Prospettive, opportunità e realtà dell’ Asia centrale (di Giorgio Fiacconi)

Bishkek (Kyrgyzstan) - La ricerca di esportazioni da parte delle aziende Italiane spesso si orienta verso grandi realtà economiche mondiali ignorando certe nicchie di mercato o paesi minori. Dai paesi europei, a quelli americani, alla Cina, negli ultimi anni l’Italia ha visto un consistente boom delle esportazioni verso la Russia, ma le ex repubbliche sovietiche dell’Asia Centrale, con parziale esclusione del Kazakhstan non sono statecommercialmente “aggredite” come  la loro potenzialità meriterebbe.
Delle cinque repubbliche indipendenti dell’Asia Centrale - Kazakhstan, Kyrgyzstan, Tajikistan, Turkmenistan e Uzbekistan -  solo il Kazakhstan si può dire che sia abbastanza conosciuto e sviluppato attraverso un flusso commerciale e di investimenti consistente grazie soprattutto agli investimenti Eni ed a diverse commesse nel settore delle infrastrutture stradali assegnate a Ditte Italiane.
Per il resto ben poca cosa ed anche in Kazakhstan la presenza Italiana rimane molto al di sotto delle potenzialità e delle opportunità che esso offre.  In breve manca da parte della imprenditoria Italiana una conoscenza dell’Asia centrale e di quello che si potrebbe fare, come muoversi e quali settori affrontare e possiamo certamente dire che tutta l’area è commercialmente ancora da esplorare.
Questi mercati non sono certamente nella lista di quelli "facili" tuttavia presentano opportunità considerevoli che vanno valutate e considerate dalla ditte Italiane.Da considerare oltre ai tradizionali settori della moda (vestiti, scarpe, accessori), il settore dell’ arredamento e dell’ edilizia di qualità , con un occhio attento a tutta la problematica della conservazione energetica e del riscaldamento. Ma anche il settore dell’agricoltura e della piccola meccanica, per non parlare in generale della potenzialità dell’agro-alimentare sia per la fornitura di prodotti, che per la trasformazioni di risorse agricole locali. Il trasferimento di tecnologia e l’assistenza tecnica è inoltre di particolare interesse e permettere di acquisire quote di mercato utilizzando partner locali.
Se l’esportazione verso Kazakhstan, Kyrgyzstan e Tajikistan si può considerare relativamente facile e le questioni di rimesse valutarie non sono un problema, per quello che riguarda invece l’ Uzbekistan ed il Turkmenistan esistono restrizioni che vanno considerate prima di affrontare questi mercati sviluppando il rapporto con partner locali ben edotti sugli ostacoli da superare.  Quello che spesso è ignorato è che paesi come il Kyrgyzstan, con un mercato interno abbastanza ridotto hanno una grande potenzialità di ri-esportazione verso la Russia ma anche altri paesi dell’ Asia centrale . Questa capacità è anche dimostrata dal notevole traffico di merci importate dalla Cina ( circa 8 miliardi di dollari ) e riesportate per circa il 60-70 % verso il Kazakhstan e la Russia.  Con la prossima entrata, durante il mese di maggio 2015, del Kyrgyzstan nella Unione Economica Euroasiatica, potremo assistere ad un’ulteriore espansione di queste esportazioni che saranno facilitate in tutta l’area dal Kazakhstan alla Russia, alla Bielorussia. Kyrgyzstan e Kazakhstan inoltre permettono l’ingresso a cittadini Italiani senza alcun visto ed altra formalità se non quella di un passaporto valido.
Altra cosa da non sottovalutare è l’espansione della politica cinese di investimento in Asia Centrale ed i rapporti favorevoli tra le repubbliche centro- asiatiche e la Cina.  Esistono già diverse zone franche di investimento, a condizioni fiscali di particolare convenienza, per la commercializzazione (transito prodotti) che la produzione e trasformazione di articoli esteri e locali sia in Kyrgyzstan che in Kazakhstan. Recentemente è stata approvata una nuova area industriale agevolata in Cina nella città di Kashgar al confine con il Kyrgyzstan. Il discorso delle riesportazioni non va sottovalutato, infatti Kazkahstan e Kyrgyzstan hanno da tempo linee dirette aeree, stradali e ferroviarie con la Cina Occidentale. L’hub commerciale ed aereo per queste operazioni rimane la città di Urumqi ,capitale della provincia Cinese dello Xinjiang con oltre venti milioni di abitanti. Tra Cina Kazakhstan e Kyrgyzstan transitano con frequenza giornaliera centinaia di camion da trasporto con prodotti cinesi, che tornano in Cina semivuoti. Ancora oggi nessuno ha affrontato la possibilità di esportare verso lo Xinjiang ed altre province occidentali Cinesi ( circa 300 milioni di abitanti ) usando la vecchia e famosa strada della Seta che per via terra per secoli  ha portato merci  Europee alla Cina e viceversa. Le merci importate arrivano nello Xingjiang dal Sud con circa sei giorni di viaggio e prezzi pressoché raddoppiati.
La Cina , cosciente dell’ importanza delle comunicazioni terrestri per lo sviluppo commerciale ha realizzato un progetto di grandi infrastrutture creando recentemente la China Investment Infrastructure Bank ( CIIB ) un colosso bancario con un capitale iniziale di oltre cento miliardi dollari a cui aderiscono diversi paesi europei inclusa l’ Italia .
La CIIB ha come obbiettivo la creazione ed il potenziamento delle infrastrutture della  vecchia strada della seta dall'Europa all'Estremo Oriente e viceversa  in una iniziativa cinese definita “ China Silk Road Belt “ che dalla Cina si espande verso il Sud Est Asiatico ad Est e verso l’ Europa ad Ovest portando merci e passeggeri , attraverso moderne autostrade e ferrovie equipaggiate con treni super veloci. I lavori in Cina sono ormai completati all'80% per l’ Asia centrale sono in corso , e  solo chi ha visitato la Cina nei recenti anni sa che cosa hanno realizzato di efficiente e moderno i cinesi in questo settore.
E’ già in funzione un treno che partendo dalla Cina orientale, attraverso Kazakhstan, Russia, Polonia Germania e Francia arriva a Madrid in 18 giorni. Altri treni partono dall'Italia verso Uzbekistan , Kazakhstan e Kyrgyzstan ed arrivano a destino in  20 -26 giorni. La via terra diventa ogni giorno più veloce e sicura e può ridurre considerevolmente i costi.
Le opportunità non mancano e le possibilità di export - import sono considerevoli ora rimane da vedere se l'imprenditoria Italiana riuscirà ad acquisire una propria posizione in questo nuovo trend di sviluppo creando in Asia centrale delle strutture ponte in collaborazione con ditte locali per la l'esportazione e ri-esportazione di prodotti Italiani verso l'Oriente e l'importazione di prodotti asiatici verso l'Italia.

* Giorgio Fiacconi (gfiacconi@gmail.com)  è il fondatore ed editore del The Times of Central Asia (www.timesca.com)  giornale fondato nel 1999 e specializzato in informazioni politiche ed economiche sull'Asia Centrale. Già console onorario d’ Italia in Kyrgyzstan per oltre un decennio, è di base a Bishkek in Kyrgyzstan.




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Provvedimento n.229 dell'8 maggio 2014 - pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 126 del 3 giugno 2014.

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http://www.eu/ita/archivio/Prospettive--opportunita-e--realta-dell-Asia-centrale-di-Giorgio-Fiacconi-92-ITA.asp 2015-04-28 daily 0.5