Le grandi prospettive della Cooperazione Eno-Gastronomica fra Italia ed Asia Centrale (di Fabrizio Vielmini)

La lingua russa possiede, similarmente all’inglese, l’espressione “cibo per la riflessione” (pishcha dlya razmyshleniya). E’ in quest’ottica che vorrei oggi contribuire al dibattito sottolineando le enormi prospettive di cooperazione che il settore eno-gastronomico (ed il connesso turismo) racchiude per i rapporti fra Italia le e repubbliche centrasiatiche. 

Il dinamico sviluppo del settore turistico negli anni pre-Covid ha messo in evidenza come, al di là dei siti conosciuti di grande attrazione, quali le antiche città della via della seta ed il patrimonio naturale, i paesi centrasiatici presentino una serie di nicchie turistiche legate all’artigianato etnico alle attrazioni naturali fino all’agro-gastronomia. Quest’ultima permetterebbe di sviluppare specifiche attività turistiche che andrebbero a migliorare le condizioni di vita delle campagne, ove è presente una vasta gamma di cibi, spezie, bevande, frutti e vegetali che attendono solamente di essere conosciuti e promossi per contribuire al marchio di questi paesi come destinazioni internazionali.

In questo senso, vi sono in particolare grandi prospettive legate allo sviluppo locale della viticoltura e della vinificazione. Sebbene al di fuori della percezione comune della regione, il vino è legato alle terre centrasiatiche fin dall'antichità. E’ vero che l'attuale vinificazione nazionale derivi da attività instaurate nella seconda metà del XIX secolo, tuttavia la pratica fiorì agli albori della civiltà locale, quando l'Asia centrale faceva parte del mondo culturale persiano.

L’Uzbekistan ha tutte le caratteristiche necessarie per creare cluster agro-gastronomici orientati ad attività specifiche legate al turismo del vino. Sergey Danilov, ideatore del marchio "Delicious Uzbekistan", afferma che l'Uzbekistan può aumentare la sua attrazione nazionale come destinazione di turismo gastronomico sulla base della propria produzione vinicola. In questo settore, il Presidente Mirziyoyev è intervenuto personalmente, sottolineando le grandi prospettive della viticoltura nazionale e stabilendo l'importazione di talee dall'Europa per migliorare e rinvigorire le colture nazionali.  

Se l'Uzbekistan rappresenta il maggior produttore di uve dell Asia  Centrale, anche il Kazakhstan sta sviluppando con costanza il settore. Si segnala l’azienda Arba Wine con i sui vigneti in Val d'Assa.  Questa azienda esemplifica il potenziale di cooperazione fra produttori locali ed expertise e know-how italiano. Consigliato da consulenti italiani, quale l’esperto di fama mondiale Mario Fregoni, Arba vigneto ha piantato una serie di uve provenienti dal Nord-Est italiano (tra cui Chardonnay, Gewurztraminer, Riesling, Merlot) ormai da anni già prospere dopo un lungo e duro lavoro. I risultati con innesti locali sono tali da produrre qualità di livello ben superiore a quello dei mercati locali.

I rapporti tra l’Italia e l’Uzbekistan nel settore vitivinicolo sono iniziati nel 2012 con la firma di un patto di amicizia e gemellaggio tra la Provincia di Firenze (ora Città Metropolitana) ed il Municipio di Samarcanda che ha permesso anche la partecipazione di nutrite delegazioni di produttori uzbekistani ad eventi e fiere del settore nel nostro paese. Ovunque attraverso la regione si segnala la presenza di nuovi macchinari di provenienza italiana. 

La viticoltura può migliorare la prospettiva e quindi il “carattere” dei paesaggi, creando strade del vino secondo modelli europei, applicati con successo in Georgia. Ciò aumenta l'attrattiva locale per i turisti. Con le sue estese terre coltivate a vite riecheggia le regioni vinicole dell'Europa centrale. Il distretto uzbeko di Parkent, ad un’ora di macchina dalla capitale, si presenta come un polo ideale di vino, turismo e gastronomia. In Kazakistan, vaste aree a vigneto rimasero vittime di una crociata comunista antialcolica condotta a metà degli anni '80. Oggi queste stesse aree stanno vivendo un rinnovamento che inizia a segnare il paesaggio dei Monti Tian Shan nel sud-est del Paese. Anche qui si possono vedere panorami che sembrano estratti dall'Europa centrale.

Non meno importante è come lo sviluppo del settore eno-gastronomico presenti opportunità per migliorare le condizioni di vita nelle aree rurali così da assistere gli obbiettivi più generali della cooperazione multilaterale per lo sviluppo. Il settore può infatti creare attrazione non stagionale e stimolare produzioni agricole locali attraverso specifici marchi gastronomici e culinari. Vi è un elevato potenziale di generazione di reddito dato che la viticoltura legata al turismo stimola produzioni parallele a base di uva (prodotti vitivinicoli come aceti, frutta secca e dolci), orticoltura e altre vendite di prodotti naturali.

Le opportunità di cooperazione fra repubbliche centrasiatiche ed Italia includono il miglioramento del settore alberghiero, la valorizzazione del grande patrimonio culturale e delle varietà antropologica e naturali locali. Fondamentale è sviluppare capacità formando le persone a presentare il cibo nella sua dimensione culturale, specialmente tra le popolazioni rurali, per la sostenibilità dell'intero processo. Vi è poi necessità di adeguata promozione per diventare base d’offerta turistica in collegamento con altri settori economici specifici. Nella promozione della cultura gastronomica centroasiatica, realtà all’avanguardia nel settore quali “Slow Food” potrebbero apportare contributi significativi. 

Va da sé che le imprese agricole italiane avrebbero un importante contributo da apportare a questi processi, sia in termini di miglioramento della qualità, che di organizzazione del lavoro, sul modello del sistema italiano di cooperative.

Nella prospettiva delle già significative cooperazioni accademiche instaurate fra Italia e paesi della regione sarebbe quindi importante creare contatti stabili fra gli atenei centrasiatici del settore turistico e agricolo e l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, eccellenza a livello mondiale in cooperazione con lo stesso “Slow Food”. Conseguentemente, il progetto "Arca del Gusto” sviluppato dall’università troverebbe grandi opportunità nel censire e documentare la biodiversità alimentare del ricco patrimonio alimentare locale
Inoltre, tale impegno potrebbe ricevere il sostegno dei donatori internazionali, secondo l’esperienza della Georgia, dove la viticoltura è parte integrante della strategia della BERD a sostegno dell'agricoltura tramite cluster agro-gastronomici atti a sviluppare capacità imprenditoriali presso le comunità rurali in un’ottica di riduzione della povertà. L’Ambasciata d’Italia in Georgia si è recentemente mossa secondo tali linee promuovendo un evento ("Safeguarding and promoting food heritage: From Italy to Georgia") mirato a stimolare una riflessione di ampio respiro relativa ai temi della sostenibilità e biodiversità alimentari proprio in cooperazione con l’Università di Scienze Gastronomiche. 

In definitiva, la cooperazione nel settore eno-grastonomico è importante anche perché permette di meglio apprezzare l’enorme eredità culturale ed antropologica che l’Asia centrale, ad avviso di quest’autore, sempre e comunque il motivo principale che dovrebbe motivare un europeo ad affacciarsi sulla regione. 


Fabrizio Vielmini

Westminster University (Tashkent, Uzbekistan), OACC, Vision & Global Trends.  




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