Tagikistan ed Unione Economica Eurasiatica: quali sviluppi a seguito della pandemia? (da Eurasianet)

Il Tajikistan è tornato a bussare alla porta del Cremlino nel tentativo di ripristinare i collegamenti tra i due Paesi interrotti dalla pandemia di Covid. La Russia, dal canto suo, non sembra avere fretta ed è possibile che stia cogliendo l’occasione per fare pressione su Dushanbe riguardo al suo ingresso nel blocco commerciale dell’Unione Economica Eurasiatica (UEE). Il Primo Ministro Kohir Rasulzoda si è recato a Mosca questa settimana con l’obiettivo primario, parte di un’agenda più grande, di rendere più agevole la vita per i cittadini Tajiki che lavorano in Russia e per quelli che hanno intenzione di emigrare. Nelle giornate dell’8 e del 9 febbraio si è riunita la diciassettesima commissione intergovernativa per la cooperazione economica, composta di funzionari di entrambi i paesi. L’argomento centrale delle trattative è stato la necessità di aumentare l’accesso al mercato russo per i prodotti agricoli Tagiki. Il Covid-19 ha giocato il ruolo di presenza ingombrante e scomoda durante tutta la conferenza, come è emerso dal rapporto del Ministro degli Esteri Tagiko, di cui segue un estratto. “La Russia è stata invitata a riconsiderare la questione del ripristino dei collegamenti aerei tra i nostri paesi, soprattutto alla luce del miglioramento nella situazione sanitaria ed epidemiologica in Tagikistan”. Il Tagikistan ha coraggiosamente srotolato la bandiera della Missione Compiuta nella sua lotta contro il coronavirus. Il successo è arrivato molto velocemente, destando dei sospetti: se nel mese di dicembre le autorità sanitarie riportavano una media di 30 nuovi casi giornalieri - comunque sottostima della situazione reale - dal primo gennaio i dati parlano di zero nuovi contagi. Questo calo sfida la plausibilità, ma non la comprensione. La vittoria contro il COVID-19 è stata annunciata nel discorso di auguri di Capodanno tenuto dal presidente Emomali Rahmon, il quale si è vantato del fatto che “il coronavirus è quasi estinto nel nostro paese”. Il bollettino giornaliero è prontamente cambiato per rispecchiare la nuova realtà. Il disperato bisogno del governo Tagiko di convincere della propria uscita dalla crisi sanitaria ha un ben preciso obiettivo: la Russia. Le rimesse dei lavoratori emigrati in Russia costituiscono circa un terzo dell’economia Tagika, pilastro duramente colpito dalla pandemia nel 2020. I dati della Banca Centrale Russa riportano di un trasferimento di $1.2 miliardi emanato dalla Russia a favore del Tagikistan, nei primi tre quarti dello scorso anno - un calo del 37% rispetto allo stesso periodo del 2019. La Banca Centrale Tagika, invece, sostiene che il decremento non sia stato così grande. I dati Tagiki, però, sembrano utilizzabili e credibili tanto quanto quelli del Ministero della Sanità. L’accoglienza riservata a Rasulzoda a Mosca ha fatto presagire poche possibilità di inversione di rotta. Egli è stato ricevuto solo dal vice Primo Ministro Alexei Overchuk, inoltre i membri presenti alla conferenza intergovernativa erano rappresentanti di secondo livello dei ministri russi. Inoltre, la Russia non ha preso per buona la dichiarazione Tagika riguardo alla sua vittoria contro il COVID-19. Il governo russo ha annunciato che l’agenzia di sorveglianza federale, il Rospotrebnadzor, farà una visita - a data ancora da destinarsi - in Tagikistan per valutare la situazione epidemiologica del paese. La situazione non è più incoraggiante sul fronte del ripristino dei voli. I collegamenti con il Kazakistan, il Kirghizistan e la Bielorussia sono tornati quasi alla normalità, nonostante la situazione sanitaria in questi paesi sia tutto fuor che rosea. Negare al Tagikistan lo stesso privilegio sembra una mossa calcolata, che tiene conto della principale differenza tra il Tagikistan e gli altri paesi: l’appartenenza all’UEE di questi ultimi. I media vicini al Cremlino hanno fatto intendere che il miglior modo per Dushanbe di evitare inconvenienti ora e nel futuro è di rimediare a questa mancanza. Lo Sputnik, per esempio, - sito di informazione posseduto dallo stato - ha riportato le parole di Yuri Shurygin, capo dell’Associazione dei Piccoli e Medi Esportatori con base a Mosca, il quale sostiene che entrare a far parte dell’UEE sarebbe un’enorme opportunità per il Tagikistan. Il punto è stato poi ribadito nei dettagli dalla Nezavisimaya Gazeta, che ha anche sottolineato come il Tagikistan stia procrastinando il suo ingresso nell’UEE il più possibile in modo da ottenere dei ‘termini preferenziali’. Il Tagikistan si trova nella posizione non invidiabile di dover scegliere tra due pagliuzze corte: legarsi ad un blocco commerciale per i quale non dimostra entusiasmo, oppure continuare a vedere i propri connazionali emigrati in Russia subire difficoltà e umiliazioni a tempo indefinito. (Tratto da: https://eurasianet.org/russia-using-crisis-in-tajikistan-to-advance-eaeu-agenda)