proprio territorio Turkestan Orientale essendo il termine Xinjiang visto come simbolo della conquista cinese. 
Il termine uiguro è stato usato ufficialmente solo a partire dal 1921 durante un convegno tenutosi a Tashkent dove parteciparono i Turchi musulmani del Bacino del Tarim e decisero di definirsi Uiguri in ricordo del Khaganato uiguro, pur essendo consapevoli della non continuità tra i due. Secondo altre fonti, il termine uiguro fu utilizzato dagli studiosi russi e dal signore della guerra Sheng Shicai, che regnò sullo Xinjiang dal 1933 al 1944, al fine di separare le varie popolazioni turche della regione che continuarono a definirsi Turki, in ricordo del loro passato comune.

Gli uiguri nel mondo: alla ricerca dei diritti negati
Il caso di Dolkun non è il solo in cui i diritti degli uiguri vengono violati dalla Cina. Infatti sono numerose le estradizioni di cittadini cinesi di etnia uigura verso la Cina. L’evento più tragico e recente è stato quello degli oltre 100 uiguri rimpatriati dalla Tailandia che ha portato a manifestazioni di grave portata in Turchia ai danni dell’ambasciata tailandese. Numerose associazioni in difesa dei diritti umani avevano fatto il possibile per impedire che Bangkok “restituisse” gli uiguri alla Cina e, a favore della popolazione turcofona, si sono schierati i rappresentanti di vari paesi capeggiati dalla Turchia, che negli ultimi anni, nella speranza di far rinascere il panturchismo kemaliano, si schiera sempre in prima linea per i diritti delle popolazioni turche. 
Le ultime notizie riguardanti gli uiguri e la violazione dei più basilari diritti sono state pubblicate, anche se spesso censurate in Cina, nel sito ufficiale del WUC.
Risale ai pochi giorni fa la notizia di un uomo uiguro dello Xinjiang arrestato e condannato a 7 anni di carcere per aver guardato un video “delicato” circa la migrazione dei musulmani. Il film ha indotto il PM a sospettare una futura adesione dell’uomo al jihad e ad una fuga dalla Cina. Le testimonianze delle persone vicine all’accusato dimostrano una storia completamente differente e descrivono l’uomo come un grande lavoratore e in una grave situazione economica tale da non permettergli di uscire dal paese.
Questa notizia porta in evidenza le condizioni sempre più stringenti in cui gli abitanti dello Xinjiang sono obbligati a vivere: non solo è entrato in vigore il divieto per gli uomini di portare la barba lunga e il velo completo per le donne, ma anche l’insegnamento delle lingue turche viene sempre più scoraggiato e controlli più severi sono effettuati all’interno delle moschee. Negli ultimi anni sono anche state riportate denunce di musulmani costretti a mangiare durante il ramadan per non essere discriminati e, in alcuni casi, licenziati. 
Un’ulteriore notizia del 20 maggio riporta l’arresto di un giovane diciassettenne condannato a 20 di carcere per aver partecipato a gruppi a favore dell’indipendenza del Turkestan Orientale e per aver aiutato 4 cittadini cinesi a emigrare all’estero.
E’ evidente che l’atteggiamento del governo centrale nei confronti degli uiguri prevede sanzioni e condanne di gran lunga più pesanti. E’ altrettanto evidente che i diritti della popolazione uigura sono calpestati giorno dopo giorno.
A questo punto c’è da chiedersi: Dolkun Isa è davvero un terrorista o semplicemente un personaggio scomodo alla Cina? 




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Provvedimento n.229 dell'8 maggio 2014 - pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 126 del 3 giugno 2014.

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http://www.eu/ita/archivio/LIndia-appoggia-Pechino-nella-questione-uigura-di-Francesco-Giommoni-263-ITA.asp 2016-07-26 daily 0.5