La mano di Nazarbayev dietro al cambio di presidenza del fondo Samruk-Kazyna

Il 21 Marzo è trapelata sui social network kazaki la notizia delle dimissioni di Akhmetzhan Yessimov dalla carica di presidente del fondo sovrano Samruk-Kazyna, in cui veniva descritto come “temporaneamente impossibilitato”. Lo stupore e la curiosità generali sono state acuite dal fatto che questa fuga di informazioni non fosse stata accompagnata da alcuna conferma, né smentita, ufficiale. Soltanto il 29 marzo, infatti, il Primo Ministro Askar Mamin ha presentato ufficialmente il nuovo direttore di Samruk-Kazyna, Almasadam Satkaliyev durante una conferenza a porte chiuse.
Il fondo, istituito nel 2008, si prefigge lo scopo di promuovere la competitività e lo sviluppo sostenibile dell’economia della nazione centroasiatica. Esso possiede le azioni delle principali aziende kazake negli ambiti delle energie e della logistica, essendo di fatto il più importante istituto finanziario del paese.
“Il primo presidente della Repubblica del Kazakhstan, Elbasy Nursultan Abishevich Nazarbayev, e il Capo di Stato Kassym-Zhomart Kemelevich Tokayev hanno fissato importanti obiettivi per la Samruk-Kazyna Foundation, al fine di creare le condizioni favorevoli per uno sviluppo sostenibile dell’economia nazionale attraverso l’accrescimento dei settori dei carburanti e dell’energia, delle infrastrutture, dei trasporti, della logistica e del potenziale industriale del paese, che attrae gli investimenti e il supporto di produttori domestici”, queste sono state le parole del Primo Ministro che esplicitano in maniera inequivocabile il peso decisionale dell’ex-presidente Nazarbayev.
Inoltre, nonostante le dimissioni di Yessimov, almeno in apparenza, siano avvenute in modo pacifico e cordiale, non è ancora chiaro cosa ne sarà di lui in futuro. La prassi sempre seguita dal governo kazako vuole infatti che all’interno del decreto di dimissioni sia presente la formula secondo la quale il soggetto dimissionario sarà “riassegnato ad altra posizione”. Questa locuzione non è presente però nel documento di dimissioni di Yessimov.
A fronte di ciò è necessario innanzitutto riassumere il ruolo pubblico di Yessimov nel corso degli anni: due volte ministro dell’agricoltura, ex sindaco di Almaty e per breve tempo a capo dell’amministrazione presidenziale, egli ha avuto una brillante carriera nel Kazakistan post-sovietico ed era stato addirittura chiamato a ‘ripulire’ la commissione EXPO di Astana a seguito di vari scandali di corruzione.
Come si evince dal sito di informazione kazako Kazinform, Yessimov è stato chiamato più volte ad udienza dall’ex presidente Nazarbayev riguardo al suo operato all’interno del fondo sovrano Samruk-Kazyna nell’ultimo anno. Durante il suo mandato, Yessimov ha prevalentemente perseguito una strategia di “privatizzazione inversa”, ricomprando, da fondi esteri, le azioni delle maggiori compagnie kazake in ambito energetico e di telecomunicazioni. Già nel giugno 2020 Nazarbayev aveva pubblicamente sottolineato la necessità di rettificare il piano di privatizzazione, a seguito della crisi globale e della elevata volatilità dei prezzi dell’oil&gas.
Non si può non sottolineare che Nazarbayev pur avendo dimesso incarichi politici operativi, ha sempre mantenuto un’influenza e un controllo significativo su tutte le questioni strategiche del paese. Si può quindi affermare che anche il cambio di presidenza di Samruk-Kazyna non sia avvenuto contro il parere del Padre della Patria.
Paolo Sorbello, sul The Diplomat, ipotizza quali possano essere le ragioni che hanno portato ad un tale cambio di presidenza. Queste potrebbero essere da ricercarsi nel rapporto del parlamento kazako uscito a fine 2020 che denunciava un peggioramento della performance del fondo, nonostante l’aumento dei prezzi del petrolio; oppure nel reportage di un analista indipendente uscito a metà marzo che metteva in luce alcune irregolarità dell’operato del fondo. Infine, le dimissioni di Yessimov potrebbero essere legate al fatto che il Fondo tenesse $350 milioni in contanti in depositi della ATF Bank, posseduta dall’ex genero di Yessimov, Galimzhan Yessenov. La policy del Samruk-Kazyna consente di avere dei conti correnti solo in istituti finanziari il cui rating sia di classe A. La ATF Bank, invece, è classificata come B, per cui i depositi fatti dal Fondo e da una delle sue partecipate, la Kazmunaygas, contraddicevano la policy sopra citata. La ATF Bank è stata poi acquisita da un’altro istituto bancario, legato all’ex presidente Nazarbayev.
E’ utile sottolineare come nel luglio del 2020 Yessimov abbia dovuto distribuire agli azionisti del fondo dei dividendi dieci volte maggiori rispetto a quelli pagati nel 2017, nel tentativo non riuscito di ritrovare un’armonia con gli alti vertici dello stato kazako.
A parere di chi scrive, dunque, analizzando l’evoluzione dei rapporti di Yessimov con Nazarbayev nell’ultimo anno si può ipotizzare con quasi certezza che le dimissioni siano state volute anche da Elbasy, che potrebbe aver utilizzato lo scandalo legato alla ATF Bank, in cui Yessimov è stato coinvolto, come capro espiatorio per la mancanza di risultati positivi ottenuti dalle politiche del fondo sovrano, evitando così di perdere lui stesso credibilità. L’era del Padre della Patria, possiamo dunque affermarlo, non è evidentemente giunta al termine.
Di Federica Giunta
Bibliografia: