Le energie rinnovabili in Kazakhstan quale modello di business 4.0 (di Enrico Molinari)

Il Kazakistan è oggi la più importante economia di sistema presente in Asia Centrale, capace di compiere negli ultimi dieci anni progressi strutturali e sociali che hanno permesso al Paese - come osserva una recente ricerca della Banca Mondiale - di posizionarsi tra i dieci Stati più stabili al mondo e a più alto valore aggiunto finanziario per nuovi investimenti esteri.
Anche il recente “Caspian Oil & Gas Exhibition”, svoltosi a Baku dal 31 maggio al 03 giugno, è stata l’occasione per l’attuale Governo di mostrare agli investitori internazionali la credibilità roadmap nazionale in termini di Digital & Technologies Transformation, con l’obiettivo di preparare il Paese ad una transizione sostenibile verso un modello sempre meno legato al petrolio e al gas naturale.
Ripensare il futuro, significa infatti per il Kazakistan ridurre la dipendenza del proprio benessere dallo sfruttamento di queste ingenti risorse localizzate nella zona del Mar Caspio e compensare con le energie rinnovabili - come acqua, sole, vento, biomasse - un’economia energetica fossile che rappresenta più della metà delle esportazioni totali, vale a dire il 18% del PIL.
L’obiettivo è sfidante, ma raggiungibile secondo i trend di crescita del Paese: diventare protagonista di una rivoluzione finanziaria, sociale e geopolitica, arrivando a sedersi al tavolo delle trenta economie più ricche e sviluppate al mondo per innovazione e tecnologica entro il 2050.
Un modello di business Kazakistan 4.0 che può accelerare il sistema produttivo e la competitività europea non solo nel settore delle energie alternative, ma soprattutto nella crescita di settori come la robotica, le nanotecnologie e la tecnologia aerospaziale, pilastri oggi anche della Strategia “Europa 2020” di Commissione europea per il periodo 2014-2020.
Per questo motivo, le opportunità di crescita per l’Italia come primo e strategico partner commerciale per l’export kazako nonché come quinto esportatore di prodotti e servizi dopo Russia, Cina, USA e Germania, sono concrete e durevoli. Questa visione è supportata - come indicato anche nell’ultimo report dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico [OECD (2017), Building Inclusive Labour Markets in Kazakhstan: A Focus on Youth, Older Workers and People with Disabilities, OECD Publishing, Paris], da un inedito processo di riforme del mercato del lavoro, con la creazione di nuovi posti di lavoro inclusivi e redditizi, attenti a valorizzare le competenze dei giovani, dei lavoratori con esperienza tecnica matura e delle persone con disabilità.
Programmi di sviluppo industriali sempre più orientati a processi collaborativi con imprese e istituzioni europee, investimenti strutturati in conoscenza e innovazione tecnologica abilitante, una politica di relazioni internazionali moderna e aperta al confronto con manager facenti parte di organizzazioni pubbliche e private strutturate e trasparenti, sono solo alcuni degli ingredienti che consolideranno nel biennio 2017-2018 la forte attrattività di investimenti esteri nel Paese.
A partire dalla grande opportunità rappresentata da EXPO Astana 2017 in programma dal 10 giugno al 10 settembre, un vero e proprio “prodotto finanziario” nazionale da collocare sul mercato agli oltre 5 milioni di visitatori “azionisti” previsti.
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