Made in Italy: nuove risorse per le imprese (di Vincenzo Iacovazzi)

La legge di Bilancio 2017 rifinanzia le azioni destinate a potenziare l’internazionalizzazione delle imprese italiane come previsto dal piano per la promozione straordinaria del Made in Italy. L’importanza strategica delle attività annesse al piano sono fondamentali da un lato per incrementare la conoscenza e quindi le possibilità di penetrazione sui mercati internazionali dei beni e servizi delle PMI italiane e, dall'altro, per combattere la
confusione ingenerata nei consumatori internazionali da prodotti proposti falsamente come italiani mediante la tecnica dell’Italian sounding. Il piano si articola in 10 azioni: quali?
In relazione alle azioni previste dal Piano per la promozione straordinaria del Ma de in Italy e l’attrazione degli investimenti in Italia, varato dal decreto Sblocca Italia (art. 30 del D.L. n.
133/2014), la legge di Bilancio 2017 ha disposto l’incremento di 1 milione di euro dell’importo previsto dalla legge di Stabilità 2015 (L. 190/2014), per il potenziamento delle azioni di promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, come gestito dal Ministero dello Sviluppo Economico.
Andando per ordine, rammentiamo che il “Decreto sblocca Italia”, al suo Capo VII – Misure Urgenti per le imprese – contiene l’art. 30, che, al comma II, si occupa diffusamente delle misure di promozione del Made in Italy e delle misure per l’attrazione degli investimenti nel nostro Pese.
Piano per la promozione straordinaria del Made in Italy
Tali misure, note come “Piano per la promozione straordinaria del Made in Italy e l’attrazione degli investimenti in italia”, si articolano in 10 differenti azioni (5 da realizzarsi in Italia e 5 all'estero), miranti ad aumentare la presenza delle imprese italiane sui mercati internazionali ed espandere la quota italiana nell'ambito del commercio internazionale, valorizzare l’immagine del Made in Italy, tutelarlo, anche combattendo l’annoso fenomeno dell’“Italian sounding ”, ed a sostenere i soggetti che intendano investire in Italia.
Per il perseguimento di questo impegnativo ed ambizioso obiettivo erano stati stanziati in totale 220 milioni di Euro, con la L. 190/2014, per il triennio 2015 – 2017.
Per quanto concerne l’azione che ci occupa, ricompresa tra quelle previste dall'art. 30, comma II, lett. f) del decreto “Sblocca Italia” (“realizzazione di campagne di promozione strategica nei mercati più rilevanti e di contrasto al fenomeno dell’Italian sounding”), nello specifico, il sostegno all'internazionalizzazione delle imprese e la promozione del “Made in Italy” veniva finanziato dall'art. 1, comma 202, della citata L. 190/2014, assegnando al Ministero dello Sviluppo Economico una quota di 1 milione di e uro per ciascuno degli anni 2015, 2016 e 2017.
Era quindi evidente l’importanza strategica annessa a queste attività, ritenute fondamentali, da un lato per incrementare la conoscenza e quindi le possibilità di penetrazione sui mercati internazionali dei beni e servizi delle PMI italiane e, dall'altro, per cercare di combattere la diffusa piaga della confusione ingenerata nei consumatori internazionali da prodotti che mirano a proporsi falsamente come italiani, avvalendosi della tecnica dell’“Italian sounding” o, peggio ancora la disdicevole pratica della concreta offerta, proveniente da operatori esteri, di prodotti agroalimentari contraffatti, presentati falsamente come italiani.
Italian sounding
L’incidenza del fenomeno dell’Italian sounding, in particolare, generava e genera tuttora legittime preoccupazioni, perché riduce considerevolmente l’incidenza delle esportazioni sul fatturato delle società produttrici italiane, generando, per chi se ne avvale a discapito delle nostre aziende, un volume di affari di 54 miliardi di Euro, solo in alcuni dei mercati più significativi per i nostri prodotti .
L’incremento di 1 milione di euro del budget a disposizione del Ministero dello sviluppo Economico per questo tipo di attività testimonia la volontà del governo che ha voluto questo provvedimento di perseguire questi obiettivi.
Relazione annuale
Si segnala, da ultimo, che viene previsto nella disposizione esaminata che il Ministero dello Sviluppo Economico debba presentare alle Camere una relazione annuale nella quale renderà conto in modo analitico dell’utilizzazione di tali somme.
Questa ultima prescrizione è significativa, in quanto sancisce espressamente l’obbligo di rendere conto delle somme spese, non limitandosi alla prescrizione della presentazione di una generica relazione, ma precisando che in essa si dovrà esporre analiticamente come dette somme siano state spese.
(Tratto da IPSOA Quotidiano - Mercati internazionali)