Perché il mancato accordo di Doha è attualmente una buona notizia per il prezzo del petrolio (di Holly Ellyatt)

Il prezzo del petrolio e le borse mondiali hanno reagito negativamente dopo che i maggiori paesi produttori non hanno trovato un accordo su come e in che misura sterilizzare la produzione di barili di petrolio.

Molti analisti però segnalano che il mancato accordo è la miglior notizia per una ripresa dei prezzi.

Infatti il mercato petrolifero è rimasto negativamente colpito che la riunione in Qatar tra i 16 paesi OPEC e i produttori non OPEC ha fallito nel produrre qualsivoglia accordo teso a limitare l'estrazione.

Questo perché si sperava che un congelamento dell'offerta avrebbe potuto supportare il prezzo del barile che è drammaticamente sceso già da metà 2014 a causa di un accesso di offerta e di una domanda rimasta debole.

Nonostante il fallimento dei negoziati molti analisti hanno affermato che la mancanza di un accordo a Doha nel lungo termine sarà un elemento positivo in quanto esso è propedeutico ad un riequilibrio della domanda e dell'offerta che potrà essere trovato senza interventi esogeni. 

"E' da ritenersi che nessuna decisione in Doha sia una decisione razionale" così Michele Della Vigna in un intervista alla CNBC lunedì 18 aprile u.s., "Ci sono voluti 18 mesi per un primo riequilibrio del mercato a seguito di un calo della produzione in molti paesi non OPEC e la domanda sta mostrando i primi segnali di ripresa, il che, a mio parere, significa che stiamo arrivando ad un nuovo equilibrio, allora, perché ritardarlo con misure autolesioniste che potrebbero far salire artificialmente il prezzo ad oltre 40 dollari al barile troppo velocemente e che potrebbe incentivare i produttori ad aumentare la loro produzione?"

I colloqui di Doha sono falliti dopo che l'Arabia Saudita, il leader di fatto dei 13 produttori OPEC, ha detto che non avrebbe congelato la propria produzione fino a che anche l'Iran non avesse fatto altrettanto, ma Teheran, che comunque non ha partecipato ai negoziati, aveva sempre ogni limitazione della produzione di petrolio sino a che non avesse recuperato la quota di mercato persa durante il lungo periodo delle sanzioni.
A causa delle differenze di visione tra i Paesi OPEC e non OPEC molti esperti non erano ottimisti sull'esito della riunione ad esempio il Ministro delle Finanze russo aveva dichiarato alla CNBC che il suo paese non si aspettava nessun mutamento di prezzo dopo i colloqui.

Anche se la maggior parte degli osservatori avevano avvertito che la rivalità politica tra le due potenze del Medio Oriente avrebbero potuto far naufragare ogni possibilità di compromesso, le prime reazioni delle borse e del prezzo del petrolio sono state particolarmente negative con una perdita di oltre il 5%
Il crollo del prezzo del petrolio sta continuando a creare grandi problemi ai produttori di shale oil negli USA dove sia il numero dei barili che delle trivelle è drammaticamente sceso negli ultimi 18 mesi.

Mentre il prezzo del barile continuava a punire i produttori non OPEC come gli Stati Uniti il lento calo dell'offerta in qualche modo riequilibrava il mercato in generale.
Sempre Della Vigna nella citata intervista a CNBC ha dichiarato che questa continua pressione sui produttori al fine di tagliare la produzione era un bene per il mercato. "Non ci potrà essere nessuna ristrutturazione del mercato senza stimoli sui produttori e gli stimoli passano attraverso un prezzo più basso del barile ed una maggior difficoltà di accesso al credito."
Goldman Sachs ha comunicato che la previsione per il quarto trimestre 2016 è di 45 $ al barile per il WTI mentre la media del 2017 sarà intorno ai 58 $.
Ritiene invece che nel secondo trimestre 2016 i prezzi si indeboliranno con una media di 35 $ al barile.

Della Vigna ritiene che ci vorranno almeno tra i 6 e i 9 mesi prima di un riequilibrio del mercato.
Miswin Mahesh, analista a Barclays, concorda su una graduale ripresa del mercato non appena i paesi non OPEC ridurranno la produzione e comunque il prezzo non potrà salire di molto in quanto i produttori non possono buttare in discarica i loro barili. Lo stesso ha dichiarato "E' una ripresa lenta a causa di una mancata riduzione della produzione dei Paesi non OPEC. Se i prezzi si mantengono intorno ai 40 $ al barile avremo bisogno di più tempo per un riequilibrio del mercato. In ogni caso questa lentezza potrebbe essere un fattore di stimolo nella seconda metà del 2016."

(Tratto da http://www.cnbc.com/2016/04/18/why-doha-no-deal-is-actually-great-for-oil-prices.html)




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Provvedimento n.229 dell'8 maggio 2014 - pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 126 del 3 giugno 2014.

Consulta il testo del provvedimento
http://www.eu/ita/archivio/Perche-il-mancato-accordo-di-Doha-e-attualmente-una-buona-notizia-per-il-prezzo-del-petrolio-di-Holly-Ellyatt-231-ITA.asp 2016-04-27 daily 0.5