La visita di Berdymuhamedow in Italia e lo sviluppo delle relazioni con il Turkmenistan (di Fabio Indeo)

La visita ufficiale in Italia compiuta dal Presidente del Turkmenistan Gurbanguly Berdimuhamedow il 6 e 7 novembre scorsi testimonia il reciproco interesse delle due nazioni ad approfondire le relazioni politico-diplomatiche ed economiche, mirate al perseguimento dei reciproci obiettivi e finalità in politica estera ed energetica. Si tratta della seconda visita del presidente turkmeno nel nostro paese, dopo quella compiuta nel maggio 2015 per l’inaugurazione del padiglione nazionale turkmeno presso l’Expo di Milano, nel corso della quale vennero siglati anche un accordo sullo scambio di informazioni in materia fiscale, due Memorandum of Understanding nei settori della Cooperazione Economica e della Cooperazione Scientifica, e un’ Intesa sulla collaborazione tra i due Ministeri degli Affari Esteri. 
Tra le due nazioni esiste una collaborazione in fieri sul piano politico e diplomatico, in quanto l'Italia è tra i soli cinque paesi europei ad aver aperto - nel 2013 - un'ambasciata in Turkmenistan, anche se le relazioni diplomatiche vennero avviate sin dal 1992, un anno dopo l'indipendenza nazionale. Alla fine del 2014 vi fu la prima visita di un presidente del consiglio italiano in territorio turkmeno, compiuta dall'allora premier Matteo Renzi con un ampia delegazione di personalità del mondo imprenditoriale italiano, tra le quali l’Amministratore Delegato di ENI Claudio Descalzi, compagnia energetica che nutre forti interessi economici nella repubblica centroasiatica, quarta nazione al mondo per riserve di gas naturale, stimate in oltre 19 mila miliardi di metri cubi (British Petroleum Statistical Review 2019).
La visita di Berdymuhamedow a Roma ha avuto un carattere prettamente istituzionale, in quanto ha prima incontrato i rappresentanti delle compagnie italiane interessate ad espandere le loro attività in Turkmenistan, per poi incontrare il Primo Ministro italiano Conte e il Presidente della Repubblica Mattarella: le parti hanno siglato alcuni documenti bilaterali per ampliare la cooperazione negli ambiti di maggiore interesse, ovvero energia, comparto industriale e militare, trasporti, cultura, archeologia.
La cooperazione nel settore della difesa rappresenta uno dei principali pilastri delle relazioni bilaterali: nel luglio 2019, la Camera dei Deputati ha ratificato e dato esecuzione all'Accordo tra il Governo della Repubblica Italiana e il Governo del Turkmenistan sulla cooperazione nel settore della difesa, raggiunto a Roma il 29 marzo 2017. In questo accordo le parti si impegnano ad attivare forme di collaborazione nel settore della sicurezza militare, sviluppo e ricerca scientifica, industria militare e della difesa, con delle disposizione importanti in materia di esportazione ed importazioni di armi (navi, aerei, elicotteri militari, mezzi blindati, sistemi di sorveglianza, armi da fuoco) nell'osservanza delle rispettive norme nazionali. Infatti, la vendita di armamenti rappresenta un segmento importante della cooperazione economica tra i due paesi: dal 2012, le aziende italiane hanno coperto il 76% delle importazioni di armamenti da parte della repubblica turkmena per un valore di 257 milioni di euro.
Un altro evento importante - a carattere prettamente economico - nell'ambito di questa visita ufficiale, è stato il Business Forum Italia-Turkmenistan, organizzato a Milano dall'Agenzia-ICE ed dal Ministero dello Sviluppo Economico, in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, e le ambasciate dei due paesi.
Nel corso del Forum - al quale hanno partecipato personalità politiche di livello ed esponenti del mondo economico italiano - è stato sottoscritto il Memorandum of Understanding tra Italian Diplomatic Academy e l’Istituto di Relazioni Internazionali della Repubblica del Turkmenistan, che prevede una collaborazione tra i due enti di formazione, scambio di conoscenze ed esperienze.
Da un punto di vista economico, l'interscambio commerciale tra l'Italia e il Turkmenistan è ancora molto limitato, dovrebbe attestarsi sui 200 milioni di euro per l'anno in corso, ben lontani dai 600 milioni raggiunti nel 2016. L'Italia è il quarto partner di Asghabat per destinazione delle esportazioni, essenzialmente prodotti energetici, mentre il Turkmenistan è interessato ad importare macchinari, componenti industriali e tecnologici. Nell'ambito dell'accordo sulla cooperazione nel settore della difesa, l'Italia è diventata un partner importante per quanto concerne la vendita di impianti satellitari moderni, componenti elettronici, anche perché le aziende italiane hanno realizzato per la repubblica centroasiatica il primo sistema di telecomunicazioni via satellite di cui il paese si è dotato. Si registra inoltre una tendenza importante, ovvero crescita delle importazioni di quei prodotti che connotano il made in Italy, ovvero mobili, abbigliamento, calzature. La presenza di operatori economici italiani in Turkmenistan e' ancora modesta e certamente al di sotto delle potenzialità' produttive e commerciali del Paese. Ciononostante, si può riscontrare come alcune tra le maggiori compagnie ed imprese nazionali operino ed abbiano interessi nel paese: ENI, Saipem, Bonatti, Ronco.
Nel corso del business forum, il vice presidente esecutivo dell'ENI per l'Asia Centrale Luca Vignati ha dichiarato che la compagnia energetica italiana ha intenzione di diversificare le proprie attività nella repubblica centroasiatica, mantenendo l'interesse sugli idrocarburi ma cercando di sviluppare altri settori, come ad esempio le energie rinnovabili. Traspare quindi la volontà dell'ENI di ripetere l'iniziativa intrapresa con successo in Kazakhstan, con la realizzazione del parco eolico di Badamsha che permetterà un aumento del 25% del totale dell’energia eolica prodotta. 
Vignati ha sottolineato come la compagnia energetica italiana sia impegnata in Turkmenistan da oltre dieci anni - dopo aver rilevato nel 2008 la compagnia energetica Burren -, nel corso dei quali ha investito due miliardi di dollari per lo sviluppo del blocco onshore di Nebit Dag, nella provincia di Balkanabat nella parte occidentale del paese. Attualmente la produzione di petrolio - fornita essenzialmente dal giacimento di Burun - si attesta sulle 2mila tonnellate al giorno, che vengono successivamente lavorate nella raffineria di Turkmenbashi, importante porto sul Caspio.
L'ENI beneficia di una condizione di particolare rilevanza nel settore energetico turkmeno in quanto unica compagnia straniera, assieme alla China National Petroleum Company (CNPC), ad aver siglato con le autorità turkmene un Partnership Sharing Agreement sui giacimenti onshore, che si connotano per una maggiore disponibilità di risorse rispetto a quelli offshore: infatti, nonostante questi ultimi siano collocati nel bacino del Caspio, la sezione offshore turkmena non appare promettente come quella azera, kazaka o russa, contenendo - secondo le stime - 500 milioni di tonnellate di petrolio e 630 miliardi di metri cubi di gas naturale. Allo stesso tempo, sussiste una profonda differenza data dal fatto che il PSA con la CNPC riguarda i ricchissimi giacimenti onshore della parte orientale del paese, che fanno del Turkmenistan la quarta nazione al mondo per riserve di gas naturale, mentre la concessione ENI si trova sulla parte occidentale, meno ricca. Recentemente l'ENI ha inoltre espresso interesse per sviluppare anche i blocchi 19 e 20 della sezione offshore turkmena.
A seguito della visita della delegazione italiana del novembre 2014, la durata del PSA è stata estesa di altri dieci anni, sino al 2032. All'epoca, un idea presa in considerazione dalle parti era quella di far realizzare all'ENI uno studio di fattibilità sul gas naturale compresso (Gnc), opzione che consentirebbe al Turkmenistan di ovviare alle difficoltà inerenti la realizzazione del gasdotto transcaspico, trasportando con delle navi metaniere sino al porto di Baku volumi di gas naturale da esportare in Europa. Questa prospettiva - attualmente congelata - consentirebbe al Turkmenistan di attuare una concreta strategia di diversificazione delle esportazioni, partecipando al corridoio energetico meridionale, mentre la compagnia energetica italiana rafforzerebbe il proprio ruolo di partner energetico nel bacino del Caspio.




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Provvedimento n.229 dell'8 maggio 2014 - pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 126 del 3 giugno 2014.

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http://www.eu/ita/archivio/La-visita-di-Berdymuhamedow-in-Italia-e-lo-sviluppo-delle-relazioni-con-il-Turkmenistan-di-Fabio-Indeo-726-ITA.asp 2019-11-28 daily 0.5