Le libere professioni e l'Asia Centrale, un'opportunità troppe volte ignorata. Intervista ad Enrico Molinari

Partendo dal significativo evento che Confassociazioni International ha organizzato con ICE lo scorso 22 marzo quali sono a Suo avviso le prospettive per aziende e professionisti italiani nei mercati del Caspio e dell'Asia Centrale?
Aprirsi a nuovi mercati è una delle sfide del nostro tempo, una scelta di cui tutti possiamo essere protagonisti. CONFASSOCIAZIONI International è partita da questa idea - insieme all’Agenzia per la Promozione all'Estero e l'Internazionalizzazione delle Imprese italiane, a Unioncamere, ai Ministeri competenti, alle Autorità regionali, alle imprese, al settore bancario e al mondo delle professioni – per realizzare il ciclo di convegni sugli Investimenti Esteri conclusisi a Milano il mese scorso.

Nelle varie tappe del roadshow abbiamo approfondito le opportunità derivanti dai processi di internazionalizzazione d’impresa e dalle politiche di attrazione degli investimenti esteri, cercando di sintetizzare, in modo concreto, i fattori critici di successo su cui investire insieme all'Italia e con l’Italia.

E questo vale naturalmente anche per le aree del Caspio e dell’Asia Centrale in cui le relazioni commerciali tra professionisti si fanno sempre più forti e supportate dalla capacità di creare insieme valore in segmenti di mercato competitivi, grazie ad una più concreta conoscenza della politica europea dedicata al partenariato orientale e alle grandi opportunità dell'economia digitale.

Oggi si parla molto di knowledge economy. Quali sono le chiavi di successo e quali le categorie professionali a Suo avviso più pronte per aggredire i mercati esteri?
Finalmente anche nel nostro sistema economico si inizia a ragionare in termini di economia della conoscenza e non sono molti i paesi, come l’Italia, capaci di mettere a sistema un patrimonio unico per capacità imprenditoriale e culturale, tradizione del “Made in Italy” e profonda capacità di innovazione. Basti solo pensare che da Nord a Sud le nuove startup tecnologiche sono oggi circa 7.000 e una su quattro è stata fondata da giovani che hanno avuto il coraggio di condividere idee e conoscenza, anche grazie ai finanziamenti europei e all’accesso di contributi a sportello messi a punto da molte Autorità Regionali e da banche attente allo sviluppo dei territori.

Detto questo, non ritengo esista un identikit di figure più competitive all’estero, anche se le professioni della sharing & circular economy e le quelle legate ai servizi alle imprese hanno maggiore sensibilità nel considerare l’economia della conoscenza come uno strumento indispensabile della nuova “cassetta degli attrezzi 4.0” per accelerare quella che in gergo si chiama fase di “execution”, cioè la fase più critica in cui il 90% degli imprenditori raggiunge il successo mettendo in pratica in modo straordinariamente rapido un’idea semplice, ma allo stesso tempo replicabile e scalabile su mercati internazionali.

Utilizzo un gioco di parole che spesso condivido con i miei studenti di economia e d’impresa: per essere promossi sui mercati internazionali è indispensabile avere come premessa una solida visione di lungo periodo della propria idea di business e la promessa di condividerla, per creare valore da reinvestire nuovamente nella propria impresa e nel contesto sociale ed economico in cui si compete.

La direttiva Bolkestein prevederà a breve la concretizzazione della liberalizzazione dei servizi professionali in Europa. Quali sono le modalità e le strategie per poter organizzare un efficiente network europeo?
Uno dei principi su cui tutti concordano per il futuro delle professioni è la salvaguardia del capitale umano, con la garanzia di una libera prestazione dei servizi e del diritto di mobilità delle imprese in Europa, una delle libertà economiche fondamentali nel lungo processo di costituzione del mercato comunitario.

Come scegliamo il nostro medico o il nostro commercialista? Come valutiamo la loro integrità, l’etica, l’aggiornamento professionale oppure l’adeguata conoscenza delle materie oggetto della loro consulenza? Certamente, al suggerimento della nostra rete di relazioni e amicizie, possiamo integrare la verifica delle abilitazioni professionali. Ma come possiamo scegliere nel miglior modo possibile il direttore della comunicazione della nostra azienda, il nostro private banker oppure il manager responsabile dell’area sviluppo networking e alleanze cui affidare un budget di 20 mln/EUR? Sicuramente grazie alla sua reputazione, ma a livello europeo è indispensabile oggi certificare in modo chiaro e indipendente i vari livelli di conoscenza, così da avere accesso a informazioni trasparenti con cui scegliere.

Settori come il turismo, il lusso e la filiera dell’enogastrofood, sono pronti per accelerare il Sistema-Paese verso un futuro in cui una migliore politica degli investimenti e una maggiore creatività del mercato interno dovranno integrarsi sempre di più.

La sfida del futuro consiste nel cambiare il nostro mindset e ragionare “in rete”, traendo vantaggio dalle interazioni tra le competenze di manager dotati di trasversale esperienza in settori pubblici e privati e dalla capacità di trarre vantaggio da tutte le dinamiche competitive sui mercati internazionali.

In ultimo Confassociazioni International ha dei progetti specifici per il supporto e per la penetrazione dei servizi professionali nel Caucaso, nel Caspio e nell'Asia Centrale a supporto dei professionisti italici?
CONFASSOCIAZIONI rappresenta le professioni nel sistema costituzionale, legislativo, economico e sociale italiano e nei corrispondenti ambiti europei ed internazionali, confermandosi oggi come la più importante confederazione di associazioni professionali dei servizi all’impresa e delle professioni innovative appartenenti al mondo bancario e finanziario, al management, al real estate, al digitale e a molti altri.

Proprio grazie alla condivisione dell’esperienza e delle buone pratiche delle 275 Associazioni, dei 465.000 professionisti e delle 122.000 imprese appartenenti alla rete, siamo in grado di supportare il desiderio di crescita dei nostri membri anche in mercati apparentemente lontani e complessi come il Caucaso e l’Asia Centrale. È anche questa un’operazione di economia associativa, nonché di semplificazione e di condivisione delle alleanze della conoscenza necessarie a trasformare le idee in un futuro per tutti.

Oggi esistono sempre più opportunità dedicate allo sviluppo sui mercati esteri e in grado di mettere in contatto professionisti, imprese, Pubblica Amministrazione e Università a livello globale. In questo ambito, CONFASSOCIAZIONI dà voce alle realtà che desiderano iniziare percorsi di internazionalizzazione sempre più personalizzati in base ai propri obiettivi professionali, finanziari e sociali.

Cerchiamo di connettere risorse, condividere relazioni e rappresentare un motore aggregativo di nuova generazione per mettere in evidenza l’eccellenza italiana nel mondo.

CONFASSOCIAZIONI come #retedellereti rappresenta un’automobile in share economy che ci consente di viaggiare verso un futuro di valore per tutti.





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Provvedimento n.229 dell'8 maggio 2014 - pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 126 del 3 giugno 2014.

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http://www.eu/ita/archivio/Le-libere-professioni-e-l-Asia-Centrale--un-opportunita-troppe-volte-ignorata--Intervista-ad-Enrico-Molinari-369-ITA.asp 2017-04-26 daily 0.5