Prima (limitata) guerra del cibo tra Mosca e Tashkent? (di Umida Hashimova)

Negli ultimi due mesi del 2020, il Servizio Federale per la Supervisione Veterinaria e Fitosanitaria russo - Rosselkhoznadzor - ha messo al bando l’importazione di diversi alimenti e prodotti agricoli provenienti dall'Uzbekistan, sostenendo che contenessero parassiti. Tali divieti hanno avuto vita breve, sono durati da qualche settimana ad un mese, tuttavia sono stati sufficienti per ricordare all’Uzbekistan l’importanza del mercato russo.


Il Rosselkhoznadzor non è insolito all’imposizione di divieti di importazione su prodotti alimentari. Esistono numerosi esempi di come la Russia faccia leva sul settore alimentare a seguito del deteriorarsi delle relazioni geopolitiche con uno stato partner. Le relazioni tra l’Uzbekistan e la Russia sono state fondamentalmente stabili fino a qualche tempo fa, motivo per cui la nazione centroasiatica non era stata ancora coinvolta nelle guerre alimentari. Una veloce revisione del sito del Rosselkhoznadzor indica che l’ultimo incidente sarebbe stato il primo divieto diffuso in ampiezza, sebbene di breve durata.


Il primo divieto di importazione è stato posto su pomodori e peperoni provenienti da tre regioni dell’Uzbekistan. Poi il Rosselkhoznadzor ha annunciato di aver trovato dei parassiti nella frutta secca proveniente dalla regione del Fergana e, dopo alcuni giorni, ha imposto un divieto totale su tutti i prodotti agricoli provenienti dalla stessa regione. Tutti i divieti sono stati revocati dopo che il Consiglio dei Ministri dell’Uzbekistan, organo governativo più importante e secondo solo al gabinetto presidenziale, è intervenuto negoziando con la Russia.


Ci sono ragioni per credere che i divieti d’importazione imposti dal Rosselkhoznadzor ad alcuni prodotti uzbeki, possano essere di natura politica. L’Uzbekistan, dopo aver condotto i propri test e le proprie indagini, ha infatti messo in discussione le conclusioni raggiunte dal Rosselkhoznadzor. Il governo della regione del Fergana ha annunciato che nessun parassita dei pomodori è stato trovato nella loro serra di produzione, né in altre serre che esportano pomodori in Russia. Le autorità uzbeke hanno anche contestato le affermazioni riguardanti la frutta secca proveniente dalla regione del Fergana.


Un ufficiale del Comitato Doganale Statale, la maggior autorità doganale del paese, in un inusuale affronto politico contro la Russia, è arrivato a descrivere i divieti del Rosselkhoznadzor come ‘giochi politici’. In ogni caso, la Russia ha senza dubbio il coltello dalla parte del manico nella disputa, cosa reso evidente dal governatore della regione del Fergana, il quale ha ammesso che i divieti creerebbero delle difficoltà nella regione. Mettendo poi in guardia dalla devastazione economica che susseguirebbe nel caso in cui gli export con la Russia non venissero ripristinati.


Possiamo solo speculare su cosa abbia affrettato i divieti del Rosselkhoznadzor, sulla natura di questi e sulle ragioni che hanno portato ad un immediato capovolgimento delle decisioni prese.

Dei fattori che potrebbero avere contribuito sono da rintracciarsi nell’incertezza di Tashkent nella scelta del fornitore per le dosi di vaccino anti COVID-19 e nella sua lentezza rispetto al prendere parte all’Unione Economica Eurasiatica (UEE). L’11 dicembre, Tashkent è divenuto stato osservatore dell’UEE, facendo un passo nella direzione della membership a tutti gli effetti. Il 21 dicembre è stato raggiunto un accordo che permetterà di comprare un milione di dosi del vaccino russo da distribuire ai lavoratori uzbeki migrati in Russia. (Il 19 dicembre il Bloomberg COVID-19 Tracker aveva riportato la conclusione di un accordo da parte dell’Uzbekistan per acquistare 70 milioni di dosi dal Gamaleya, centro di ricerca che ha sviluppato lo Sputnik V).


I prodotti agroalimentari rappresentano una fetta considerevole degli export uzbeki verso la Russia, sua maggiore trade partner. I prodotti agricoli uzbeki sono circa il 28% di tutti gli export verso la Russia, la seconda categoria dopo i prodotti tessili. Inoltre, la Valle del Fergana, dove è ubicata la regione del Fergana, è considerata il paniere (?) dell’Uzbekistan, proprio grazie alla sua florida industria agricola. Non avere più accesso al maggiore mercato della regione potrebbe avere delle conseguenze devastanti in ogni momento, anche prescindendo dalle difficoltà prodotte dalla pandemia di COVID.


Il divieto d'importazione imposto dal Rosselkhoznadzor all’Uzbekistan si qualifica come la prima, limitata, guerra alimentare tra i due paesi. Sebbene l’agenzia non abbia imposto un divieto totale su tutti i prodotti della nazione, la situazione è stata sufficiente per mettere sotto pressione i produttori uzbeki, e per ricordare loro dell’importanza dei mercati russi. La rapida abolizione dei divieti e la messa in discussione delle affermazioni del Rosselkhoznadzor da parte di Tashkent, indicano che la natura politica dei divieti, la cui decisione dipende ampiamente dalla volontà di Mosca. L'adesione di Tashkent all'UEE come osservatore e l'acquisto di vaccini russi potrebbero aver agevolato la risoluzione, lasciandosi alle spalle i parassiti del pomodoro.



(Tratto da: https://thediplomat.com/2021/01/did-uzbekistan-and-russia-just-have-their-first-limited-food-war/)




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http://www.eu/ita/archivio/Prima-limitata-guerra-del-cibo-tra-Mosca-e-Tashkent--di-Umida-Hashimova-902-ITA.asp 2021-02-05 daily 0.5