La rinnovata partnership strategica tra Russia e Turkmenistan (di Fabio Indeo)

Nel corso degli ultimi mesi, si è assistito ad un progressivo riavvicinamento diplomatico tra la Russia e la repubblica centroasiatica del Turkmenistan, con frequenti incontri bilaterali che hanno coinvolto personalità politiche di livello - dai summit tra i ministri degli esteri a quelli tra i due presidenti Putin e Berdymukhammedov - inaugurati con la visita del presidente turkmeno in Russia il primo novembre 2016: si trattava del primo incontro tra Putin e Berdymukhammedov dopo 9 anni di presidenza, in quanto nella precedente visita del 2011 a Mosca il presidente russo era Medvedev. A seguito di questi incontri sono state gettate le basi per un rafforzamento delle relazioni bilaterali e della cooperazione, prevalentemente focalizzata su alcuni settori di reciproco interesse.
Lo scorso 26 settembre, durante un colloquio telefonico il ministro degli esteri turkmeno Rashid Meredov e quello russo Sergey Lavrov hanno ribadito la volontà di rafforzare la collaborazione, perfezionando una serie di accordi intergovernativi che sono stati successivamente formalizzati durante la visita del Presidente russo Putin ad Ashgabat il 1 e 2 ottobre.
La presenza di Putin in Turkmenistan e l'incontro con il suo omologo Berdymukhammedov ha portato alla sigla di un accordo di partnership strategica, la cui rilevanza geopolitica dipenderà dalla disponibilità e volontà turkmena di darne applicazione, considerato che analogamente al Turkmenistan tutte le repubbliche centroasiatiche hanno stipulato un accordo analogo con la Cina.
È tuttavia necessario evidenziare come a seguito di questo accordo le relazioni bilaterali russo-turkmene abbiano formalmente raggiunto l'apice: la partnership strategica costituisce un evoluzione notevole dal precedente trattato di amicizia e cooperazione siglato nel 2003, che ebbe importanti riflessi ed implicazioni principalmente sulla cooperazione energetica tra le due nazioni. Infatti, nel 2006 entrò in vigore quell'accordo venticinquennale che impegnava la Russia ad acquistare 50 miliardi di metri cubi (Gmc) di gas naturale all’anno dal Turkmenistan: tuttavia, dopo il picco raggiunto nel 2008 (40 Gmc) le importazioni russe calarono drasticamente e vennero totalmente interrotte dal 2016.
Dal summit non sono emerse delle precise indicazioni riguardo ad una ripresa della cooperazione energetica e delle esportazioni di gas turkmeno verso la Russia ma si può rilevare come questa opzione sia diventata potenzialmente importante soprattutto per Ashgabat. Infatti nel 2016, quasi il 90% delle esportazioni turkmene di gas naturale (29,4 Gmc di gas naturale su un totale di 37.3 Gmc esportati) sono confluite nel gasdotto Cina-Asia Centrale destinato a soddisfare la domanda dell'”Impero Celeste”: quest'anno la situazione dovrebbe peggiorare in termini di accentuata dipendenza dalle esportazioni verso la Cina, in quanto il Turkmenistan ha deciso di interrompere le forniture di gas al confinante Iran.
Nonostante possieda le quarte riserve al mondo per grandezza, alla repubblica centroasiatica manca la possibilità di convogliare le proprie esportazioni seguendo delle rotte alternative fattibili: il percorso del gasdotto TAPI (che dovrebbe trasportare gas turkmeno attraverso Afghanistan e Pakistan) appare affetto da serie minacce in termini di sicurezza, che inficerebbero sulla regolarità degli approvvigionamenti, mentre la rotta transcaspica verso i mercati europei - mediante la connessione con il gasdotto Transanatolico turco-azerbaigiano - appare compromessa dall'opposizione russa e dal conseguente diritto di veto sulla realizzazione di infrastrutture di esportazione nel bacino del Caspio.
Nel complesso, in questo accordo di partnership strategica tra Russia e Turkmenistan sono stati siglati 13 intese di cooperazione in diversi settori, tra i quali agricoltura, industria, finanze, cultura, trasporto marittimo. Al momento l'obiettivo di Mosca e Ashgabat appare quello di rafforzare la cooperazione economica e il commercio bilaterale: la Russia continua ad essere uno dei principali partner economico-commerciali del Turkmenistan - più precisamente il quarto, dietro Cina, UE e Turchia - ma il raffreddamento delle relazioni energetiche e diplomatiche del periodo 2009-2016 ha inficiato negativamente sulla sfera degli scambi commerciali tra i due paesi.
Nel corso del summit sono state discusse una serie di misure e progetti volti all'implementazione di un programma di cooperazione economica 2017-2019 tra i governi delle due nazioni. Nonostante le parti intendano pianificare una cooperazione in diversi settori, il Turkmenistan appare fortemente interessato al rafforzamento della partnership in alcuni settori strategici come il complesso agro-industriale e le nuove tecnologie. Soprattutto lo sviluppo di quest'ultimo segmento riveste un importanza cruciale per il governo turkmeno, che spera di poter beneficiare dell'expertise russa nel campo delle alte tecnologie e dell'innovazione per portare a compimento la strategia politica di diversificazione economica, finalizzata a ridurre la dipendenza dagli introiti derivanti dalle esportazioni energetiche e a puntare sullo sviluppo di altri settori di produzione in modo da conquistare altre fette di mercato.
Di particolare rilevanza appare poi la dichiarazione turkmena di rispettare gli interessi politici ed economici della Russia in Asia Centrale riconoscendo il valore dell'approccio russo come fattore di stabilizzazione che contribuisce al mantenimento dell'equilibrio regionale (1).
In ambito securitario, i due presidenti hanno sottolineato l'identità di vedute riguardo all'Afghanistan, ovvero il raggiungimento della stabilità attraverso mezzi pacifici e diplomatici, promuovendo un processo di riconciliazione nazionale e coinvolgendo maggiormente la nazione nei vari progetti di sviluppo economico regionale (2). In sostanza Ashgabat vede riconosciuti i propri sforzi per incrementare la cooperazione economica transfrontaliera con il confinante Afghanistan, nazione alla quale assicura forniture crescenti di energia elettrica. Questa formula diplomatica permette inoltre al presidente turkmeno di divincolarsi dalle pressioni di Mosca, volte ad includere il Turkmenistan nell'Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva (OTSC) per garantire la sicurezza del confine afgano-turkmeno, pressioni sempre respinte da Berdymukhammedov in nome del principio di neutralità.
Infine, i due presidenti si sono incontrati anche durante il summit dei capi di stato della Comunità degli Stati indipendenti a Soci l'11 ottobre, unica organizzazione multilaterale regionale alla quale il Turkmenistan prende parte anche se solamente come membro associato e non membro a tutti gli effetti.
La rinnovata partnership tra Turkmenistan e Russia rappresenta un interessante evoluzione geopolitica da monitorare nello scacchiere centroasiatico, in modo particolare per valutare il livello d'influenza che Mosca sarà in grado di esercitare su questa repubblica. Attualmente, le esigenze di diversificazione in politica estera ed energetica e le preoccupazioni in materia di sicurezza spingono Ashgabat nella direzione di un rafforzamento dei legami con Mosca.
Allo stesso tempo però, il presidente turkmeno non appare disposto a discostarsi dallo status di neutralità positiva - pilastro fondante della politica estera nazionale - che implica il rifiuto ad aderire alle diverse organizzazioni multilaterali esistenti (Unione Economica Euroasiatica, Organizzazione della Cooperazione di Shanghai, OTSC).
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(1) "Turkmenistan-Russia relations upgraded to strategic partnership – 14 documents signed", News Central Asia, 03 October 2017, http://www.newscentralasia.net/2017/10/03/turkmenistan-russia-relations-upgraded-to-strategic-partnership-14-documents-signed/
(2) Ibidem