La Mappa dei Rischi SACE per il 2022: Rischi (in)soliti per tempi insoliti

La Mappa dei Rischi 2022 evidenzia una generale stabilità del quadro dei rischi del credito globali, senza mostrare tuttavia l’auspicata inversione di tendenza dopo i marcati incrementi dello scorso anno. Il profilo di rischio del credito delle varie aree geografiche è rimasto sostanzialmente invariato, confermando il divario tra le fragilità dei Paesi emergenti e la maggiore solidità di quelli avanzati.

Continua a pesare la dinamica di crescita del debito a livello globale degli ultimi anni (al 350% del Pil globale), dovuta anche alle necessità di spesa legate alla pandemia, la cui sostenibilità può - specie in alcuni mercati emergenti - essere messa in discussione dal riorientamento delle politiche monetarie della Fed: l’aumento di 1 punto percentuale dei tassi americani atteso nel 2022 potrebbe determinare un incremento della probabilità di insolvenza delle società non finanziarie nei mercati emergenti, in media, del 6%. Un relativo aumento del nostro indicatore del rischio di credito corporate è visibile, infatti, in economie più solide, come ad esempio la Cina.

Il profilo dei rischi politici evidenzia una dinamica asimmetrica rispetto a quella dei rischi del credito; in questo caso si registra infatti un ulteriore peggioramento, in particolare nella determinante della violenza politica in alcune aree emergenti, come nel caso dell’Africa Subsahariana (il cui score è passato da 62 a 65). Se da un lato la pandemia ha contribuito all’incremento delle tensioni sociali, dall’altro non si può non tener conto anche di fattori che vanno oltre il Covid in alcune aree specifiche, dall’inverno kazako oppure dai recenti colpi di stato nei Paesi del Sahel, fino agli impatti che il cambiamento climatico ha sulle attività degli operatori economici (ad esempio casi di violenza politica ed esproprio di proprietà di investitori esteri dettati da esigenze ambientali).

Come una filigrana sempre più in risalto nello sfondo della Mappa, infatti, il rischio di cambiamento climatico continua a evidenziare segnali di incremento, in particolare nelle regioni asiatiche e dell’Africa Subsahariana. La questione della (in)sostenibilità ambientale figura quotidianamente nelle notizie di cronaca e rappresenta uno dei principali punti nelle agende politiche dei fora internazionali, come G-7 e G-20. Alcuni accordi raggiunti alla Cop26 hanno rappresentato dei passi in avanti, seppur con tempistiche diverse a seconda dei Paesi e disattendendo in parte alcune aspettative iniziali. Appare sempre più chiaro come, nell’ambito della lotta al cambiamento climatico e della connessa transizione energetica, l’inazione non sia una strada percorribile.

In un anno caratterizzato da rischi ancora elevati, una strategia all’internazionalizzazione risulterà vincente nella misura in cui saprà tenere conto delle criticità sotto il profilo, multidimensionale, dei rischi - soliti e insoliti e in questi tempi più che mai insoliti -  e anche delle opportunità offerte dalla transizione. In questo modo le imprese italiane potranno continuare a crescere sui mercati in maniera competitiva, sana e sostenibile

I rischi allo scenario economico globale restano comunque significativi, soprattutto per il perdurare degli effetti legati alla pandemia: impatti sanitari, ma anche difficoltà sul fronte delle catene globali del valore, rincari nei corsi dei prodotti energetici, con ricadute sull’inflazione, ed elevati livelli di debito, che insidiano la stabilità finanziaria di alcuni attori economici, pubblici e privati. Sul fronte geopolitico incidono in modo significativo gli sviluppi attualmente in corso legati alla pesante escalation della crisi russo-ucraina.




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Provvedimento n.229 dell'8 maggio 2014 - pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 126 del 3 giugno 2014.

Consulta il testo del provvedimento
http://www.eu/ita/archivio/La-Mappa-dei-Rischi-SACE-per-il-2022-Rischi-insoliti-per-tempi-insoliti-1128-ITA.asp 2022-04-05 daily 0.5