Spazio per l'Italia nelle prospettive di crescita del Kazakhstan (di Lorena Di Placido)
Dal punto di vista del business, le relazioni tra Italia e Kazakhstan si caratterizzano per una tendenza positiva ormai di lungo periodo. Dal 2005 ad oggi, il flusso degli investimenti esteri italiani verso il Kazakhstan ha raggiunto i 6 miliardi di dollari, oltre 200 società a capitale italiano sono operative nel Paese, prevalentemente nel settore delle costruzioni e dei macchinari (con un recente aumento del 10%), mentre rapida è la penetrazione anche nei contesti dell’agricoltura e dell’allevamento. Inoltre, la recente costituzione di una associazione italo-kazaka di imprenditori, ad Almaty, sembrerebbe configurare la piattaforma per una possibile Camera di Commercio italiana in Kazakhstan. Questo, in estrema sintesi, è quanto emerso da un evento bilaterale organizzato dall’ambasciata italiana ad Astana in occasione delle celebrazioni per la festa della Repubblica, il 2 giugno scorso, al quale hanno preso parte imprenditori italiani e personalità politiche kazake di primo piano, tra le quali il vice ministro dell’Economia Timur Zhaksylykov e l’ex viceministro degli Investimenti e dello Sviluppo Rakhim Oshakbayev.
Gli interessanti sviluppi della cooperazione tra Italia e Kazakhstan acquisiscono una rilevanza ancor più significativa per non aver risentito dell’attuale periodo di sofferenza della crescita economica locale, dovuto ai bassi prezzi del petrolio. Solo tra il 2014 e il 2015 il PIL kazako è sceso dal 4,1% all’1,2%, mentre per l’anno in corso il Fondo Monetario Internazionale ipotizza il picco più basso pari ad appena lo 0,1%. È lo stesso FMI, tuttavia, a delineare già per il biennio 2017-18 l’avvio di una ripresa che vedrà il ritorno a ritmi di crescita pre-crisi capaci di riattivare virtuose dinamiche di sviluppo, stimolate da un quadro normativo sempre più favorevole.
Da tempo la leadership kazaka è impegnata, infatti, in un ambizioso programma di riforme in ambito normativo con lo scopo di raggiungere una differenziazione delle attività produttive che sia capace di affrancare il Paese dalla prevalenza del comparto degli idrocarburi, lanciando diversi altri ambiti di sviluppo anche mediante l’arrivo di investimenti stranieri. In particolare, a partire dai primi anni 2000, sono state istituite 10 Zone Economiche Speciali, che resteranno attive, ciascuna con una diversa durata, fino al 2036.
La Legge istitutiva precisa che ciascuna Zona costituisce “…un’area esattamente delimitata della Repubblica del Kazakhstan con uno speciale regolamento legale…per implementare attività di alta priorità”, successivamente identificate in ambiti produttivi che variano dal turismo alla petrolchimica, dai macchinari per il settore oil and gas al tessile, dall’innovazione tecnologica alla logistica e alla metallurgia. Infine, la Zona Economica Speciale di Astana viene caratterizzata da tecnologia applicata alle costruzioni e allo sviluppo delle infrastrutture moderne.
L’attività delle Zone viene regolata secondo atti legislativi specifici relativi alla tassazione e alla normativa giuridica che ne disciplina le attività, nonché da un Accordo doganale speciale per ogni singola area. Gli organismi incaricati di regolare le attività delle Zone sono il ministero dell’Industria e delle Nuove Tecnologie, responsabile dello sviluppo e della regolamentazione di ciascuna area nel rispetto della Legge istitutiva, insieme a enti costituiti in loco quali: una Compagnia di Gestione, una Agenzia Fiscale e una Doganale. Le Zone Economiche Speciali sono aperte a tutti i soggetti che presentino un progetto relativo a un ambito di priorità corrispondente agli obiettivi delle specifiche attività di quella Zona e abbia fondi e proprietà per poterlo realizzare.
Da quando sono state attivate le Zone Economiche Speciali, ulteriori processi di riforma negli ambiti economico e normativo sono stati avviati dalla leadership kazaka per stimolare il complessivo progetto di modernizzazione dello stato racchiuso principalmente nella Strategia Kazakhstan-2050, che mira a portare il Paese, entro quella data, fra i 30 più sviluppati del mondo. In tale quadro, rientra anche il progetto di ricostruzione infrastrutturale Nurly Zhol (2015-2019) e il Piano Nazionale dei 100 Passi Concreti per l’Attuazione di Cinque Riforme Istituzionali (efficienza dello Stato, stato di diritto, agevolazione di industrializzazione e crescita economica, sviluppo di identità e unità nazionale, responsabilità di governo).
Per quanto la congiuntura economica attuale del Kazakhstan e dei mercati di sbocco dei suoi prodotti nazionali di punta sia ancora poco favorevole, l’impegno governativo per creare le migliori condizioni possibili per nuovi investimenti in ambiti alternativi resta elevato. È proprio in tale situazione di dinamismo che le iniziative imprenditoriali italiane possono trovare margini di ulteriore miglioramento per una presenza già consolidata e in via di crescente miglioramento.