Lotta al contrabbando di carburante: una priorità per il Kyrgyzstan

BISHKEK (TCA) – L'Anti-Corruption Service (ACS) del Comitato Statale per la Sicurezza Nazionale del Kyrgyzstan ha recentemente imposto il divieto di importare benzina dal Kazakhstan.

In un'area di stoccaggio privata, l'ACS ha sottoposto a fermo tre vagoni-cisterne (180 tonnellate) contenenti benzina arrivata dalla stazione ferroviaria di Bishkek come il condensato di gas. Molto di questo combustibile è stato ritrovato in alcune stazioni di servizio nella regione di Chui, nel nord del paese.

Inoltre, nell'area di stoccaggio, gli agenti dell'ACS hanno anche messo i sigilli a quattro auto-cisterne con falsi documenti per il trasporto.

Attualmente, il Comitato per la Sicurezza Nazionale sta verificando il possibile coinvolgimento di funzionari del fisco o di altre agenzie governative nell'organizzazione del traffico illecito.

I prodotti contrabbandati si stanno propagando in tutto il paese, ha detto il parlamentare Kyrgyzo Ekmat Baibakpayev, proponendo un dibattito su questo grave problema prima della fine della sessione parlamentare.
Lo Stato Kyrgyzo sta perdendo miliardi di som nonché fornitori bona fide di combustibile, ha aggiunto il parlamentare Kojobek Ryspaev.

Alcuni parlamentari hanno proposto al governo di firmare un accordo col Kazakhstan, di introdurre sistemi automatizzati nei distributori del paese, di apporre un'etichettatura ufficiale sui prodotti petroliferi e di far sì che l'adozione dei regolamenti tecnici dell'EEU (Unione Economica Eurasiatica) entri in vigore in Kyrgyzstan il 12 agosto 2019.

Secondo alcuni esperti, nel 2018 la percentuale del “combustibile ombra” era pari al 25% del totale. Ogni quattro litri di benzina, uno viene venduto illegalmente in Kyrgyzstan aggirando così il pagamento delle imposte erariali. L'importazione illecita e la vendita in nero dei prodotti petroliferi permettono ad un commerciante spregiudicato di pagare solo 3,2 som al litro allo Stato, mentre i consumatori pagano fino a 7 som al litro (0,09 euro).

Secondo l'Associazione delle imprese di Petrolio del Kyrgyzstan, le perdite per il budget statale relative a due soli tipi di imposte (accisa e IVA) ammontano a circa 3 miliardi di som (38.424.000 euro circa).
Per ridurre il contrabbando, l'Associazione dei Commercianti di Petrolio ha esortato il governo a velocizzare la firma dell'accordo col Kazakhstan per la fornitura di combustibile. Infatti ad oggi la Russia è il solo fornitore del Kyrgyzstan, dal momento che nel dicembre 2018 i due paesi hanno firmato un accordo per il rifornimento di combustibile senza dazi per il 2019. 

Il volume della fornitura è rimasto lo stesso dell'anno scorso – circa 1 milione di tonnellate, di cui 460.000 di benzina, 485.000 di diesel, 100.000 di combustibile per aerei e 50.000 di petrolio. Ad ogni modo, i termini dell’accordo consentono che i volumi possano mutare nel futuro. 

Il Kyrgyzstan importa ogni mese una media di 70-100 migliaia di tonnellate di carburante. Il fabbisogno nazionale di prodotti petroliferi è coperto al 90% dai fornitori russi e kazaki mentre il rimanente 10% è prodotto nella raffineria Junda della provincia di Chui e in quella di Jalal-Abad, nel sud del paese. Secondo l'Associazione dei Commercianti di Petrolio, il risparmio in termini di dazi nel 2018 ammonta a $40.1 milioni mentre per i primi quattro mesi di quest'anno esso è pari a $11.9 milioni. L'associazione ritiene opportuno e vantaggioso per il Kyrgyzstan organizzare il rifornimento di combustibile dal vicino Kazakhstan. 

In precedenza, il Kazakhstan aveva vietato l'esportazione di prodotti petroliferi per via della carenza di combustibile all'interno del proprio mercato. L'anno scorso le tre grosse raffinerie del paese sono state modernizzate e ora in Kazakhstan c'è un costante surplus nella produzione di benzina. Esiste dunque la necessità di esportare e il Kyrgyzstan può sfruttare questa situazione a proprio vantaggio.

Le forniture di combustibile dal Kazakhstan aiuterebbero ad abbassare i prezzi della vendita al dettaglio in Kyrgyzstan. La competizione tra produttori russi e kazaki, poi, comporterebbero nel lungo periodo un prezzo d'acquisto più basso per i commercianti di petrolio Kyrgyzi. Tuttavia, i negoziati tra i governi di Kazakhstan e Kyrgyzstan per il rifornimento di prodotti petroliferi esenti da dazi doganali da circa un anno non sono riusciti ad avanzare.

“Il nostro mercato, che è parte dell'Unione Economica Eurasiatica, è stato uno dei primi obbiettivi per i piani d'esportazione della benzina kazaka. Però durante le lunghe trattative col nostro governo, la controparte kazaka ha concluso accordi per esportare prodotti petroiferi al di fuori dell'EEU – cioè in Uzbekistan, Tagikistan, Afghanistan e altri paesi. Esiste il rischio che il Kyrgyzstan possa rimanere senza la benzina del Kazakhstan, che potrebbe essere esportata verso altri mercati” ha detto l'Associazione dei Commercianti di Petrolio.
Il Kazakhstan è pronto a fornire petrolio alla Bielorussia (attraverso la Russia) nel momento in cui riesca a risolvere la questa questione con Mosca, ha detto a BelTA l'ambasciatore kazako a Minsk Yermukhamet Yertysbayev il 23 maggio. “Siamo pronti, e non c'è nessun tipo di problema. Di petrolio e prodotti petroliferi ne abbiamo in abbondanza”, ha aggiunto. 

“Sarebbe svantaggioso per i Russi dato che anche loro sono ricchi di petrolio. Ma noi vorremmo che dell'Unione Economica Eurasiatica potessero beneficiare tutti i suoi membri, ed è molto importante sostenersi l'un l'altro”, ha concluso l'ambasciatore. 

Per risolvere il problema, l'Associazione dei Commercianti di Petrolio del Kyrgyzstan ha proposto di completare i negoziati inter-governativi e firmare l'accordo per le consegne di prodotti petroliferi kazaki esenti da dazi. E' necessario rimuovere le irrazionali e limitanti condizioni negoziali, come per esempio a proposito della possibilità di riesportare i prodotti petroliferi derivati dal petrolio kazako.

E' oltremodo cruciale che il sistema di riscossione delle accise venga trasformato attraverso l'introduzione di un sistema automatizzato per la contabilità ed il controllo dei prodotti in tutti i distributori del paese. 
Inoltre l'associazione ha consigliato di introdurre un'etichettatura per tutti i prodotti petroliferi importati e raffinati, al fine di proteggere i consumatori dalla contraffazione. 

Tali proposte sono maturate sulla base delle esperienze a livello internazionale e seguono i metodi più comuni ed efficienti per combattere il traffico illecito nel mercato del combustibile, ha concluso l'Associazione dei Commercianti di Petrolio.

Secondo il ministero dell'economia del Kyrgyzstan ci sono 925 distributori nel paese, i quali operano registratori di cassa con la funzione di trasmettere dati in tempo reale e 310 di questi sono proprietà dei sei maggiori rifornitori. Ulteriori 270 distributori sono pronti a passare al sistema automatico. Se ciò dovesse accadere, le autorità del fisco statale potrebbero aumentare il proprio controllo sui rimanenti 655 distributori del paese.

Sulla base di questi calcoli, il ministero dell'economia ha redatto una risoluzione governativa “sulla contabilità e sul controllo del petrolio e dei prodotti petroliferi nella Repubblica del Kyrgyzstan”, con l'obbiettivo di ridurre il contrabbando del combustibile.

(Tratto da www.timesca.com)





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Provvedimento n.229 dell'8 maggio 2014 - pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 126 del 3 giugno 2014.

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