La diga di Rogun Dam come fonte di divisioni in Asia Centrale (di Petr Bologov)

Il Tagikistan, tormentato dalle frequenti ed estese interruzioni di corrente, ha iniziato un ambizioso progetto di costruzione di una diga che attenuerà notevolmente la perenne crisi energetica nel paese. Tuttavia, in una regione tristemente nota per le dispute sulle risorse idriche, il confinante Uzbekistan è fermamente contrario alla diga. Una soluzione a lungo termine è essenziale per mantenere la pace nella regione.

In ottobre il Presidente tagiko Emomali Rahmon ha inaugurato la costruzione della nuova Diga Rogun, il più grande progetto statale e, probabilmente, la più alta diga del mondo. Durante la cerimonia è stato bloccato il corso d’acqua del letto principale del fiume Vakhsh. Quel giorno è stato importante per quello che non è accaduto: il governo uzbeko è rimasto fortunatamente in silenzio nonostante avesse apertamente criticato il progetto sin dall’inizio. 

Il fiume Vakhsh è uno dei principali affluenti del più grande fiume centrasiatico Amu Darya, che è la fonte d’irrigazione più importante per l’Uzbekistan e i suoi campi di cotone. Le autorità a Tashkent hanno spesso espresso preoccupazione durante gli ultimi anni in merito al calo delle risorse idriche per il loro settore agricolo. In segno di protesta si sono ritirati dal “Sistema Unificato dell’Approvvigionamento Energetico dell’Asia Centrale”, un piano che risale ai tempi sovietici, secondo il quale le cinque repubbliche della regione cooperavano sui progetti energetici. 

Le questioni dell’acqua nella regione hanno portato ad una divisione tra i paesi centroasiatici dai quali scorrono i fiumi, il Kirghizistan ed il Tagikistan, e i paesi che si trovano a valle e consumano la maggior parte delle risorse idriche, il Kazakistan, l’Uzbekistan ed il Turkmenistan. Una seconda simile divisione ha separato la regione tra i produttori di energia e i consumatori. I precedenti tentativi di rivedere questo delicato equilibrio hanno portato a conflitti, e la Diga Rogun ha tutto il potenziale per aumentare le tensioni di nuovo. Vista l’impazienza di Dušanbe di avviare la prima turbina dell’impianto idroelettrico della diga già alla fine del 2018, è ora che entrambi i paesi trovino un compromesso, altrimenti rischiano di mettere in pericolo la sicurezza dell’intera regione centroasiatica. 

Per il Tagikistan, che ha una grande necessità di nuove fonti di energia, questa è una questione vitale. Esattamente un giorno prima che il Presidente Rahmon si mettesse alla guida di un bulldozer per iniziare la chiusura del fiume Vakhsh, la maggior parte del paese, inclusa la capitale, è rimasta senza elettricità a causa di un altro incidente nella centrale idroelettrica Nurek, uno dei diversi impianti tagiki dell’era sovietica. I blackout sono parte della vita quotidiana del Tagikistan dal momento dell’indipendenza e aggravano le già difficili condizioni in questa meno fortunata ex-repubblica sovietica. 
 
Il Tagikistan ha ereditato alcuni impianti idroelettrici costruiti nei tempi sovietici. Negli ultimi decenni, la Russia e l’Iran hanno aiutato il Tagikistan a costruire due centrali idroelettriche Sangtuda. Tuttavia, le strutture dell’era sovietica sono in pessimo stato e tendono ad avere frequenti incidenti, mentre le nuove centrali non sono in grado di fornire alla repubblica tutta l’energia necessaria. 

Essendo uno dei dieci paesi con il più grande potenziale idroelettrico, è naturale che il Tagikistan cerchi di espandere questo settore. Attualmente il 70% del paese subisce regolarmente mancanze di elettricità. Se Rogun sarà costruita con successo, potrà eliminare completamente il deficit di energia elettrica in Tagikistan e permettere al paese di esportare miliardi di kilowatt ogni anno, trasformandolo nel più grande produttore di energia elettrica nella regione. 

Il Tagikistan vede la Diga Rogun come il percorso verso l’indipendenza energetica, il progetto che permetterà al paese di sviluppare le sue industrie che richiedono grandi quantità di energia. Tuttavia, la decisione del paese di riavviare lo stabilimento tagiko per la produzione di alluminio, che costituisce la maggior parte dei guadagni dell’export tagiko, come la costruzione della Diga Rogun, hanno attirato numerose critiche da parte delle autorità uzbeke. 

Negli ultimi anni l’Uzbekistan ha messo il suo vicino sotto assedio energetico. Nel mese di gennaio del 2013 Tashkent ha sospeso la spedizione di gas naturale in Tagikistan, che copriva il 95% del consumo di gas del paese. Di conseguenza, tante aziende tagike, incluso lo stabilimento per la produzione di alluminio, sono state costrette a passare dal gas al carbone.

 La preoccupazione dell’Uzbekistan è comprensibile perché il paese è uno dei dieci Stati sul pianeta con le risorse di acqua dolce più limitate. Sulla repubblica grava un’economia principalmente agraria con obsoleti sistemi di irrigazione ed una crescente desertificazione a causa della scorretta gestione degli affluenti del Mar d'Aral. Il ridotto flusso d’acqua da Amu Darya potrebbe portare al collasso del settore agricolo uzbeko e di conseguenza alla fame e migrazione di massa. Questo, a sua volta, potrebbe far scattare una crisi sociale che avrebbe un impatto più grande sulla regione. 

Tashkent e Dušanbe hanno pacificamente iniziato a risolvere il problema con Rogun durante l’ultimo anno in carica del Presidente Karimov. Le prime consultazioni dei ministri esteri uzbeko-tagiki ebbero luogo nel mese di dicembre del 2015 e furono seguite da un incontro costruttivo tra i Presidenti dei due paesi durante il summit dell'Organizzazione di Shanghai per la cooperazione a Tashkent.  

Tuttavia, dal momento del decesso di Karimov nel mese di settembre le autorità uzbeke si sono concentrate sui preparativi per le elezioni presidenziali a dicembre ed è molto probabile che in seguito ci sarà più retorica anti-Rogun. In questo periodo di transizione ed opportunità, entrambe le parti hanno la possibilità di basarsi sul progresso fatto nell’ultimo anno per risolvere unitamente i problemi regionali dell’energia e dell’acqua.
La malattia e la morte di Karimov hanno fermato la pericolosa traiettoria verso il conflitto tra l’Uzbekistan e il Kirghizistan. La sua scomparsa dovrebbe essere considerata un’opportunità per la regione di rivalutare l’equilibrio delle risorse idriche ed energetiche e di negoziare i compromessi che permetteranno ai paesi centroasiatici di trovare alternative. I ritardi e i problemi con il finanziamento della costruzione della Diga Rogun potrebbero placare la posizione di Dušanbe in merito al progetto. 

Da parte sua, l’Uzbekistan potrebbe rendersi disponibile ed aiutare il suo vicino a finanziare la costruzione di idrocentrali più piccole nei bacini di Syr Darya e Amu Darya come alternativa a Rogun. Mentre il conflitto è ancora possibile, la nuova amministrazione a Tashkent e la consapevolezza di future difficoltà a Dušanbe potrebbero mettere insieme i due paesi di nuovo ad un tavolo di negoziazione per cercare di mediare le differenze in merito al progetto della diga. 

(Tratto da Carnegie Moscow Center)




CONSORZIO IEA utilizza cookies tecnici e di profilazione e consente l'uso di cookies a "terze parti" che permettono di inviarti informazioni inerenti le tue preferenze.
Continuando a navigare accetti l’utilizzo dei cookies, se non desideri riceverli ti invitiamo a non navigare questo sito ulteriormente.

Scopri l'informativa e come negare il consenso. Chiudi
Chiudi
x
Utilizzo dei COOKIES
Nessun dato personale degli utenti viene di proposito acquisito dal sito. Non viene fatto uso di cookies per la trasmissione di informazioni di carattere personale, né sono utilizzati cookies persistenti di alcun tipo, ovvero sistemi per il tracciamento degli utenti. L'uso di cookies di sessione (che non vengono memorizzati in modo persistente sul computer dell'utente e scompaiono, lato client, con la chiusura del browser di navigazione) è strettamente limitato alla trasmissione di identificativi di sessione (costituiti da numeri casuali generati dal server) necessari per consentire l'esplorazione sicura ed efficiente del sito, evitando il ricorso ad altre tecniche informatiche potenzialmente pregiudizievoli per la riservatezza della navigazione degli utenti, e non consente l'acquisizione di dati personali identificativi dell'utente.
L'utilizzo di cookies permanenti è strettamente limitato all'acquisizione di dati statistici relativi all'accesso al sito e/o per mantenere le preferenze dell’utente (lingua, layout, etc.). L'eventuale disabilitazione dei cookies sulla postazione utente non influenza l'interazione con il sito.
Per saperne di più accedi alla pagina dedicata

Individuazione delle modalità semplificate per l'informativa e l'acquisizione del consenso per l'uso dei cookie.
Provvedimento n.229 dell'8 maggio 2014 - pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 126 del 3 giugno 2014.

Consulta il testo del provvedimento
http://www.eu/ita/archivio/La-diga-di-Rogun-Dam-come-fonte-di-divisioni-in-Asia-Centrale-di-Petr-Bologov-318-ITA.asp 2016-12-20 daily 0.5