Potenzialità e rischi degli investimenti in Tagikistan (di Andrei Knyazev)

Parlando dell'attrattività del Tagikistan in termini di investimenti è importante distinguere nettamente due aspetti: l'attrattività di alcuni settori e la situazione degli investimenti così come determinata dalla situazione politico-economica nel paese e dal grado dei probabili rischi. 
Quanto al primo aspetto, possiamo affermare che il Tagikistan ha una serie di settori che offrono buone prospettive: innanzitutto, l’energia idrica, la lavorazione dell’alluminio e del cotone, l’agricoltura, le telecomunicazioni. Konstantin Bondarenko, il Presidente della società per azioni “Tsentrsvobodnogorynka Tajikistana” (Il Centro del Mercato Libero del Tagikistan), in un'intervista per Eurasian Business Dispatch ha spiegato i motivi dell'attrattività degli investimenti nei summenzionati settori: il clima, nel caso dell’agricoltura, assicura più raccolte annuali ed una buona qualità dei prodotti; l’accessibilità, nel caso della lavorazione del cotone,ad una materia prima relativamente economica e di qualità, ecc.
Se esaminiamo lo sviluppo industriale del Tagikistan, notiamo che dal momento della dissoluzione dell'Unione Sovietica e dell’acquisizione dell’indipendenza il paese ha subito un processo di deindustrializzazione. Non solo durante gli anni 90, quando il paese fu funestato da una guerra civile, ma anche nel periodo degli anni 2000, la produzione industriale è costantemente diminuita. Per illustrare questo fatto citiamo i dati del Comitato statale di statistica del Tagikistan: dal 2000 ad oggi,la quota PIL dell’industria è calata notevolmente, da oltre il 30% a poco più del 10%, mentre la quota PIL del commercio e dei servizi è in costante crescita.
“Le cause del cambiamento della struttura generale dell’economia sono tante, e non tutte sono dovute. Per esempio, una delle cause che ha il maggior impatto sull'economia è il significativo volume delle rimesse da parte dei lavoratori emigrati, che, secondo stime, è pari a più del 40% del PIL (secondo alcune fonti, persino più del 50% del PIL) ed influisce notevolmente sulla domanda dei beni di consumo e, di conseguenza, stimola lo sviluppo dei settori del commercio e dei servizi. Però, un sistema economico ancora non sviluppato e la insufficiente competenza finanziaria della popolazione ostacolano la trasformazione delle considerevoli risorse dei cittadini emigrati in investimenti interni” - ha detto alla EBD Konstantin Bondarenko.
Per quanto riguarda il secondo aspetto, la situazione è molto più complicata. “Il clima degli affari nel paese, purtroppo, potrebbe essere considerato poco attraente con tanti fattori che hanno un impatto negativo sul business e portano un rischio potenziale di non-ritorno degli investimenti. Il confronto tra il Tagikistan e gli altri due paesi dell’area, il Kazakhstan e il Kyrgyzstan, non è positivo. Le aliquote delle imposte, un sistema fiscale farraginoso, un'eccessiva regolamentazione e le barriere amministrative, l’accesso alle risorse finanziare e, cosa importante, la tutela dei diritti di proprietà - in tutti questi aspetti il Tagikistan è rimasto indietro agli altri paesi dell’area” - ha riferito Konstantin Bondarenko.
Tale circostanza viene parzialmente confermata da una serie di classifiche internazionali, come Doing Business, Economic Freedom Index ed altre, dove il Tagikistan di solito occupa i posti nell’ultimo quarto della lista.
Oltre ai summenzionati fattori, il Tagikistan ha delle possibilità e nel contempo delle limitazioni legate alla sua posizione geografica. Non avendo sbocco al mare, il paese si trova in una specie di vicolo cieco per le comunicazioni terrestri. Sul suo territorio non esistono ferrovie di transito, e l’unica linea esistente, che collega il Tagikistan con l’Uzbekistan, diventa a volte un canale poco affidabile a causa dei periodici conflitti tra i due paesi. 
“Utilizzando principalmente aiuti esterni sotto forma di finanziamenti e sovvenzioni, negli ultimi anni il Tagikistan è riuscito a migliorare notevolmente le infrastrutture: la costruzione di alcune strade principali, ponti e gallerie, ha reso possibile il trasporto delle merci in tutto il paese ed ha favorito l’abbassamento dei costi. Tuttavia, le reali prospettive per il commercio si apriranno solo se il paese riuscirà a costruire delle efficienti vie di comunicazione terrestri con gli altri paesi dell’area” - ha concluso Konstantin Bondarenko.
Un altro importante problema dell’economia tagica rimane il funzionamento delle aziende più importanti del paese, come il gruppo d’imprese del settore dell’alluminio "ТАЛКО" (“TALKO”), l’holding statale del settore dell’energia "БаркиТочик" (“BarkiTocik”) ed altri.
“E' difficile affermare che i risultati delle loro attività siano positivi e la gestione sia trasparente. L’arretrato sulle tasse e sui pagamenti dei servizi, varie operazioni pseudo fiscali - sono i tipici elementi del mal funzionamento del settore pubblico. La soluzione migliore in questo caso può essere solo la loro completa riorganizzazione e la successiva privatizzazione sotto il controllo di organizzazioni internazionali” - ritiene Bondarenko.
Riportiamo i numeri riguardo al gruppo TALKO: nel 2014 la produzione è calata del 50% - il settore metallurgico tagico ha prodotto solo 121.200 tonnellate di materie prime. A confronto, nel 2013 sono state prodotte 218.477 tonnellate, nel 2012 più di 275.000 tonnellate, negli anni 2006-2007 il gruppo aveva prodotto fino a 400.000 tonnellate di alluminio. 
“Il calo della produzione è dovuto all'abbassamento dei prezzi dell’alluminio. Nel 2014 il prezzo medio per tonnellata era pari a $1870.  Recentemente, il rappresentante del gruppo ha affermato che l’obiettivo principale dell’azienda era la conservazione del potenziale produttivo e per questa ragione non ci sono stati licenziamenti; tuttavia, una parte dei lavoratori sono rimasti in cassa integrazione da 6 mesi ad un anno” - ha riferito alla EBD il politologo tagico Nurali Davlatov.
E' interessante notare che un mese fa il Ministro dello Sviluppo Economico e del Commercio del Tagikistan, Sharif Rakhimzoda, ha comunicato che quest’anno TALKO sta pianificando di produrre 197.000 tonnellate e, in particolare, il gruppo sta lavorando all'ottimizzazione dell'utilizzo delle materie prime locali.
“Attualmente è prevista l’attuazione di tre progetti per la costruzione di stabilimenti per la produzione di criolite, acido solforico e fluoruro di alluminio, il che creerà le condizioni per il passaggio del gruppo TALKO alla lavorazione delle materie prime del territorio”, ha aggiunto l’analista politico Nurali Davlatov.
Con riferimento ai dati statistici sul Tagikistan, si può rilevare con facilità chi siano gli investitori principali nella repubblica. Secondo i dati ufficiali, nei nove mesi del 2014 il Tagikistan ha sottoscritto nuovi accordi d’investimento, finanziamento, per un totale pari a 162,8 milioni di dollari. Circa il 55,1% (90 milioni di dollari) della somma è costituito da sovvenzioni a fondo perduto.
La Cina è il maggiore investitore nell'economia tagika. Nei primi sei mesi del 2014 la sua partecipazione ammontava al 44,4 % (ovvero 75,1 milioni di dollari) del totale degli investimenti diretti. Secondo i dati dell’Agenzia di Statistica presso il Presidente del Tagikistan, la Russia occupa il secondo posto nel volume degli investimenti diretti con il 13,8% del totale degli investimenti (ovvero 23,3 milioni di dollari). Seguono gli investimenti da parte della Gran Bretagna che rappresentano il 6,4 % del volume totale (10,8 milioni di dollari), gli USA con il 5,3 % (8,9 milioni di dollari) ed alcuni altri paesi. Nel suo insieme, nei primi sei mesi del 2014, la somma degli investimenti diretti nel Tagikistan è stata pari a 170 milioni di dollari, il che rappresenta l’86,4% (78,4 milioni di dollari) in più rispetto al medesimo periodo dell’anno 2013.
Nei mesi da gennaio a giugno 2014 in Tagikistan sono state registrate, ed erano operative, 285 aziende con la partecipazione di investitori stranieri. 
Gli investimenti stranieri diretti sono rivolti ai seguenti settori dell’economia: estrazione di minerali (il 38.4%), telecomunicazioni (il 20%), lavori di prospezione geologica (il 16.9%), edilizia (il 5.4%). Nei prossimi anni il paese pianifica di attirare circa sei miliardi di dollari dalla Cina. Un po’ più di tre miliardi saranno destinati alla costruzione del gasdotto, il tratto tagico del gasdotto Asia Centrale-Cina. Con gli altri 2,8 miliardi saranno costruiti sei stabilimenti per la produzione del cemento, tre fabbriche tessili e tre stabilimenti di metallurgia. Nell'ultimo decennio gli investimenti cinesi nel Tagikistan sono stati superiori a 500 milioni di dollari e pertanto Pechino è ormai il primo partner commerciale del paese.




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Provvedimento n.229 dell'8 maggio 2014 - pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 126 del 3 giugno 2014.

Consulta il testo del provvedimento
http://www.eu/ita/archivio/Potenzialita-e-rischi-degli-investimenti-in-Tagikistan-di-Andrei-Knyazev-76-ITA.asp 2015-03-26 daily 0.5