La crisi del Rublo e la svalutazione delle valute centroasiatiche (di Dario Delbò)

Piccolo giallo sulle sorti del presidente Russo che nei giorni scorsi era misteriosamente sparito, dando adito alle speculazioni più varie sulla sua sorte, dal nuovo figlio con la compagna ufficiale al colpo di stato soft, tramato da oligarchi scontenti delle sanzioni internazionali, con tanto di fuga del capo di stato a San Pietroburgo e (queste assolutamente reali) lancio di manovre militari straordinarie con 80.000 soldati russi nell'Artico e in altre zone del paese, coadiuvati da un massiccio impiego di mezzi tra aerei ed elicotteri da combattimento.
Infine eccolo riapparire l'enigmatico Zar, il 20 di marzo a un incontro già programmato con il presidente del Kazakistan, Nursultan Nazarbayev al potere da 26 anni che in aprile si sottoporrà alla prova elettorale nel suo paese e che, come gli altri stati dell'orbita russa, (Bielorussia, Kirghizistan ) si trova a dover affrontare le ripercussioni delle sanzioni imposte all'ex URSS.
Il Kazakistan infatti, che vede nell'export petrolifero il focus della sua economia, trovandosi con un Rublo così svalutato, per non essere inondato da merce Russa a basso costo e tenere in equilibrio la sua bilancia commerciale, avrebbe a sua volta esigenza di svalutare la sua moneta il Tenge kazako, (Bielorussia e Kirghizistan hanno già svalutato nel corso dell'anno) ma la sua banca centrale sta procrastinando ogni decisione a dopo le elezioni ed è prevedibile che questo causerà forte deprezzamento della valuta locale, appena dopo la tornata elettorale.
Ma cosa bolle nel calderone asiatico?
Quando la banca centrale Russa ha diminuito il tasso di interesse, qualche giorno fa, ci si aspettava una mossa per fronteggiare la crescente inflazione che sta rendendo il debito estero, non solo di Mosca ma anche dei suoi partner satellite, sempre più costoso; invece è arrivata la proposta da parte di Putin di creare un'unione monetaria regionale con la Bielorussia e il Kazakistan, che ha però più la sostanza di un'annessione economica delle ex repubbliche sovietiche, volta a sancire l'egemonia e l'influenza Russa, piuttosto che di una vera partnership paritaria.
Tant'è che Nazarbayev, (presidente Kazako) si è dimostrato piuttosto freddo verso tale ipotesi, rinviando la questione a dopo le elezioni nel suo paese e lasciando trapelare per bocca dei tecnici della banca centrale Kazaka che un'unione monetaria dovrebbe prima prevedere “un'armonizzazione” delle economie tra i paesi coinvolti, dalla durata decennale.
Questa situazione attendista si ripercuote grossomodo su tutte le valute centroasiatiche che non presentano scostamenti di quotazioni significativi, eccezion fatta per il rublo russo che guida sempre la classifica delle valute più indebolite, scendendo con il continuare del deprezzamento del petrolio e del Manat Azero. La banca centrale azera infatti, ha effettuato una forte svalutazione della moneta nazionale per mettere al riparo l’economia del Paese dal crollo dei prezzi petroliferi e dalla crisi economica russa, che come detto sta contagiando i paesi vicini. Il manat azero è stato svalutato con l’obiettivo di “creare nuovi stimoli per la diversificazione economica, aumentare la competitività e l’export” si legge in una nota. Il gas e il petrolio contano per il 95% dell’export azero per il 70% delle entrate pubbliche. La banca centrale ha aggiunto che la svalutazione mira a “neutralizzare gli effetti negativi della svalutazione delle divise dei partner commerciali dell’Azerbaigian” (ovvero Russia).
E se tutto iniziò con la crisi Ucraina, allora dobbiamo anche ricordare come se il Rublo piange, la Grivnia, (la moneta Ucraina) non rida. Il paese granaio d'Europa, ha continuato ad alzare i tassi d'interesse e sta facendo massiccio prelievo delle sue riserve in valuta estera che sono ai valori più bassi da oltre un decennio e questo nonostante i massicci prestiti, (l'ultimo da 17,5 miliardi di dollari, approvato dal Fondo monetario Internazionale, l'undici di marzo) di cui è beneficiario.
La situazione nel sud/est del paese, infatti è lungi dall'essere stabilizzata e il mancato compimento degli accordi di Minsk sta danneggiando non poco la fragile economia Ucraina.
Situazione di incertezza che potrebbe però essere sfruttata in ottica di investimento speculativo, (ma non troppo) e di cui approfondiremo al prossimo appuntamento.
(Fonte: http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2015/03/20/putin-propone-moneta-unica-per-unione-eurasiatica-_338bb630-db29-434b-86b7-0da6fca4067d.html
http://www.bloomberg.com/news/articles/2015-03-10/ex-soviet-republics-feeling-putin-s-ruble-pain-now)