Nasce l'OACC: la mission presentata da Stefano Ravagnan (già Ambasciatore Italiano ad Astana, oggi Nursultan)

Una nuova iniziativa nel campo delle analisi geopolitiche ed economiche afferenti l'Asia Centrale ed il Caspio sta per partire nel nostro Paese: a Venezia il prossimo 8 aprile l'Osservatorio Asia Centrale e Caspio inaugura la propria attività con un convegno internazionale dal titolo: "Monitoring Central Asia and the Caspian Area. Development policies, regional trends, and Italian interests".
L'Osservatorio nasce dall'impegno di Stefano Ravagnan, Aldo Ferrari, Carlo Frappi, Fabio Indeo, Roberto De Girolamo ed Eugenio Novario.
Qui di seguito l'intervista a Stefano Ravagnan, già Ambasciatore italiano in Kazakhstan, il quale illustra finalità ed obiettivi dell'iniziativa.
Per quali ragioni avete deciso di promuovere la costituzione di un Osservatorio dedicato ad Asia Centrale e Caspio nel contesto dell’Associazione ASIAC?
Nell’ultimo biennio vi sono stati in Asia Centrale alcuni sviluppi che hanno la capacità di imprimere nuove ed interessanti dinamiche all'intera Regione: innanzi tutto il cambio al vertice in Uzbekistan, con un nuovo Presidente che ha radicalmente mutato l’approccio di Tashkent nei confronti dei Paesi vicini, aprendo la strada ad un nuovo regionalismo di grandi potenzialità; in secondo luogo il ruolo assegnato all’Asia Centrale dal progetto di matrice cinese OBOR per la componente terrestre, un’opportunità per i Paesi dell’area ma anche una sfida che potrebbe essere meglio affrontare in maniera coordinata; infine, l’accordo sullo statuto legale del Mar Caspio, che rimuove un pesante ostacolo all'utilizzo di quel mare per i grandi flussi di trasporto ed energetici. Rilevanti sono anche i mutamenti sul piano interno, con l’esaurirsi delle leadership post-sovietiche ed il delinearsi della nuova generazione di governanti.
La narrativa a lungo diffusa in Italia vedeva l’Asia Centrale come una sorta di enorme propaggine della Russia, piuttosto immobile sul piano interno e marginale rispetto alle grandi direttrici. Se è indubbio che senza considerare il fattore russo non si può analizzare la Regione, quel fattore non è più sufficiente per comprenderne le dinamiche, alla luce del nuovo regionalismo che sta muovendo i primi passi, della prepotente ascesa cinese, dei nuovi e vecchi attori che cercano di ritagliarsi spazi di manovra.
Per questo alcuni esperti dell’area hanno convenuto sull'interesse a rilanciare nell'Associazione ASIAC un focus specifico sulla Regione, un impegno cui il sottoscritto, grazie all'esperienza acquisita in Russia prima e Kazakhstan poi, può fornire un proprio contributo a titolo individuale. Si e’ quindi costituito un piccolo gruppo di persone disponibile a dedicare parte del proprio tempo, a titolo gratuito, per avviare ed alimentare il progetto. In secondo luogo abbiamo ravvisato la necessità di offrire un punto di riferimento per i tanti esperti italiani dell’area attualmente impegnati in Università all'estero, specie in Germania e Gran Bretagna, cui viene offerta la possibilità di intervenire ai convegni o di pubblicare propri saggi sulla rivista “Quaderni Euroasiatici” di Ca’ Foscari.
Quale tipo di approccio intendete dare all'Osservatorio e quali obiettivi vi siete posti?
Desidero in primo luogo ringraziare gli sponsor che ci consentono di avviare il progetto, Bonatti spa e Kios, Società entrambe da anni attive con grande successo in Kazakhstan, estendendo il ringraziamento all'Università Ca’ Foscari per il supporto che ci ha offerto sul piano organizzativo.
Oltre all'ambizione di porsi come riferimento per gli esperti italiani di Asia Centrale, ovunque risiedano, l’Osservatorio intende monitorare in maniera costante le dinamiche in corso e quelle potenziali per verificare quali opportunità si aprano per le nostre imprese anche nel medio-lungo termine. La presenza economica italiana è tradizionalmente forte in Kazakhstan, ma ancora con grandi margini di incremento, ed oggi occorre guardare all’Uzbekistan. Nel concreto la nuova dinamica regionale potrà avere immediati impatti positivi, a partire dalle infrastrutture e dalla logistica (collegamenti aerei intra-regionali, semplificazione nell'attraversamento delle frontiere, abbassamento di tariffe doganali), ma potrebbe anche meglio spingere a quella diversificazione economica di cui da tempo si discute ma che ancora è lontana dall'essere conseguita. E diversificazione significa possibilità di business e investimenti per le nostre imprese al di fuori dei settori consolidati.
Chi sono gli oratori che avete invitato a partecipare?
Desidero innanzi tutto segnalare che puntiamo ad avere nei nostri incontri quante più possibili voci provenienti dalla Regione, analisti indipendenti di consolidata reputazione. Ad esempio l’8 aprile avremo il Dott. Farkhod Tolipov da Tashkent e il Dott. Emil Dzhuraev, vicedirettore dell'OCSE Academy con sede a Bishkek. Interverrà anche l’Ambasciatore Sven Carlsson, Capo della Delegazione UE ad Astana, una presenza è di particolare interesse considerato che a breve verrà finalizzata la nuova Strategia UE per l’Asia Centrale. Sarà di sicuro interessante anche l’intervento del responsabile per l’Asia Centrale all'OCSE, William Thompson, considerato il know-how dell’organizzazione sui temi macroeconomici centro-asiatici e l’aspirazione del Kazakhstan di divenirne membro. Quindi le “testimonianze” degli sponsor, gli interventi del gruppo dei promotori e quelli di autorevoli esperti, come i dott. Sorbello, Trevisani ed altri ricercatori italiani afferenti ad Asiac che nel corso degli anni hanno sviluppato studi ed analisi sulla regione del Caspio e dell'Asia Centrale.
Infine, data la rilevanza del tema delle connessioni euro-asiatiche promosse dalla Cina, interverranno un rappresentante dell’Autorità portuale del Nord Adriatico ed il Vice Presidente dell’associazione “Easternational”, molto attiva sul tema.
Qual è il programma di lavoro che l’Osservatorio si propone di portare avanti dopo la riunione inaugurale dell’8 aprile?
In linea di principio due incontri all'anno, il secondo è previsto a Milano per l’11 novembre. Per dare continuità all'esercizio, alimentarlo e mantenere i contatti abbiamo inoltre aperto il sito www.oacc.ieaexport.eu, che ha l’ambizione di raccogliere in maniera capillare e rilanciare quanto sull'Asia Centrale scrivano stampa ed esperti, ma anche di segnalare opportunità di studio (borse di studio, doppi diplomi, etc.) o lavoro nell'area.
I ricercatori sono stati inoltre invitati ad inviare un proprio saggio per la pubblicazione “Quaderni Euroasiatici” della Ca’ Foscari.
Il gruppo dei promotori è naturalmente aperto all'apporto di chiunque voglia dare una mano per portare avanti il progetto, arricchirne i contenuti ed assicurarne la durata nel tempo.